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Comunicato sulla bocciatura dei quesiti referendari su eutanasia e cannabis

In data 16 febbraio 2022, in maniera differita, sono state rese pubbliche le decisioni contrarie della Corte costituzionale ai quesiti referendari sull’eutanasia e sulla cannabis. Sono state proposte la depenalizzazione dell’assistenza al suicidio, da una parte, e della coltivazione e possesso di marijuana, dall’altra.

Non mettiamo in dubbio il giudizio della Corte costituzionale, ma riteniamo che l’impegno per questi temi non si debba arrestarsi al primo ostacolo. La Consulta conferma dubbi che già esistevano riguardo al problema che nascerebbe dall’abolizione della 579 malgrado l’inserimento di casi notevoli in cui un divieto permarrebbe. Pertanto: solo una legge può risolvere l’impasse.  È compito del parlamento quale organo legislativo sovrano fare uno sforzo per produrre e far passare una legge che regoli queste due questioni. La libertà personale deve essere garantita e regolata per legge.

Entrambe le campagne referendarie hanno visto una grande partecipazione popolare, agevolata anche dall’uso di strumenti digitali per la raccolta firme. È il Partito Democratico che deve farsi portavoce di entrambe le campagne.

Permettere l’eutanasia mette al centro la vita del paziente, invece di lasciarla in balia di strutture ospedaliere e di organizzazioni religiose. Il PD deve essere il punto di riferimento per chi chiede una netta separazione fra Stato e confessioni religiose.

In secondo luogo, la depenalizzazione della coltivazione e detenzione di quantità minime di marijuana permetterebbe di controllare meglio il flusso della stessa, in modo da gestirne meglio gli effetti. Svuoterebbe le carceri, sovraffollate e dove vi ci si finisce anche solo per la detenzione di quantità minime di droghe leggere. Toglierebbe un business alle mafie e permetterebbe un approccio realista, più socialmente costruttivo alla questione.

Il trend è chiaro: In Germania il suicidio assistito non è vietato e la maggioranza progressista al Bundestag si accinge a legiferare in proposito (link), mentre la depenalizzazione del consumo di marijuana è uno degli obiettivi del trattato di coalizione e verrà presto tradotto in legge.

Sull’argomento è necessario fare chiarezza, ma non è un obiettivo raggiungibile tramite l’istigazione di un dibattito basato sulla paura e demonizzazione del suicidio assistito e della marijuana. È dovere del PD fare una campagna seria sul tema e illustrare i pro e i contro delle questioni, in maniera non ideologica, ma basata su reali circostanze e possibili reali benefici di una regolamentazione, tra le quali l’allontanamento da situazioni d’illegalità.

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Fonte immagine: https://www.corriere.it/cronache/22_febbraio_15/eutanasia-referendum-corte-costituzionale-232f14e2-8e8a-11ec-a91e-e98defcaa657.shtml




Il Circolo si rinnova

In data 6 dicembre 2021 si è giunti a scadenza naturale del mandato quadriennale di circolo. Sono state votate le seguenti persone alle cariche vacanti:

Arturo Bjorklund Winters alla Segreteria

Alberto Vettese alla Vicesegreteria

Viviana Vacante alla Presidenza

Federico Quadrelli alla Vicepresidenza

Pierantonio Rumignani alla Tesoreria

Valentina Vighetti, Valentina Piacentini, Valentina Zacharias nel Direttivo

Alessandro Gianesini, Annalisa Morelli, Luca Landoni alla Commissione di Garanzia

Clara West, Debora Rossi e Piero Sassi all’Ufficio Adesioni.

Le elezioni si sono svolte online date le circostanze pandemiche. I votanti sono stati 19 su 23 registrati (partecipazione equivalente al 83%). I risultati sono visibili al seguente indirizzo: https://secure.electionbuddy.com/results/LMN2F8WKQ76T




IL SALARIO MINIMO IN ITALIA. UNA PROSPETTIVA EUROPEA

AGORÀ DEL PD BERLINO E BRANDEBURGO E DEL PD TRIUGGIO

Link al documento

Ringraziamo tutte le persone che hanno contribuito con input ed idee durante la discussione del 22.11.2021 e con messaggi sulla pagina dell’Agorà. In particolar modo ringraziamo gli ospiti, Simone Oggionni, Emanuele Felice, Giorgia D’Errico, il Circolo PD Copenaghen ed Articolo 1.

