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Bericht über Sant’Anna di Stazzema

Es waren drei Tage mit vollem Programm. Ein politischer Austausch zwischen der PD Berlin, der SPD Prenzlauer Berg Helmholzplatz, der GD* Versilia und unseren Gemeinschaften in Stazzema, Seravezza und Florenz.

Das Projekt ist unter dem Namen “Il futuro ha radici antiche” („Die Zukunft hat tiefe Wurzeln“) bekannt. Wir wollten betonen, dass es unmöglich ist, eine bessere Zukunft zu denken und zu gestalten, ohne das bewusste Kenntnis unserer Vergangenheit. Deshalb waren wir in dem “Erinnerungsort” Sant’Anna di Stazzema, und am Gleis 16 in Florenz.
Wir haben Enrico Pieri und Adele Pardini, Überlebende des Massakers, getroffen und ihren Geschichten zugehört. Wir hatten die Möglichkeit, sie zu umarmen, in den Augen zu schauen; dies wird für immer in unseren Herzen und Gedanken bleiben.
Ein herzlicher Dank geht an alle, die dies ermöglicht haben. Mein Dank möchte ich  v.a. dem Bürgermeister von Stazzema, Maurizio Verona aussprechen, sowie unserem Abgeordneten Umberto Buratti; den Vorsitzenden verschiedener Abteilungen in Versilia; dem Präsidenten des Abgeordnetenhauses von Florenz, Luca Milani; den Stadtverordneten Donata Bianchi und Renzo Pampaloni aus Florenz, der tollen Gruppe der GD in Versilia, insbesondere Samuele Borrini, Giulia Ercolini, Gianmaria Federigi, Lorenzo Pagni; dem Stadtrat von Seravezza Giacomo Genovesi; dem Vorsitzenden der PD Seravezza, Giuseppe Giannini, und selbstverständlich auch unseren Genossinnen und Genossen aus Berlin. Vielen Dank an Clara West, stellvertretende Vorsitzende der SPD Fraktion im Abgeordnetenhaus von Berlin, und an Martin Müller, Vorsitzender der SPD Abteilung Helmholzplatz in Prenzlauer Berg.
Ein besonderer Dank geht auch an euch, Alfonso Pantisano und Tiziana Corda, von der PD Berlin, für eure Unterstützung bei den Übersetzungsarbeiten.

Gemeinsam haben wir alle ein Dokument unterschrieben, um zu betonen, dass wir nicht nur in Gedanken nah sind, sondern konkret mit unseren politischen Aktivitäten vor Ort, sowohl in Italien als auch in Deutschland. Zusammen werden wir unsere Zukunft gestalten; eine Zukunft voller Frieden und Hoffnung.

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Documento Politico Condiviso PD Berlino e Brandeburgo – SPD Helmholzplatz/Humannplatz- GD Versilia

Documento realizzato in occasione dello scambio politico tra Giovani Democratici della Versilia, Circolo PD Berlino e Brandeburgo ed SPD Helmholtzplatz/Humannplatz. Esso si concentra sugli episodi della Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale nelle aree in cui viviamo, con un focus sul quartiere di Prenzlauer Berg a Berlino e di Sant’Anna di Stazzema in Versilia. Questo come base di partenza per parlare di ciò che oggi ci unisce e di come, assieme, come fratelli in un’Europa unita, possiamo lavorare per il Futuro.

Gemeinsames politisches Dokument Gemeinsames politisches Dokument der GD (Demokratische Jugend) Versilia, des PD Berlin und Brandenburg und der SPD Helmholzplatz/Humannplatz. Es bezieht sich auf die Erfahrungen des Widerstandes während des zweiten Weltkriegs in Prenzlauer Berg und in Sant’Anna di Stazzema in Versilia. Es ist die Basis für eine Diskussion über das, was uns eint, um gemeinsam für ein vereinigtes Europa und für unsere Zukunft zusammenarbeiten zu können.

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Le colpe dei crimini dei padri non ricadano sui figli!

Nel percorso preparatorio per lo scambio politico PD-SPD il nostro circolo si è concentrato sul ruolo dei fascisti italiani nella strage di Sant’Anna di Stazzema. Dobbiamo dare inizio a una seria riflessione su ciò che è stata la nostra storia.
Di seguito il contributo di Umberto Mastropietro a nome del nostro circolo:

“Certamente ma I figli dovrebbero impegnarsi più di chiunque altro affinché I crimini non si ripetano.  

Scrivendo di Sant’Anna però questa volta non sto chiamando in causa I figli delle SS.

Io mi rivolgo a noi italiani.
 
