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Comunicato stampa congiunto a favore di Assange

Comunicato Stampa Congiunto
Amsterdam, 21 giugno 2022

“Un giorno buio per la libertà di stampa” (WikiLeaks)
La ministra dell’Interno del Regno Unito, Priti Patel, ha autorizzato l’estradizione di Julian Assange negli Usa per affrontare accuse relative alla Legge sullo spionaggio. Firmando l’ordine di trasferimento, la ministra Patel fa rischiare ad Assange fino a 175 anni di carcere.
“Questa decisione pone Assange in grande pericolo e invia un messaggio agghiacciante ai giornalisti in ogni parte del mondo”, ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
Il fondatore di Wikileaks negli Stati Uniti è ricercato per la pubblicazione sul suo sito di centinaia di migliaia di documenti classificati come rapporti dell’esercito statunitense sulle guerre in Iraq e Afghanistan, telegrammi diplomatici o documenti sui prigionieri di Guantanamo, incluse rivelazioni su abusi dei diritti umani commessi dalle truppe Usa.
Dopo la decisione di Patel, WikiLeaks ha immediatamente rilasciato una dichiarazione in cui afferma che farà ricorso contro l’ordine di estradizione. Qui trovate la dichiarazione.
Le implicazioni per la libertà di stampa e, di riflesso, per la democrazia in generale, non sono purtroppo delle più rosee. Julian Assange infatti, cittadino australiano, è divenuto un simbolo mondiale della libertà di stampa per il coraggioso lavoro portato avanti insieme all’ex analista militare statunitense, Chelsea Manning.
L’estradizione di Assange manda un segnale che rischia di minare principi di libertà di espressione ed all’accesso trasparente all’informazione su cui la democrazia si fonda.
Letizia Maulà, Segretaria del Partito Democratico Amsterdam
Lista completa dei firmatari nel documento originale (clicca qui)

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Fonte immagine: Committee to Protect Journalists

British Home Secretary approves Assange extradition to the United States




È uscito il numero di maggio di Agorà

Lunedì 30 maggio è stato pubblicato il numero di maggio del giornale di Circolo, Agorà. Agorà è un’iniziativa che si basa sul libero contributo di iscritte e iscritti a partecipare con le loro conoscenze su dei numeri tematici, pubblicati dietro iniziativa del Circolo e che non seguono una periodicità.

Nel numero di maggio si affronta il tema in Ucraina da una prospettiva geopolitica, economica e politica. Viene data attenzione al caso russo per cercare di risalire alle cause del conflitto e analizzare impatto e conseguenze. Hanno contribuito alla stesura del numero Alberto Vettese, Federico Salvati, Pierantonio Rumignani e Federico Quadrelli. Ha redatto il numero Alberto Vettese.

Agorà maggio 2022




Comunicato sull’aggressione russa dell’Ucraina

Il PD Berlino-Brandeburgo rappresentato dall’organo direttivo

1. condanna l’operazione militare aggressiva e ingiustificata nei confronti dell’Ucraina avviata nella scorsa settimana.
Le principali città ucraine sono sotto il fuoco dell’esercito russo: Kharkiv, Kyiv, Odessa, Dniepro, più diverse città sulla sponda est del fiume Dniepro.

2. qualifica il discorso alla nazione del presidente Putin, nella giornata precedente come fortemente nazionalista e reazionario e nota che la Russia ha fomentato il conflitto per un anno usando il pretesto di esercitazioni militari congiunte con la Bielorussia e senza mai ritirare le truppe dalle postazioni di confine.

3. riafferma l’importanza del rispetto dei confini e dell’indipendenza dell’Ucraina. La fine dell’URSS avvenne nel 1991 con la dichiarazione de-facto di indipendenza dall’URSS della Federazione Russa di Eltsin ed in seguito di tutte le altre Repubbliche, tra cui della Repubblica Socialista Ucraina.
Da allora l’Ucraina è un paese indipendente riconosciuto dalla stessa Federazione Russa, con legittima aspirazione Europee.
Il PD Berlino-Brandenburgo guarda dunque con grande preoccupazione alla lesione di accordi che mettono in dubbio il sistema di cooperazione internazionale che nei decenni passati ha evitato conflitti di scala maggiore.