 

L’introduzione di un salario orario minimo in Italia è un tema politicamente attuale e rilevante. A livello europeo è in corso una discussione proprio in questi giorni per approvare un perimetro generale di regole entro cui i Paesi membri possano poi legiferare in modo autonomo. L’esperienza recente della Germania ha dimostrato che la misura non produce effetti negativi sull’econonomia, né contrazioni dei salari: tutt’altro. Milioni di lavoratrici e lavoratori di settori in cui i salari erano bassi o bassissimi, al di sotto della soglia di povertà, hanno visto migliorare concretamente la propria condizione di lavoro. La Commissione istituita per vigilare sull’andamento del salario orario minimo ha già provveduto ad innalzare da 8,5 a 9,5 Euro lordi. Nella prima bozza di accordo tra FDP, SPD e Verdi è indicato nero su bianco l’innalzamento a 12 Euro lordi l’ora. Il Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung (DIW) di Berlino ha recentemente osservato che lo strumento è risultato efficace, ma non sufficiente. Per esempio, l’istituto suggerisce di non focalizzarsi solo sull’innalzamento della retribuzione oraria lorda minima, ma anche di intervenire su altre questioni, quelle legate al contrasto del lavoro nero, agli investimenti nella formazione professionale così come quelle legate alla riforma delle forme di contratto per ampliare le tutele che, ad oggi, nonostante il salario orario minimo risultano deboli per molte lavoratrici e molti lavoratori.

Alla luce di queste considerazioni, delle esperienze maturate in altri Paesi – come in Germania –, e delle specificità del caso italiano, la nostra Agorà si è concentrata su due dimensioni: (1) una tecnica relativa al valore adeguato di un salario orario minimo, anche in riferimento alle direttive europee attualmente esistenti e in discussione; (2) la modalità in cui questo intervento debba realizzarsi in una prospettiva sistemica che tenga in conto le riforme del welfare e del sistema tributario, affinché siano indirizzate realmente al principio di progressività e dunque d’equità.

Alla base di questa complessa e ricca discussione ci sono (1) la consapevolezza che finalmente possiamo capovolgere un paradigma, quello neoliberista, che fino ad oggi ha guardato alla “flessibilità salariale” e alla precarizzazione, producendo una rincorsa al ribasso dei salari stessi e dunque ad un progressivo impoverimento di ampie fasce di popolazione che, nonostante siano
impegnate in attività lavorative, si sono ritrovate sempre a rischio di esclusione sociale: i cosiddetti “lavoratori poveri”, che in Italia sono circa il 12%; (2) che per poter realizzare questa rivoluzione di paradigma occorra mettere il tema del “lavoro” al centro dell’agenda politica del PD e dell’alleanza a sinistra necessaria per poter portare avanti un progetto convincente e realizzabile di superamento dello status quo.

In sintesi, le proposte emerse dalla discussione dell’Agorà da noi promossa sono le seguenti:

(1) La discussione sull’introduzione di un salario orario minimo in Italia deve essere portata avanti con un dibattito sulla riforma della legge sulla rappresentanza sindacale e sulla contrattazione collettiva; questo perché in Italia i contratti collettivi giocano un ruolo importante da cui non si può prescindere;

(2) Seguendo le indicazioni dell’UE discutere l’introduzione di una soglia per il salario orario minimo in Italia a livello nazionale senza differenziazioni regionali, fissando il valore tra 8 e 9 Euro lordi l’ora, almeno, compresa la tredicesima; coprendo quasi la totalità dei lavoratori poveri attualmente stimati in Italia senza superare eccessivamente le indicazioni dell’UE;

(3) Legare l’introduzione del salario orario minimo a una ottimizzazione degli strumenti di welfare e tutela sociale (tra cui il reddito di cittadinanza) e ad un rafforzamento importante delle politiche attive del lavoro, come suggerito per il caso tedesco dal DIW, includendo anche il contrasto al lavoro nero;