Lo stereotipo del bravo italiano, pacifico, simpatico, contrario alla guerra, cordiale e generoso anche quando vestiva i panni dell’occupante hanno illuso la memoria nazionale e non abbiamo mai analizzato veramente gli aspetti guerrafondai e criminali della nostra storia.
In verità dall’unità ad oggi l’Italia ha combattuto solo guerre di aggressione.
Dopo l’armistizio il re e Badoglio (con la complicità degli alleati) diffusero la leggenda che la responsabilità della Guerra non ricadeva sul popolo italiano ma su Mussolini e che l’alleanza con Hitler ci fu imposta dalla paura della potenza militare germanica ma noi con I crimini dei nazisti non avevamo avuto niente a che fare.
Per assurdo poi la giusta esaltazione dei meriti guadagnati nella guerra di Liberazione ha finito per oscurare le responsabilità italiane ed è prevalsa un’immagine auto-assolutoria che ha addossato sui tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell’Asse.
In verità il regime fascista fu meno sanguinario dei nazisti non per volontà ma per inefficienza.
Anche oggi c’è ancora chi rimpiange il fascismo e ci sono ancora vasti strati della popolazione che credono che l’unico errore di Mussolini fu l’alleanza con Hitler.
Ci piace dimenticare lo squadrismo, l’abolizione della libertà di opinione e di stampa, la militarizzazione della società, l’indottrinamento delle masse, il ruolo della donna vista come sottomessa procreatrice di soldati.
Abbiamo dimenticato I campi di concentramento in Libia, l’aggressione all’Etiopia, l’appoggio al Franchismo, il vile attacco alla Francia già battuta, l’inutile guerra alla Grecia, il sacrificio del corpo di spedizione in Russia, l’invasione della Jugoslavia.
Le sabbie del deserto nord africano disseminate delle ossa di quei morti di fame mandati dal Duce ad ammazzare altri morti di fame.
Non abbiamo più memoria delle città bombardate, dei tribunali speciali e della polizia segreta.
Abbiamo rimosso i massacri di civili perpetrati dalle nostre truppe e la servile collaborazione con gli occupanti tedeschi.
Non proviamo più vergogna per l’emanazione delle leggi razziali.
I morti di Sant’Anna si onorano con la memoria non con la retorica delle corone di fiori.
Ai morti di Sant’Anna dobbiamo promettere di uscire dal comodo nascondiglio assolutorio che ci siamo costruiti e di essere pronti a fare I conti con il nostro passato.”

 




Iniziativa “Il futuro ha radici antiche” – Link al video

Relativamente all’iniziativa “Il futuro ha radici antiche” pubblichiamo il video che riporta la notizia e che è stato pubblicato su 50news Versilia:

https://www.facebook.com/50newsversilia/videos/2395218427369692/


 




Comunicato congiunto PD Berlino – GD Versilia: Il futuro ha radici antiche

“Il futuro ha radici antiche” è stato il titolo dell’iniziativa politica su cui abbiamo basato lo scambio tra il circolo PD Berlino e Brandeburgo e la federazione dei Giovani Democratici (GD) della Versilia.
Abbiamo scelto questo tema perché crediamo che non ci sia un futuro senza la consapevolezza di ciò che è stato, nel bene e nel male, il nostro passato.
Ciò che viviamo oggi – democrazia, sviluppo, diritti, sicurezza, pace – non ci è arrivato per caso. Si tratta del risultato di un percorso storico che affonda le sue radici in un’esperienza devastante e dolorosa, che è stata la seconda guerra mondiale.
L’Unione Europea come progetto di pace è costato milioni di morti innocenti, dolore, sangue e disperazione. Non dobbiamo dimenticare cosa è accaduto nel secolo scorso. Sembra un tempo lontano per le nostre generazioni, eppure non è così. Sempre più spesso assistiamo allo stravolgimento delle verità storiche ad uso e consumo di forze politiche che vorrebbero sdoganare simboli, rituali e pensieri di ideologie nemiche della pace, come il nazi-fascismo, dietro l’alibi della libertà di pensiero.
Noi, che siamo nipoti o pronipoti di chi ha vissuto sulla propria pelle il senso profondo di quelle ideologie di morte e oppressione, vogliamo rinnovare il nostro impegno a difesa della nostra società, aperta e plurale, rispettosa della dignità dell’essere umano e che mira al mantenimento della pace tra i popoli.
Per questo, con pazienza e determinazione, abbiamo portato avanti in questi anni iniziative e scambi culturali e politici tra Berlino e la Versilia, guardando a Sant’Anna di Stazzema, con un chiaro obiettivo: tenere viva la memoria di quell’esperienza drammatica, per costruire insieme italiane ed italiani, tedesche e tedeschi, in un’ottica europea ed europeista, un percorso consapevole verso il  futuro.
Dopo la visita dei GD a Berlino nel 2018 e l’incontro con il mondo politico e istituzionale tedesco, adesso realizziamo la seconda parte del progetto, con la visita di una delegazione SPD guidata dalla Dr. Clara West (Vice-Presidente del Gruppo SPD all’Abgeordnetenhaus di Berlino) nei luoghi della memoria a Sant’Anna di Stazzema e poi a Firenze al Binario 16.
Sarà una bella occasione di incontro e confronto per rafforzare le relazioni d’amicizia italo-tedesche, di rafforzamento della cooperazione tra partiti fratelli, quali SPD e PD, e un’opportunità per le rispettivi realtà istituzionali di conoscersi e instaurare, auspichiamo, relazioni durature e reciprocamente vantaggiose.
In un tempo in cui la politica sembra essere attraversata da divisioni e personalismi, noi vogliamo testimoniare qualche cosa di diverso. C’è anche una politica che unisce e crea ponti, dialoghi ed opportunità. Sta all’impegno di ciascuna e ciascuno di noi. Con questa iniziativa proveremo a dare il nostro contributo. Per una politica dell’incontro, della crescita reciproca e per combattere le derive populiste, antieuropeiste e revisioniste che purtroppo sono emerse recentemente.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo
Aasemblea Nazionale PD
Samuele Borrini
Segretario Giovani Democratici Versilia