Prendendo atto delle scelte aggressive della Russia e con il desiderio di mantenere un sistema internazionale che possa garantire pace e prosperità invece che guerre il PD Berlino-Brandenburgo si appella ai governi europei ed ai nostri rappresentanti PD nel governo italiano per il conseguimento dei seguenti obiettivi:

a) Il mantenimento ed inasprimento di dure sanzioni economiche per isolare la Russia dal sistema di cooperazione internazionale che ha scelto di ignorare.

b) La creazione nel medio termine di una forza di difesa europea con stazionamento a est per proteggere i paesi che hanno più da temere (Baltico, Finlandia).

c) La razionalizzazione della produzione bellica con riduzione di modelli a favore di maggiori volumi, spostamento di competenze verso la commissione con un ministro degli esteri.

d) La sincronizzazione della riduzione dell’utilizzo dell’energia fossile unitamente quella della dipendenza dalla Russia.

e) Il congelamento di conti bancari intestati a russi o società di comodo (in particolare Cipro) e di proprietà immobiliare fino all’espropriazione.

d) Il blocco all’accesso al mercato dei capitali europeo per le imprese russe.

Queste misure devo però essere accompagnata dalla massima disponibilità al dialogo. L’ obiettivo rimane un sistema di cooperazione pacifica internazionale e non un’escalazione del conflitto.
Allo stesso modo i contatti con la società civile russa vanno sostenuti con decisione.

 

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Fonte immagine: https://apnews.com/article/russia-ukraine-europe-russia-media-kyiv-bcbfb2c802a44d94b89343ac1d3afbae




Comunicato sulla bocciatura dei quesiti referendari su eutanasia e cannabis

In data 16 febbraio 2022, in maniera differita, sono state rese pubbliche le decisioni contrarie della Corte costituzionale ai quesiti referendari sull’eutanasia e sulla cannabis. Sono state proposte la depenalizzazione dell’assistenza al suicidio, da una parte, e della coltivazione e possesso di marijuana, dall’altra.

Non mettiamo in dubbio il giudizio della Corte costituzionale, ma riteniamo che l’impegno per questi temi non si debba arrestarsi al primo ostacolo. La Consulta conferma dubbi che già esistevano riguardo al problema che nascerebbe dall’abolizione della 579 malgrado l’inserimento di casi notevoli in cui un divieto permarrebbe. Pertanto: solo una legge può risolvere l’impasse.  È compito del parlamento quale organo legislativo sovrano fare uno sforzo per produrre e far passare una legge che regoli queste due questioni. La libertà personale deve essere garantita e regolata per legge.

Entrambe le campagne referendarie hanno visto una grande partecipazione popolare, agevolata anche dall’uso di strumenti digitali per la raccolta firme. È il Partito Democratico che deve farsi portavoce di entrambe le campagne.

Permettere l’eutanasia mette al centro la vita del paziente, invece di lasciarla in balia di strutture ospedaliere e di organizzazioni religiose. Il PD deve essere il punto di riferimento per chi chiede una netta separazione fra Stato e confessioni religiose.

In secondo luogo, la depenalizzazione della coltivazione e detenzione di quantità minime di marijuana permetterebbe di controllare meglio il flusso della stessa, in modo da gestirne meglio gli effetti. Svuoterebbe le carceri, sovraffollate e dove vi ci si finisce anche solo per la detenzione di quantità minime di droghe leggere. Toglierebbe un business alle mafie e permetterebbe un approccio realista, più socialmente costruttivo alla questione.

Il trend è chiaro: In Germania il suicidio assistito non è vietato e la maggioranza progressista al Bundestag si accinge a legiferare in proposito (link), mentre la depenalizzazione del consumo di marijuana è uno degli obiettivi del trattato di coalizione e verrà presto tradotto in legge.