In conclusione, nel programma del Partito Democratico e dell’alleanza di centrosinistra alternativa alle destre, alla luce anche del lavoro di approfondimento portato avanti nel 2020 dalle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, che ha portato anche una parte del sindacato a interrogarsi e a contribuire alla discussione, riteniamo si debba mettere al centro una vera battaglia per il lavoro dignitoso. Questo significa in primis introdurre un salario orario minimo che porti fuori dalla povertà i milioni di lavoratrici e lavoratori poveri (circa 3 milioni di persone). Servirà farlo nel quadro di una proposta ambiziosa ed organica che preveda una legge sulla rappresentanza e rafforzi lo strumento dei contratti collettivi nazionali, che fissi il valore del salario orario ad almeno 8 Euro lordi (con tredicesima), che riformi ed ottimizzi il Reddito di Cittadinanza e le politiche sociali (welfare) e che dia centralità alle politiche attive del Lavoro e alla questione della formazione professionale.

Federico QUADRELLI                                                                                 Lorenzo SALA

Segretario PD Berlino e Brandeburgo                                                 Segretario PD Triuggio

 

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Comunicazione per il Congresso

Ai sensi dell’art.19(6) dello Statuto si comunica che ad oggi sono state validamente ricevute le seguenti candidature:

Presidente: Viviana Vacante (ex comma 6.b)

Vice-presidente: Federico Quadrelli (ex comma 6.c)

 

 




Sulla battuta di arresto del DDL Zan

Ieri in Senato, con un voto a scrutinio segreto, è stata votata la tagliola sul DDL Zan voluta da Lega e FdI e concessa dalla Presidente Casellati. Sono rammaricato, ovviamente, ma non stupito. Al di là della questione puramente numerica, e non potendo dire chi ha votato come a causa del voto segreto, c’è un dato politico incontrovertibile, come hanno osservato durante il dibattito senatrici e senatori del PD, del M5S e di LeU. La stessa capogruppo Sen. Malpezzi lo ha sottolineato.

Italia Viva ha cambiato posizione non appena il DDL è arrivato al Senato. Davide Faraone intervenne per dire che era necessario parlare con la destra per fare modifiche al DDL. Questo dopo aver lavorato, come IV, assieme al PD, al M5S, e a LeU per fare delle modifiche al DDL. Modifiche che poi hanno chiesto di cancellare. Una vera presa in giro.

Il DDL è stato tenuto ostaggio in Commissione, rinchiuso in un cassetto per troppo tempo.Quando poi la discussione è arrivata in Aula abbiamo avuto reazioni scomposte. La destra italiana, sovranista e vicina alle posizioni ideologiche di Orban, non ha mai voluto una legge per tutelare le persone LGBTQI, anzi, nei vari interventi al senato è emerso a più riprese una volontà chiara di lasciare le cose come stanno. Le mediazioni che poi hanno proposto erano del tutto strumentali, volte solo allo svuotamento sostanziale del DDL.

Tristissimo che IV al Senato si sia prestata a questo gioco chiedendo alle forze progressiste di dialogare con questa destra. Anche Forza Italia dovrà interrogarsi a fondo sulla propria natura “liberale”. Solo il deputato Elio Vito ha avuto il coraggio di parlare sempre a viso aperto a favore del DDL, evidenziando l’incoerenza di una forza politica che vuole essere, appunto liberale, e che nella sostanza sceglie le posizioni di Orban sul tema dei diritti.

Credo che sia stata una brutta pagina, specie per l’esultanza da stadio di senatrici e senatori della destra. Ma anche un momento di grande chiarezza: da una parte ci sono partiti che hanno portato avanti, con coerenza e fermezza, una battaglia sui diritti, dall’altra chi questi diritti non li ha mai voluti.
Mi rammarico molto perché sono stato, in Assemblea Nazionale, tra i firmatari della mozione con cui si impegnava il PD ad appoggiare il DDL. La battaglia andrà avanti. Il Segretario Enrico Letta ha invitato le associazioni LGBTQI* a promuovere una legge popolare sul tema, offrendo pieno appoggio. Credo possa essere un’ottima occasione di mobilitazione e d’impegno civile, per dimostrare che il Paese è anni luce avanti ad una certa classe dirigente. La nostra battaglia per i diritti di tutte e di tutti continua.
Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo

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Fonte immagine: https://www.adnkronos.com/resources/026e-139453f34cd5-34b3dbb5063a-1000/format/big/senato_fg_2710.jpg




Indizione del congresso di circolo 2021

Si riporta ex Art. 4 regolamento per la presentazione delle candidature alla segreteria del circolo

Berlino, 05.10.2021

 

Oggetto: Indizione del Congresso del Circolo PD di Berlino e Brandeburgo, 6 dicembre 2021 

 

Care iscritti, cari iscritti,

con la presente indico il Congresso del nostro Circolo per il giorno 6 di dicembre 2021 per il rinnovo delle sue cariche elettive.

Tale data è stata stabilita con delibera dell’Assemblea del 21 settembre scorso. In tale data si è anche proceduto, secondo la nostra prassi, a nominare la Commissione per il Congresso che è composta dai membri della Commissione di garanzia, Ilario Nocentini e Filippo Matteini, e da Francesca Indorato.

La Commissione di Congresso, altrimenti Presidenza del Congresso, avrà il compito di organizzare e gestire il Congresso. Accludo quindi una sua comunicazione a voi indirizzata con le prime indicazioni relative al processo e il relativo modulo per la presentazione delle candidature a Segretario con preghiera del suo utilizzo da parte degli interessati.

Per facilitare i necessari riscontri da parte vostra accludo alla presente comunicazione copia dello Statuto, con le debite modifiche recentemente approvate, e il Regolamento per la presentazione delle candidature alla Segreteria del nostro Circolo.

In tempo utile verrà convocata la Assemblea relativa secondo i termini previsti dal nostro Statuto che richiede un preavviso di tre settimane.

Nel caso di quesiti o dubbi prego gentilmente di volersi rivolgere direttamente alla Commissione per il Congresso utilizzando il suo indirizzo email riservato come indicato nella comunicazione acclusa:

                                                                                      congresso@circolopdberlino.com

Rimanendo naturalmente a disposizione di tutti invio i miei cari saluti

f.to
Presidente

Allegati: Comunicazione Presidenza del Congresso, Modulo di presentazione delle candidature, Statuto, Regolamento per la presentazione di candidature alla Segreteria [gli allegati sono stati inviati per email a tutti gli iscritti via ML]




Comunicato a sostegno di Mimmo Lucano e del ‘Modello Riace’

La stupefacente condanna di Mimmo Lucano da parte del tribunale di Locri che arriva a comminare quasi il massimo della pena prevista per ognuno dei numerosi capi di imputazione e, in totale, quasi il doppio della richiesta avanzata dal pubblico ministero nonché pene pecuniarie draconiane ha sorpreso quanti, come noi, hanno da sempre nutrito una grande ammirazione per la sua opera. Questa è divenuta nel tempo ancora più luminosa nel contrasto con l’indegna campagna di fango orchestrata dalla destra salviniana, essa stessa oggetto di numerose e ripetute vicende giudiziarie, che sembra oggi conseguire un suo obiettivo ambito.

Il „modello Riace“, con il quale si è prodigiosamente combinata la rivitalizzazione di un borgo in via di spopolamento con l’accoglimento e l‘integrazione di immigrati sulla base della creazione di nuove attività lavorative, è un simbolo che fa onore non solo a chi lo ha ideato e applicato superando infinite difficoltà, ma anche al nostro Paese. I numerosi riconoscimenti ricevuti da Mimmo in tutto il mondo, da Fortune ai premi per la pace e i diritti umani di Berna e Dresda, sono da soli una risposta esauriente al rozzo e ignorante populismo xenofobo che di proposito ha voluto fare di Mimmo un obiettivo esemplare da denigrare e abbattere.

Non abbiamo la conoscenza dettagliata che ci possa permettere un giudizio compiuto sugli incredibili capi d’accusa che stanno alla base della condanna e che vanno dall’associazione a delinquere – come se Mimmo fosse uno dei volgari mafiosi che da sempre ha contrastato – al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina fino alla truffa e al peculato – lui che, come da innumerevoli testimonianze, non ha ricchezze e non conduce una comoda vita negli agi. L’avvocato Pisapia, che ha accettato di difendere senza onorario Mimmo, parla di una sentenza „totalmente in contrasto con le evidenze processuali“.