Comunicazione sulla situazione politica attuale – settembre 2019

Alle iscritte e agli iscritti del Circolo PD Berlino e Brandeburgo,
alle elettrici e agli elettori del Partito Democratico che seguono le nostre attività e iniziative,
oggi il nostro ex Segretario, ed ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha formalizzato una scelta che, senza troppe ipocrisie dobbiamo dircelo, era maturata già da diverso tempo ma non aveva trovato il modo di concretizzarsi.
Sono sempre stato contrario ad ogni forma di scissione. Per chi conosce la mia storia politica nel PD, sa che ho sostenuto Bersani nel 2012 e Civati nel 2013. E malgrado questa scelta non ho condiviso la decisione di Civati all’epoca di spaccare il partito e di abbandonare la barca, come si suol dire. Così come non ho condiviso la scelta di Bersani ed altri poco tempo dopo.
Dell’importanza dell’unità nel nostro partito, un’unità di sostanza, non di mera facciata, ne ho parlato e scritto a più riprese. L’Unità pubblicò la mia lettera aperta nell’agosto del 2015 in cui scrivevo quello che segue:

“In questi giorni abbiamo assistito ad ulteriori scontri all’interno del Partito Democratico e questo non fa bene a nessuno. C’è bisogno di abbassare i toni e di tornare a fare Politica seriamente. L’unità del partito democratico è un obiettivo politico di primaria importanza.

Il potere comporta sempre responsabilità ed è indispensabile, per una dirigenza, saper gestire il dissenso non meno del consenso. E certo, ciascuno di noi deve impegnarsi affinché questo compito non sia reso impossibile. Ma nel rispetto delle reciproche convinzioni.

Tra un cinguettio e un post in Facebook si è completamente perso il significato del concetto di “confronto”. Sembra ci sia una gara a chi fa la battuta di maggior effetto. Sembra, ma forse è davvero così, che si miri più a far ruotare il contatore degli I like che non a trovare la sintesi politica necessaria tra posizioni lecitamente distanti, ma inserite in un progetto comune, che è il partito che tutti noi abitiamo. E che si spera si voglia proteggere, far crescere e migliorare.

Ci sono una maggioranza e una minoranza perché per noi che ci diciamo democratici il pluralismo di idee di vedute è un valore e non un limite. La sfida politica della dirigenza è di sapersi muovere in questo vasto spazio di idee e trovare il modo giusto per una sintesi, che non è un riassunto approssimativo, ma un prodotto terzo che integra e va oltre le posizioni iniziali.

Credo che non ci sia alcuna possibilità di vero cambiamento se da una parte e dall’altra manca la volontà di ascoltare e di confrontarsi. Se manca la volontà di mettersi anche in discussione. Il PD è un grande partito e il capitale politico che lo ha generato e tutt’ora lo sorregge merita molto di più di quanto vediamo ogni giorno.