Sull’argomento è necessario fare chiarezza, ma non è un obiettivo raggiungibile tramite l’istigazione di un dibattito basato sulla paura e demonizzazione del suicidio assistito e della marijuana. È dovere del PD fare una campagna seria sul tema e illustrare i pro e i contro delle questioni, in maniera non ideologica, ma basata su reali circostanze e possibili reali benefici di una regolamentazione, tra le quali l’allontanamento da situazioni d’illegalità.

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Fonte immagine: https://www.corriere.it/cronache/22_febbraio_15/eutanasia-referendum-corte-costituzionale-232f14e2-8e8a-11ec-a91e-e98defcaa657.shtml




Il Circolo si rinnova

In data 6 dicembre 2021 si è giunti a scadenza naturale del mandato quadriennale di circolo. Sono state votate le seguenti persone alle cariche vacanti:

Arturo Bjorklund Winters alla Segreteria

Alberto Vettese alla Vicesegreteria

Viviana Vacante alla Presidenza

Federico Quadrelli alla Vicepresidenza

Pierantonio Rumignani alla Tesoreria

Valentina Vighetti, Valentina Piacentini, Valentina Zacharias nel Direttivo

Alessandro Gianesini, Annalisa Morelli, Luca Landoni alla Commissione di Garanzia

Clara West, Debora Rossi e Piero Sassi all’Ufficio Adesioni.

Le elezioni si sono svolte online date le circostanze pandemiche. I votanti sono stati 19 su 23 registrati (partecipazione equivalente al 83%). I risultati sono visibili al seguente indirizzo: https://secure.electionbuddy.com/results/LMN2F8WKQ76T




IL SALARIO MINIMO IN ITALIA. UNA PROSPETTIVA EUROPEA

AGORÀ DEL PD BERLINO E BRANDEBURGO E DEL PD TRIUGGIO

Link al documento

Ringraziamo tutte le persone che hanno contribuito con input ed idee durante la discussione del 22.11.2021 e con messaggi sulla pagina dell’Agorà. In particolar modo ringraziamo gli ospiti, Simone Oggionni, Emanuele Felice, Giorgia D’Errico, il Circolo PD Copenaghen ed Articolo 1.

 

L’introduzione di un salario orario minimo in Italia è un tema politicamente attuale e rilevante. A livello europeo è in corso una discussione proprio in questi giorni per approvare un perimetro generale di regole entro cui i Paesi membri possano poi legiferare in modo autonomo. L’esperienza recente della Germania ha dimostrato che la misura non produce effetti negativi sull’econonomia, né contrazioni dei salari: tutt’altro. Milioni di lavoratrici e lavoratori di settori in cui i salari erano bassi o bassissimi, al di sotto della soglia di povertà, hanno visto migliorare concretamente la propria condizione di lavoro. La Commissione istituita per vigilare sull’andamento del salario orario minimo ha già provveduto ad innalzare da 8,5 a 9,5 Euro lordi. Nella prima bozza di accordo tra FDP, SPD e Verdi è indicato nero su bianco l’innalzamento a 12 Euro lordi l’ora. Il Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung (DIW) di Berlino ha recentemente osservato che lo strumento è risultato efficace, ma non sufficiente. Per esempio, l’istituto suggerisce di non focalizzarsi solo sull’innalzamento della retribuzione oraria lorda minima, ma anche di intervenire su altre questioni, quelle legate al contrasto del lavoro nero, agli investimenti nella formazione professionale così come quelle legate alla riforma delle forme di contratto per ampliare le tutele che, ad oggi, nonostante il salario orario minimo risultano deboli per molte lavoratrici e molti lavoratori.

Alla luce di queste considerazioni, delle esperienze maturate in altri Paesi – come in Germania –, e delle specificità del caso italiano, la nostra Agorà si è concentrata su due dimensioni: (1) una tecnica relativa al valore adeguato di un salario orario minimo, anche in riferimento alle direttive europee attualmente esistenti e in discussione; (2) la modalità in cui questo intervento debba realizzarsi in una prospettiva sistemica che tenga in conto le riforme del welfare e del sistema tributario, affinché siano indirizzate realmente al principio di progressività e dunque d’equità.