Non vogliamo qui, per amore della correttezza cui ci sentiamo obbligati come democratici, iniziare un nostro processo di piazza contro coloro che hanno emanato la sentenza. Non abbiamo, come detto sopra, gli elementi per poterlo fare. Non è d’altra parte nostro compito esercitare in modo surrettizio funzioni che sono dei giudici. Siamo soprattutto interessati ai risvolti e i significati politici e sociali delle vicende sulla base di quanto accertato in sede di procedimento giudiziario, per quanto esso sia tenuto a motivare le proprie sentenze sulla base di un accertamento dimostrato dei fatti a tutela delle parti coinvolte.

Per rispetto dovuto alla Giustizia in quanto istituzione e sospendendo ogni giudizio vogliamo quindi attendere con grande attenzione il deposito della sentenza con le relative motivazioni che avverrà entro i prossimi 60 giorni. Solo allora potremo, fra l’altro, meglio giudicare quanto giusta sia l’osservazione di Pisapia riportata sopra.

Tuttavia vogliamo una volta di più e con forza mostrare la nostra solidarietà a Mimmo in questo momento difficilissimo per lui e rinnovare l’espressione della nostra grande ammirazione e riconoscenza per la sua opera esemplare. La battaglia non è finita con questa sentenza e noi nutriamo una speranza ben fondata che il prosieguo del procedimento giudiziario porterà alla completa riabilitazione di Mimmo non solo nelle aule dei tribunali ma nel paese intero.

Circolo PD di Berlino e Brandeburgo

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Immagine adattata da: https://livesicilia.it/wp-content/uploads/2021/09/Mimmo-lucano-648×340.jpg




COMUNICATO DDL ZAN VENGA APPROVATO SENZA RITARDI. DA ITALIA VIVA ATTEGGIAMENTO SCONSIDERATO

I numeri per approvare il DDL Zan ci sarebbero anche al Senato se Italia Viva votasse il testo come ha fatto alla camera. Invece, in Senato IV vuole fare interventi di modifica che svuoterebbero il DDL del suo senso con il giubilo della Lega e della destra radicale.
Assistiamo a un Film già visto, quello delle Unioni Civili, che furono menomate rispetto al progetto iniziale proprio sulla base delle resistenze del gruppo di centrodestra con Alfano e di un’ampia fetta dell’allora PD a guida renziana. Non a caso gran parte di quella componente è ora Italia Viva. Sembra una corsa per il compromesso al ribasso, ma sulla pelle delle persone. Penso che quello di Italia Viva al Senato sia un comportamento cinico, che mette un freno al percorso per i diritti. Ci ritroveremo ancora con poco o nulla, specie rispetto a tanti altri paesi europei. Da delegato in Assemblea Nazionale sono stato tra i firmatari della mozione per l’approvazione del ddl Zan assieme a Monica Cirinnà, Brando Benifei, Sergio Lo Giudice e altre/i impegnati in una battaglia di civiltà. Spero che la coscienza individuale di senatrici e senatori di IV prevalga e che siano coerenti col percorso seguito fino ad oggi alla Camera.

 

Federico Quadrelli

Segretario PD Berlino e Brandeburgo

 

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Fonte immagine: Orizzontescuola.it, https://www.orizzontescuola.it/wp-content/uploads/2021/06/Zan.jpg




(ITA/DEU) COMUNICATO DEL CIRCOLO PD DI BERLINO E BRANDEBURGO SULLA SITUAZIONE DI GRAVE CONFLITTO TRA ISRAELE E PALESTINA / ERKLÄRUNG ÜBER DIE SITUATION DES SCHWEREN KONFLIKTS ZWISCHEN ISRAEL UND PALÄSTINA

COMUNICATO DEL CIRCOLO PD DI BERLINO E BRANDEBURGO SULLA SITUAZIONE DI GRAVE CONFLITTO TRA ISRAELE E PALESTINA

 