C’è un Paese da cambiare e lo si dovrebbe fare in un clima diverso. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità: la dirigenza di questo partito si renda disponibile ad ascoltare realmente e ciascuno di noi, nel rispetto delle proprie convinzioni, si sforzi di mediare. Mettersi in modalità d’ascolto attivo non è mai un fatto negativo. Se si tiene all’unità del PD, si cambi passo, altrimenti avremmo perso un’altra occasione per lavorare bene e insieme.”

Con profondo rammarico devo constatare che dagli errori del passato un’ampia fetta del nostro gruppo dirigente sembra non aver appreso assolutamente nulla. Viviamo un momento politico di grande complessità. Fuori dalle istituzioni si agitano movimenti nazionalpopulisti, ispirati da un’ideologia di destra becera. Agitano odio, rabbia e violenza verbale e talvolta anche fisica. A Pontida abbiamo assistito alla vera natura di quel mondo che sta raccogliendo ampio consenso nella popolazione. Sconcertante.
Non c’è dubbio che la storia non si ripeta uguale a se stessa, ma ci sono elementi preoccupanti di continuità rispetto ad esperienze che speravamo fossero davvero morte e sepolte sotto le macerie della storia.
Invece, ci ritroviamo vittime di guerre di potere tra fazioni, correnti o bande, al nostro interno e all’interno del campo dei progressisti e democratici. Che terribile errore! Ancora. Non c’è una sola ragione politica genuina che giustifichi questa scelta, se non mero tatticismo e interesse personale. Un interesse che guarda al breve periodo e non al bene del Paese.
Abbiamo, con enorme fatica, dato vita a un governo su cui nessuno avrebbe mai puntato. Sembrava surreale e impossibile. Invece, ora è realtà. Non solo con una maggioranza politica solida nei numeri al Parlamento, ma anche con un progetto politico radicalmente in discontinuità con l’esperienza giallo-verde. Si presenta, ora, la possibilità concreta di cambiare in meglio le cose. Non certo senza sacrificio da parte nostra. E non senza dubbi, più che legittimi. Che io stesso nutro come tante altre e tanti altri nel PD e nel centro-sinistra in generale.
Credo che il PD, ora, debba dare prova di forza e stabilità. Sembra strano, immagino, affermarlo alla luce di una terza scissione. Eppure, è proprio questo che ci richiede il momento storico: responsabilità, consapevolezza, coraggio, determinazione, generosità, idee e vera voglia di cambiamento.
Non basta dirsi queste cose, ma bisogna realizzarle. Non pretendo di avere soluzioni facili da offrire, ma qualche idea la ho.
1.Serve una vera e propria riforma radicale, strutturale e programmatica del PD.
Abbiamo bisogno di una rivoluzione reale sulle modalità di funzionamento del partito, dalle sue strutture territoriali a quelle nazionali. Servono vere e proprie procedure di selezione della classe dirigente (Assemblea Nazionale, Direzione Nazionale e candidature ai vari livelli elettorali: dalle comunali al parlamento) basate su modalità trasparenti e partecipative che valorizzino l’impegno delle e dei militanti sui territori: premiare impegno, attivismo, reale contributo dato al partito in termini di idee e passione e non limitarsi a questioni di possibilità economiche. Eliminato il finanziamento pubblico si è creato un vulnus democratico nella rappresentanza: rischiamo che si candidi chi può, mentre un’ampia fetta di potenziali dirigenti è esclusa, non per le idee, ma per le possibilità di partenza.
Le candidature, per esempio, non devono avvenire come abbiamo assistito, purtroppo, anche di recente, sulla base del grado più o meno grande di disponibilità all’obbedienza e alla fedeltà per un leader.
Serve una struttura forte,radicata e autonoma da ogni rischio di scomposizione delle maggioranze politiche che determinano le leadership. Per questo ho in mente il modello tedesco, che è messo nero su bianco nella Parteiengesetz, in vigore dal 1967 e che ha dato una cornice di standard democratici minimi uguale per tutti i partiti che vogliono partecipare alla competizione democratica. Regole che valgono per la SPD, per la CDU fino all’AfD.
In questo processo di rivoluzione e ricomposizione del partito giocheranno un ruolo le commissioni per la riforma dello statuto e della forma partito Nazionali e PD Estero, che, spero, cooperino insieme. Come Presidente di questa commissione nel PD Estero, spero si possa arrivare a una qualche soluzione in tempi rapidi. Ma lavorando bene e seriamente.
2.Capire il tempo in cui viviamo e avere una visione per il futuro.
La Politica per me è tante cose. In primis, è la capacità di incanalare il dissenso che esiste, nel bene e nel male, sempre, nella società. Farlo in modo costruttivo, propositivo e intelligente. All’interno di una cornice di regole democratiche, che guardi alla pluralità come un valore. Inoltre, la Politica è lo spazio del possibile: dove le alternative, quando non ci sono, si costruiscono. Insieme. E, infine, è l’insieme delle modalità con cui le istanze legittime delle persone vengono tradotte in proposte concrete, non visionarie nel senso di irrealizzabili, ma concrete e ben pensate, affinché l’orizzonte d’azione non sia il brevissimo periodo, ma quello medio-lungo. Per questo servono coraggio e determinazione.
Questo deve avvenire con una propensione alla curiosità, alla voglia di mettersi in discussione, con lo smantellare i sistemi di potere incancrenito che conosciamo, il correntismo fine a se stesso, e non basato sul confronto di idee,
3.Valorizzare il contributo continuativo di iscritte ed iscritti, di simpatizzanti, di interessate/i per ricostruire quello che un partito in prima battuta dovrebbe essere: una comunità.
Abbiamo sfilacciato il tessuto connettivo di una comunità in questi anni. Ogni scissione ha rappresentato un trauma. Un danno terribile alla tenuta emotiva di una comunità, la nostra.
Ora, malgrado tutto, lo abbiamo visto anche alle ultime primarie, c’è un popolo che esiste e resiste. Malgrado una classe dirigente pessima, fatte le dovute eccezioni ovviamente. Non buttiamo alle ortiche questo patrimonio immenso: che la partecipazione attiva delle e dei militanti sia la base nuova per ripartire. Che sia la linfa vitale affinché il PD si rigeneri e abbia la forza sufficiente ad affrontare le innumerevoli sfide che ora ha davanti, con tanti fronti di battaglia aperti: all’esterno e all’interno, anche se sembra non sia più così.
I circoli, nei territori, devono essere rivalorizzati. E bisogna capire come farlo anche con le nuove tecnologie.
Che la costituente delle idee che avevamo programmato si faccia, che sia non un momento conclusivo, ma l’inizio di una consultazione permanente, che metta insieme, ogni volta, chi vuole partecipare, con strutture di raccolta di idee e proposte. Gruppi di lavoro permanenti che aggiornino il profilo programmatico del PD in modo continuativo.
Non so se siano cose realizzabili nell’immediato, forse no. Ma credo che se non ripartiamo da questi obiettivi e ci mettiamo tutto il nostro impegno, rischiamo molto.
Ho fiducia nella nostra capacità di resistere e ripartire, con nuove idee e speranze per il Paese. Noi siamo l’alternativa necessaria e urgente. Oggi, più di prima, con convinzione sostengo il progetto del PD, assieme al Segretario Nazionale Nicola Zingaretti e alla squadra scelta per guidare questo percorso di rilancio del partito.
Invito tutte e tutti, con la disponibilità di tempo ed energie di ciascuno, a non far venire meno il proprio contributo in termini di idee, presenza, voglia di fare. Non è facile, lo so, ma noi siamo questa comunità. E noi dobbiamo ricostruirla, rilanciarla e rinnovarla. Insieme.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo
Membro dell’Assemblea Nazionale