Alla base di questa complessa e ricca discussione ci sono (1) la consapevolezza che finalmente possiamo capovolgere un paradigma, quello neoliberista, che fino ad oggi ha guardato alla “flessibilità salariale” e alla precarizzazione, producendo una rincorsa al ribasso dei salari stessi e dunque ad un progressivo impoverimento di ampie fasce di popolazione che, nonostante siano
impegnate in attività lavorative, si sono ritrovate sempre a rischio di esclusione sociale: i cosiddetti “lavoratori poveri”, che in Italia sono circa il 12%; (2) che per poter realizzare questa rivoluzione di paradigma occorra mettere il tema del “lavoro” al centro dell’agenda politica del PD e dell’alleanza a sinistra necessaria per poter portare avanti un progetto convincente e realizzabile di superamento dello status quo.

In sintesi, le proposte emerse dalla discussione dell’Agorà da noi promossa sono le seguenti:

(1) La discussione sull’introduzione di un salario orario minimo in Italia deve essere portata avanti con un dibattito sulla riforma della legge sulla rappresentanza sindacale e sulla contrattazione collettiva; questo perché in Italia i contratti collettivi giocano un ruolo importante da cui non si può prescindere;

(2) Seguendo le indicazioni dell’UE discutere l’introduzione di una soglia per il salario orario minimo in Italia a livello nazionale senza differenziazioni regionali, fissando il valore tra 8 e 9 Euro lordi l’ora, almeno, compresa la tredicesima; coprendo quasi la totalità dei lavoratori poveri attualmente stimati in Italia senza superare eccessivamente le indicazioni dell’UE;

(3) Legare l’introduzione del salario orario minimo a una ottimizzazione degli strumenti di welfare e tutela sociale (tra cui il reddito di cittadinanza) e ad un rafforzamento importante delle politiche attive del lavoro, come suggerito per il caso tedesco dal DIW, includendo anche il contrasto al lavoro nero;

In conclusione, nel programma del Partito Democratico e dell’alleanza di centrosinistra alternativa alle destre, alla luce anche del lavoro di approfondimento portato avanti nel 2020 dalle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, che ha portato anche una parte del sindacato a interrogarsi e a contribuire alla discussione, riteniamo si debba mettere al centro una vera battaglia per il lavoro dignitoso. Questo significa in primis introdurre un salario orario minimo che porti fuori dalla povertà i milioni di lavoratrici e lavoratori poveri (circa 3 milioni di persone). Servirà farlo nel quadro di una proposta ambiziosa ed organica che preveda una legge sulla rappresentanza e rafforzi lo strumento dei contratti collettivi nazionali, che fissi il valore del salario orario ad almeno 8 Euro lordi (con tredicesima), che riformi ed ottimizzi il Reddito di Cittadinanza e le politiche sociali (welfare) e che dia centralità alle politiche attive del Lavoro e alla questione della formazione professionale.

Federico QUADRELLI                                                                                 Lorenzo SALA

Segretario PD Berlino e Brandeburgo                                                 Segretario PD Triuggio

 

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Photo by Mathieu Stern on Unsplash




Comunicazione per il Congresso

Ai sensi dell’art.19(6) dello Statuto si comunica che ad oggi sono state validamente ricevute le seguenti candidature:

Presidente: Viviana Vacante (ex comma 6.b)

Vice-presidente: Federico Quadrelli (ex comma 6.c)

 

 




Sulla battuta di arresto del DDL Zan

Ieri in Senato, con un voto a scrutinio segreto, è stata votata la tagliola sul DDL Zan voluta da Lega e FdI e concessa dalla Presidente Casellati. Sono rammaricato, ovviamente, ma non stupito. Al di là della questione puramente numerica, e non potendo dire chi ha votato come a causa del voto segreto, c’è un dato politico incontrovertibile, come hanno osservato durante il dibattito senatrici e senatori del PD, del M5S e di LeU. La stessa capogruppo Sen. Malpezzi lo ha sottolineato.