La situazione che oggi osserviamo in Medio Oriente non è frutto di una escalation inaspettata, ma è conseguenza di molti fattori, come l’occupazione israeliana di territori che in base alla risoluzione ONU dovevano essere abbandonati, la creazione di nuove colonie, nonostante il divieto imposto a livello internazionale, e da ultimo l’atto di sfratto nei confronti di residenti arabo-palestinesi di Gerusalemme Est nel quartiere di Sheikh Jerrah – Amnesty International riporta, sulla base dello UN Office OCHA, la demolizione negli ultimi mesi di 848 strutture abitative palestinesi in Gerusalemme e la West Bank e una stima di 200 richieste di sfratto contro locatari palestinesi pendenti presso i tribunali israeliani alla fine dello scorso anno. Il circolo PD Berlino e Brandeburgo deplora queste azioni.

Inoltre, non possiamo non tenere conto di quanto riportato da Amnesty International circa le condizioni in cui sono costretti a vivere quasi 2 milioni di palestinesi a Gaza.

Le violente aggressioni che si registrano da parte di esponenti dell’estrema destra israeliana nei confronti di cittadini arabo-palestinesi ci parlano del fallimento di un governo che non ha saputo gestire la convivenza fra i due popoli.

Allo stesso modo, condanniamo la risposta violenta di Hamas, con il lancio di missili su vasta scala, così come le numerose gravi aggressioni fisiche contro cittadini non arabi a cui si è assistito negli ultimi giorni.

Il Circolo PD Berlino e Brandeburgo rifiuta l’idea che la risposta alla violenza sia con altra cieca violenza. Quello che serve e che auspichiamo è la ripresa del dialogo tra l’autorità Palestinese e il governo di Israele.

Hamas è una organizzazione terroristica che cinicamente espone i propri connazionali a soprusi e violenze, che prospera sul malcontento e la disperazione di milioni di persone, costrette a vivere dietro a un muro, privati di diritti e di libertà.  Questa situazione deve finire il prima possibile. Per questo ribadiamo con fermezza il diritto all’esistenza di Israele così come quello di uno stato palestinese con pieni diritti. Condanniamo inoltre nel modo più fermo le manifestazioni di antisemitismo alla cui recrudescenza assistiamo in questi giorni.

Purtroppo, osserviamo ancora una volta il cinismo di Hamas da un lato e quello della destra nazionalista israeliana – quindi del premier uscente Netanyahu – dall’altro, che negli ultimi anni hanno alimentato discriminazioni e disagio nella popolazione palestinese.

L’unica soluzione auspicabile è il dialogo fra i due popoli che ci auguriamo possano tornare al più presto alla normalità, senza essere costretti a doversi preoccupare dei razzi che in questo momento fischiano sulla testa degli uni e degli altri. Dopotutto, tentativi di convivenza pacifica tra i due popoli esistono già, come dimostrano le esperienze delle scuole bilingue Neve Shalom/Wahat as-Salam e Hand in Hand che rappresentano una speranza.

Riteniamo infine che il dialogo non possa che essere iniziato da chi è nella situazione di forza, in questo caso lo Stato di Israele, con proposte che rappresentino un abbandono dell’approccio basato sull’assoluta predominanza militare rispetto all’avversario. La calma che si ottiene attraverso l’esercizio della forza non è pace e si rivela solo transitoria, radicalizzando sempre più le parti in causa e non fornendo quella garanzia di futura esistenza del proprio stato che Israele dovrebbe ragionevolmente perseguire.

I fatti di questi giorni dimostrano ancora una volta come sia stata e sia illusoria l’attesa, coltivata da politici israeliani, di un assopimento nel tempo dell’animosità della controparte – soprattutto qualora tale attesa venga accompagnata da una politica attiva di continuo e provocatorio svilimento dell’altro.