È uscito il nuovo numero di Agorà sui populismi

Il secondo numero del nostro giornale online per il 2019 ha come oggetto il tema del populismo. Tema dibattuto, ma quanto mai attuale. All’indomani del fallimento della coalizione gialloverde in Italia, con la Brexit in dirittura d’arrivo e con un presidente degli Stati Uniti sempre più sgraziato nelle sue iniziative, a cominciare dalla ritrattazione delle sanzioni alla Cina per arrivare allo sgarbo istituzionale nei confronti del Regno di Danimarca, tutto sembra indicare che il populismo è vivo, è vegeto e soprattutto che non raccoglie i cocci. Come interpretare il presente? In questo numero verranno presentati i contributi di Federico Quadrelli, Segretario del Circolo PD Berlino e Brandeburgo, Anna Mastromarino, Professoressa associata di diritto pubblico comparato all’Università di Torino e Isabella Weiss di Valbranca, Responsabile Comunicazione PD USA. Una spiegazione generale del fenomeno e del perché dovremmo fare attenzione alle sirene del populismo, che altro non fa che tematizzare uguaglianze esistenti e squilibri creati in nome di un mercato “libero”. Ma anche un’analisi sulla figura del Presidente degli Stati Uniti e su come la guida di un paese non sia uno spazio di libera espressione, ma un ruolo con margini di manovra ridotti ed enormi responsabilità. Buona lettura!
Alberto Vettese
Responsabile Comunicazione Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Un nostro iscritto al Circolo PD di Shanghai