Italia Viva ha cambiato posizione non appena il DDL è arrivato al Senato. Davide Faraone intervenne per dire che era necessario parlare con la destra per fare modifiche al DDL. Questo dopo aver lavorato, come IV, assieme al PD, al M5S, e a LeU per fare delle modifiche al DDL. Modifiche che poi hanno chiesto di cancellare. Una vera presa in giro.

Il DDL è stato tenuto ostaggio in Commissione, rinchiuso in un cassetto per troppo tempo.Quando poi la discussione è arrivata in Aula abbiamo avuto reazioni scomposte. La destra italiana, sovranista e vicina alle posizioni ideologiche di Orban, non ha mai voluto una legge per tutelare le persone LGBTQI, anzi, nei vari interventi al senato è emerso a più riprese una volontà chiara di lasciare le cose come stanno. Le mediazioni che poi hanno proposto erano del tutto strumentali, volte solo allo svuotamento sostanziale del DDL.

Tristissimo che IV al Senato si sia prestata a questo gioco chiedendo alle forze progressiste di dialogare con questa destra. Anche Forza Italia dovrà interrogarsi a fondo sulla propria natura “liberale”. Solo il deputato Elio Vito ha avuto il coraggio di parlare sempre a viso aperto a favore del DDL, evidenziando l’incoerenza di una forza politica che vuole essere, appunto liberale, e che nella sostanza sceglie le posizioni di Orban sul tema dei diritti.

Credo che sia stata una brutta pagina, specie per l’esultanza da stadio di senatrici e senatori della destra. Ma anche un momento di grande chiarezza: da una parte ci sono partiti che hanno portato avanti, con coerenza e fermezza, una battaglia sui diritti, dall’altra chi questi diritti non li ha mai voluti.
Mi rammarico molto perché sono stato, in Assemblea Nazionale, tra i firmatari della mozione con cui si impegnava il PD ad appoggiare il DDL. La battaglia andrà avanti. Il Segretario Enrico Letta ha invitato le associazioni LGBTQI* a promuovere una legge popolare sul tema, offrendo pieno appoggio. Credo possa essere un’ottima occasione di mobilitazione e d’impegno civile, per dimostrare che il Paese è anni luce avanti ad una certa classe dirigente. La nostra battaglia per i diritti di tutte e di tutti continua.
Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo

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Fonte immagine: https://www.adnkronos.com/resources/026e-139453f34cd5-34b3dbb5063a-1000/format/big/senato_fg_2710.jpg




Indizione del congresso di circolo 2021

Si riporta ex Art. 4 regolamento per la presentazione delle candidature alla segreteria del circolo

Berlino, 05.10.2021

 

Oggetto: Indizione del Congresso del Circolo PD di Berlino e Brandeburgo, 6 dicembre 2021 

 

Care iscritti, cari iscritti,

con la presente indico il Congresso del nostro Circolo per il giorno 6 di dicembre 2021 per il rinnovo delle sue cariche elettive.

Tale data è stata stabilita con delibera dell’Assemblea del 21 settembre scorso. In tale data si è anche proceduto, secondo la nostra prassi, a nominare la Commissione per il Congresso che è composta dai membri della Commissione di garanzia, Ilario Nocentini e Filippo Matteini, e da Francesca Indorato.

La Commissione di Congresso, altrimenti Presidenza del Congresso, avrà il compito di organizzare e gestire il Congresso. Accludo quindi una sua comunicazione a voi indirizzata con le prime indicazioni relative al processo e il relativo modulo per la presentazione delle candidature a Segretario con preghiera del suo utilizzo da parte degli interessati.

Per facilitare i necessari riscontri da parte vostra accludo alla presente comunicazione copia dello Statuto, con le debite modifiche recentemente approvate, e il Regolamento per la presentazione delle candidature alla Segreteria del nostro Circolo.

In tempo utile verrà convocata la Assemblea relativa secondo i termini previsti dal nostro Statuto che richiede un preavviso di tre settimane.

Nel caso di quesiti o dubbi prego gentilmente di volersi rivolgere direttamente alla Commissione per il Congresso utilizzando il suo indirizzo email riservato come indicato nella comunicazione acclusa:

                                                                                      congresso@circolopdberlino.com

Rimanendo naturalmente a disposizione di tutti invio i miei cari saluti

f.to
Presidente

Allegati: Comunicazione Presidenza del Congresso, Modulo di presentazione delle candidature, Statuto, Regolamento per la presentazione di candidature alla Segreteria [gli allegati sono stati inviati per email a tutti gli iscritti via ML]




Comunicato a sostegno di Mimmo Lucano e del ‘Modello Riace’

La stupefacente condanna di Mimmo Lucano da parte del tribunale di Locri che arriva a comminare quasi il massimo della pena prevista per ognuno dei numerosi capi di imputazione e, in totale, quasi il doppio della richiesta avanzata dal pubblico ministero nonché pene pecuniarie draconiane ha sorpreso quanti, come noi, hanno da sempre nutrito una grande ammirazione per la sua opera. Questa è divenuta nel tempo ancora più luminosa nel contrasto con l’indegna campagna di fango orchestrata dalla destra salviniana, essa stessa oggetto di numerose e ripetute vicende giudiziarie, che sembra oggi conseguire un suo obiettivo ambito.

Il „modello Riace“, con il quale si è prodigiosamente combinata la rivitalizzazione di un borgo in via di spopolamento con l’accoglimento e l‘integrazione di immigrati sulla base della creazione di nuove attività lavorative, è un simbolo che fa onore non solo a chi lo ha ideato e applicato superando infinite difficoltà, ma anche al nostro Paese. I numerosi riconoscimenti ricevuti da Mimmo in tutto il mondo, da Fortune ai premi per la pace e i diritti umani di Berna e Dresda, sono da soli una risposta esauriente al rozzo e ignorante populismo xenofobo che di proposito ha voluto fare di Mimmo un obiettivo esemplare da denigrare e abbattere.

Non abbiamo la conoscenza dettagliata che ci possa permettere un giudizio compiuto sugli incredibili capi d’accusa che stanno alla base della condanna e che vanno dall’associazione a delinquere – come se Mimmo fosse uno dei volgari mafiosi che da sempre ha contrastato – al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina fino alla truffa e al peculato – lui che, come da innumerevoli testimonianze, non ha ricchezze e non conduce una comoda vita negli agi. L’avvocato Pisapia, che ha accettato di difendere senza onorario Mimmo, parla di una sentenza „totalmente in contrasto con le evidenze processuali“.

Non vogliamo qui, per amore della correttezza cui ci sentiamo obbligati come democratici, iniziare un nostro processo di piazza contro coloro che hanno emanato la sentenza. Non abbiamo, come detto sopra, gli elementi per poterlo fare. Non è d’altra parte nostro compito esercitare in modo surrettizio funzioni che sono dei giudici. Siamo soprattutto interessati ai risvolti e i significati politici e sociali delle vicende sulla base di quanto accertato in sede di procedimento giudiziario, per quanto esso sia tenuto a motivare le proprie sentenze sulla base di un accertamento dimostrato dei fatti a tutela delle parti coinvolte.

Per rispetto dovuto alla Giustizia in quanto istituzione e sospendendo ogni giudizio vogliamo quindi attendere con grande attenzione il deposito della sentenza con le relative motivazioni che avverrà entro i prossimi 60 giorni. Solo allora potremo, fra l’altro, meglio giudicare quanto giusta sia l’osservazione di Pisapia riportata sopra.

Tuttavia vogliamo una volta di più e con forza mostrare la nostra solidarietà a Mimmo in questo momento difficilissimo per lui e rinnovare l’espressione della nostra grande ammirazione e riconoscenza per la sua opera esemplare. La battaglia non è finita con questa sentenza e noi nutriamo una speranza ben fondata che il prosieguo del procedimento giudiziario porterà alla completa riabilitazione di Mimmo non solo nelle aule dei tribunali ma nel paese intero.

Circolo PD di Berlino e Brandeburgo

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Immagine adattata da: https://livesicilia.it/wp-content/uploads/2021/09/Mimmo-lucano-648×340.jpg