Arturo Winters, iscritto al PD Berlino e Brandeburgo nonché Ersatzkandidat di Gaby Bischoff alle elezioni europee del 2019 per la SPD, ci racconta della sua esperienza in Cina e di come sia riuscito ad entrare in contatto con delle realtà a prima vista distanti grazie all’aiuto del Circolo PD Shanghai. Di seguito il suo resoconto sull’importanza di essere membro in un partito:

 

Una visita al regno di mezzo

 

“Era tipico nel PCI, fino agli anni ‘70, che quando un giovane lasciava la propria città (tipicamente, un ragazzo meridionale che andava a cercare lavoro al nord) come prima azione di integrazione nella nuova realtà si presentava nella sezione del Partito (munito di lettera di presentazione del Segretario della Sezione di provenienza) ed immediatamente trovava un punto di riferimento dal quale partire per cominciare la nuova esperienza. Credo che oggi i circoli PD all’estero possano svolgere anche questa funzione.” Questo il messaggio con cui Raffaele, referente in loco del PD Shanghai e Cina, mi accolse nel gruppo WeChat del circolo. Infatti, il Firewall cinese impedisce l’utilizzo di molte piattaforme facenti parte della quotidianità occidentale. Cosicché non si comunica con WhatsApp, bensì come WeChat. Non si vedono video su YouTube, bensì su Youku. Non si “googla”, ma si “baidua”.

Fedele alle parole scritte il circolo PD-Shanghai si rivelò effettivamente un primo punto di riferimento durante i tre mesi che passai in Cina. Il primo week end passato in città incontrai Raffaele per pranzo che mi introdusse all’attività del circolo e mi aiutò a cercare di aprire un conto in banca. Insieme organizzammo un incontro per discutere delle dinamiche rispetto all’elezione di una nuova commissione europea. Così ebbi l’occasione di mangiare cucina europea almeno una volta durante il mio soggiorno: un’ottima pizza! Durante la cena feci amicizia con i diversi iscritti attivi. Conobbi per esempio Francesco, giovane docente al conservatorio di Shanghai, che mi portò con sé per un week-end prolungato a visitare la Cina rurale. Un’esperienza che senza di lui, capace di parlare cinese, non sarei riuscito ad avere. Inoltre, essere parte del gruppo WeChat mi permise di seguire da vicino lo svilupparsi della situazione politica in Italia: La prospettiva della crisi di governo e le riflessioni sulle scelte che si ponevano per il PD.

Grazie al PD-Shanghai, ho avuto occasione di vedere anche qualche occidentale e discutere di politica europea (una variazione rispetto alla mia vita quotidiana tra azienda e hotel). Inoltre, grazie a Francesco sono “entrato” nella Cina extra-urbana. Insomma, posso veramente sostenere che, in linea con la antica tradizione del PCI, il circolo ha costituito un primo punto di integrazione nella mia vita nel “regno di mezzo”.

Arturo Winters

PD Berlino e Brandeburgo

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Resoconto dall’Assemblea Nazionale del Partito Democratico a Roma del 13 luglio 2019

Per la terza volta ho il piacere e l’onore di essere parte dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico dove, assieme ad altre colleghe e ad altri colleghi da tutto il mondo, posso dare voce alle italiane e agli italiani che vivono all’estero nelle sedi nazionali del partito. Ho partecipato a numerose assemblee, ma questa è stata secondo me particolarmente positiva.

Prima di tutto, nel rispetto delle procedure formali. Il Presidente Paolo Gentiloni, infatti, ha messo al voto i vice-segretari proposti da Zingaretti, Paola de Michelis e Andrea Orlando, così come il collegio sindacale del partito. Abbiamo, come delegate e delegati, esercitato il nostro ruolo nella sua dimensione formale. Come organo sovrano nel partito. Inoltre, sono stati dati tempi di intervento precisi e la discussione si è svolta in modo ordinato, quasi alla tedesca. Cosa per me molto positiva.

Ma veniamo ai contenuti. Quest’Assemblea è stata dedicata a una riflessione e discussione sul dove vogliamo andare e sul che cosa possiamo/dobbiamo fare. Con il suo discorso d’apertura, infatti, il Segretario Nazionale Nicola Zingaretti, ha elencato le sfide più urgenti che ci attendono e sottolineato quanto ci sia bisogno di un cambiamento radicale interno al partito, nelle sue logiche di potere e nelle sue strutture, perché oggi, così come è, non è in grado di affrontare le difficoltà del momento.

Il discorso è stato per me molto positivo: con onestà, chiarezza e competenza sono state presentate le questioni su cui il partito dovrà impegnarsi con tutto se stesso. Importante aver focalizzato l’attenzione sul pericolo che oggi il partito di Matteo Salvini, la Lega, rappresenta per l’Italia e per le italiane e gli italiani. Un partito, ha affermato Zingaretti, che produce disuguaglianze. Ed è proprio così. Per questo il PD deve impegnarsi per costruire un’alternativa valida, che convinca le persone, che le inviti a darci fiducia per tornare alla guida del Paese. Per il bene delle italiane e degli italiani.

Per questo è stato dato incarico a Maurizio Martina di coordinare i lavori di una commissione per la riforma del partito che dovrà produrre proposte concrete di riforma entro il novembre 2019. Un tempo molto stretto, senza dubbio, ma giustificato dal fatto che di riforma del partito se ne parla ormai dal 2015, quando con Fabrizio Barca iniziò un serio e articolato lavoro di riflessione ed elaborazione di proposte di modifica statutaria che però, come sappiamo, furono cestinate malamente.

Se fossi riuscito ad intervenire in Assemblea, così come era in programma, avrei chiesto a Zingaretti e Martina di non partire da zero, ma di riprendere in mano il dossier Barca e di aprire la discussione alle iscritte e agli iscritti, partendo da circoli e federazioni. Per un percorso serio e partecipato sul futuro del nostro Partito e sull’aspetto che dovrà avere. Purtroppo, e poi spiegherò bene il motivo, non sono potuto intervenire per la convocazione in parallelo dell’Assemblea PD Estero, su cui torno più avanti.

Il discorso del Segretario è stato per me molto positivo: con onestà, chiarezza e competenza sono state presentate le questioni su cui il partito dovrà impegnarsi con tutto se stesso. Da un punto di vista ideale, è stato molto importante aver focalizzato l’attenzione sul pericolo che oggi il partito di Matteo Salvini, la Lega, rappresenta per l’Italia e per le italiane e gli italiani. Un partito, ha affermato Zingaretti, che produce disuguaglianze. Ed è proprio così. Per questo il PD deve impegnarsi per costruire un’altrnativa valida, che convinca le persone, che le inviti a darci fiducia per tornare alla guida del Paese. Per il bene delle italiane e degli italiani.

Come fare? Ripartendo delle idee. Durante il suo discorso, infatti, Zingaretti halanciato “la costituente delle idee” con cui il partito intende mobilitare iscritte ed iscritti, elettrici ed elettori, per una discussione ed elaborazione programmatica in vari ambiti: ambiente, lavoro, sicurezza, salute, parità di genere e diritti, economia, digitalizzazione, scuola, fisco. Una grande opportunità di rilancio per il PD. Un percorso che si concluderà con un incontro a Bologna l’8-9-10 novembre.

Gli interventi che si sono susseguiti sono stati molto importanti e stimolanti. Uno fra tutti quello di David Sassoli neo eletto Presidente del Parlamento Europeo. Un discorso importante, profondo: “troppe ingiustizie chiedono di noi”. Ha affermato Sassoli. Già, per questo tocca a noi dare le risposte alla “povera gente, agli imprenditori disperati, ai giovani, agli anziani abbandonati, agli innamorati che vorrebbero avere una vita tutta loro”. Tocca a noi “riparare alle ingiustizie”. Sì, tocca a noi. E questo percorso di cambiamento può essere l’occasione giusta per farlo.

Tanti gli interventi a seguire molto interessanti. Alcuni tra tutti, quello di Maurizio Martina, di Gianni Cuperlo, di Lia Quartapelle sul tema della politica internazionale e della situazione in #Libia e infine di Paola Bocci, Consigliera regionale in Lombardia e Vice-Presidente ReteDem, che ha parlato del gender pay gap.

Infine, l’Assemblea PD Estero. Forse non tutte/i sanno che una quota di delegate e delegati dell’Assemblea Nazionale del PD è eletta nella circoscrizione estero. L’Assemblea Estero si riunisce in concomitanza di quella Nazionale e questo impedisce, spesso e volentieri, a noi delegate e delegati dall’estero, di seguire tutti gli interventi e di poter intervenire a nostra volta. Ero in lista per parlare, ma alla chiamata non ero in sala. Mi hanno chiesto: ma perché non eri in sala? Come mai non sei intervenuto? Sono rammaricato. Il problema è che ero in Assemblea PD Estero. Stavamo discutendo di come rilanciare il lavoro all’estero del PD. Quindi, come ho già detto, non è stato per mancanza d’interesse. Spero che in futuro le due Assemblee possano tenersi in modalità differenti, questo permetterebbe a tutte/i noi di seguire bene i lavori e di poter intervenire, se è il caso.

Detto ciò, penso sia stata anche per l’Assemblea Estero una bella occasione di discussione interna: seria e franca. Una cosa positiva. Ho incontrato delegate e delegati di tanti paesi diversi, persone con cui ho discusso in chat o in video-chiamata, ma mai dal vivo. Una bella sensazione. Abbiamo discusso di come rilanciare il lavoro del partito, di come coordinarci meglio anche come circoli (alcune/i di noi sono delegate/i e segretarie/segretari di Circolo e/o Federazione). Lo abbiamo fatto parlandone con Enzo Amendola, della Segreteria Nazionale e con i nostri rappresentanti in Direzione Nazionale, Fabrizia Panzetti e Nicolò Carboni. Ma non solo. Ci siamo confrontate/i con le nostre e con i nostri rappresentanti elette/i al Parlamento presenti all’incontro – Laura Garavini, Angela Schirò, Nicola Carè, Francesca La Marca, Francesco Giacobbe.

Anche questa è stata un’opportunità importante di contatto, confronto, discussione, anche forte, sulle questioni di maggior rilievo per noi che viviamo all’estero. E per le difficoltà, grandi, che questa maggioranza giallo-verde sta ponendo. Anzi, le minacce vere e proprie al nostro diritto di voto e alla rappresentanza delle italiane e degli italiani all’estero.

In conclusione, penso che questa Assemblea sia stata molto positiva e che rappresenti un punto di partenza importante per rilanciare il progetto politico del PD. In ogni sua dimensione e radicamento territoriale, all’estero e in Italia: la nostra forza sta qua, nell’essere una comunità vivace, plurale e che non fugge dal confronto. Forza, dobbiamo cambiare per cambiare le cose, in meglio.

Federico Quadrelli

Segretario PD Berlino, Delegato Assemblea Nazionale (Estero)

 




Lettera a Salvini sul caso Sea Watch 3 e sulla capitana Carola Rackete

Berlino, 3 luglio 2019

 

Egregio Ministro Salvini,
con estrema vergogna per il nostro paese e indignazione per le azioni manifestate dal Suo Ministero seguiamo le vicende legate alla Sea Watch 3 e al suo capitano, Carola Rackete.
Non solo, seguendo il Suo impulso di impronta apertamente autoritaria, Lei si arroga nelle Sue continue esternazioni di stile pubblicitario poteri spettanti ai tribunali italiani come nell’anticipare una espulsione dal nostro paese del capitano che ha seguito coraggiosamente il proprio dovere morale, e non solo persegue la Sua politica del sedicente uomo forte alla ricerca del consenso spicciolo dei più ignoranti – forse memore di esperienze storiche del nostro paese che speravamo definitivamente superate e che sembrano rispondere alle Sue convinzioni neanche tanto nascoste data la compagnia europea illiberale di cui si circonda e si fa promotore – ma stravolge ogni senso di moralità nel considerare come un semplice danno collaterale la morte di centinaia di persone inermi e da Lei trattate alla pari di “criminali”. Suo è l’uso frequente di questa parola indegna nei loro confronti.
Visto il fallimento della politica di creazione degli hotspots, in particolare nei paesi di ultimo transito dei profughi e migranti, Lei ha optato per la politica muscolare della fortezza Europa che niente altro è, nei Suoi disegni ignari dell’esperienza storica, che una soluzione esclusivamente militare e pertanto disumana verso il fenomeno della migrazione. Lei criminalizza tutti i profughi indistintamente e chi cerca di aiutarli per carità umana. Lei tratta come tali anche coloro, come noi, che riconoscono l’impossibilità dell’accoglimento illimitato ma nel contempo richiedono una politica più intelligente e rispettosa dei valori che fondano la nostra società democratica e che Lei così allegramente getta a mare insieme con i profughi al fine del perseguimento di un Suo successo elettorale prossimo.
Le assicuriamo che il nostro circolo si adopererà fortemente per sostenere l’associazione Sea Watch che ha sede nella stessa città, Berlino, in cui operiamo, e che noi stimiamo per il suo coraggioso senso civico.

Nella speranza di un ravvedimento della politica italiana che è anche nelle Sue mani Le porgiamo

I nostri saluti

Circolo PD di Berlino e Brandeburgo

 

Il contenuto della lettera si puo scaricare al link di seguito: 1562171487457_Testo finale Salvini 02.07.19 (2)