CIRCOLO PD DI BERLINO E BRANDEBURGO

 

ERKLÄRUNG ÜBER DIE SITUATION DES SCHWEREN KONFLIKTS ZWISCHEN ISRAEL UND PALÄSTINA

 

Die Situation, die wir heute im Nahen Osten beobachten, ist nicht das Ergebnis einer unerwarteten Eskalation, sondern das Zusammenspiel verschiedener Faktoren wie der israelischen Besetzung palästinensischer Gebiete, die einer Resolution der UNO entsprechend zurückgegeben werden sollten, des Ausbaus neuer israelischen Siedlungen trotz internationalen Verbots und, zuletzt, der Drohung von Zwangsräumungen gegen arabische Einwohner Ost-Jerusalems in dem Sheikh-Jerrah Viertel. Amnesty International berichtet auf der Basis von Angaben des UN-Office OCHA über den Abriss in den letzten Monaten von 848 Palästinensischen Gebäuden in Jerusalem und in der West-Bank sowie über einen geschätzten Bestand per Ende letzten Jahres von ca. 200 Räumungsklagen vor den israelischen Gerichten. Der Circolo PD di Berlino e Brandeburgo bedauert zutiefst diese Entwicklungen.

Man kann außerdem die Berichte von Amnesty International über die harschen Lebensbedingungen, die fast zwei Millionen Palästinenser im Gaza Streifen erdulden müssen, Außer Acht lassen.

Die gewaltsamen Angriffe dieser Tage gegen arabische Palästinenser durch Israelische Recht-Extremisten belegen das Scheitern einer Regierung, die das Zusammenleben zweier Völker nicht gestalten konnte.

Gleichzeitig verurteilen wir die gewaltsame Reaktion von Hamas mit einem groß angelegten Abschuss von Raketen so wie die zahlreichen und schweren Angriffe gegen nicht arabische Bürger, die man in diesen Tagen erleben musste.

Der Circolo PD di Berlino e Brandeburgo lehnt die Vorstellung ab, dass Gewalt mit erneuter blinder Gewalt zu erwidern ist. Was hier zu unternehmen ist und was wir erhoffen, ist die Wiederaufnahme des Dialogs zwischen der palästinensischen Behörde und der israelischen Regierung.

Hamas ist eine terroristische Organisation, welche die eigenen Bürger dem Missbrauch und der Gewalt aussetzt, welche Kapital aus der Unzufriedenheit und der Hoffnungslosigkeit vieler Menschen schlägt, die dazu gezwungen sind, der Rechten und Freiheit beraubt hinter einer Mauer zu leben. Dieser Situation muss so schnell wie möglich ein Ende gesetzt werden. Aus diesem Grunde sind wir für das Recht auf Existenz Israels sowie eines mit allen Rechten ausgestatteten palästinensischen Staates. Wir verurteilen außerdem aufs schwerste die Zunahme antisemitischer Äußerungen dieser Tage.

Wir beobachten leider gleichzeitig den Zynismus Hamas und den der israelischen rechten Nationalisten – und daher auch vom scheidenden Präsident Netanjahu. Das hat der palästinensischen Bevölkerung in den letzten Jahren zunehmende Diskriminierung und Verzweiflung gebracht.

Die einzige wünschenswerte Lösung ist die Einführung eines echten Dialogs zwischen den zwei Völkern, damit eine Normalität in ihren Beziehungen hergestellt werden kann – ohne die Sorge über ihren Köpfen fliegender Raketen. Beispiele fruchtbarer Koexistenz sind möglich und bereits vorhanden, wie das Dorf Neve Shalom / Wahat as-Salam oder das Netzwerk zweisprachiger Schulen Hand-in-Hand.

Wir sind schliesslich der Meinung, dass der Dialog vom Stärkeren, in diesem Fall von Israel, mit Vorschlägen eingeleitet werden soll, welche eine Abkehr vom Ansatz der militärischen Übermacht gegenüber dem Gegner darstellen. Die Ruhe, die man durch die Ausübung der Gewalt erreichen kann, bedeutet keinen Frieden und ist von kurzer Dauer. Das führt zu einer zunehmenden Radikalisierung der Beteiligten und bietet dem Staat Israel keine Garantie seiner künftigen Existenz, die vernünftigerweise sein wichtigstes Anliegen darstellen sollte.

Die Ereignisse dieser Tage zeigen noch einmal, wie illusorisch die Erwartung mancher israelischen Politiker war und ist, dass die Feindseligkeit des Gegners mit der Zeit abnimmt. Dies umso mehr, wenn eine solche Erwartung durch eine aktive Politik der unablässigen und herausfordernden Herabwürdigung des anderen unterstützt wird.

PD, KREIS BERLIN UND BRANDENBURG

 

 

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Fonte immagine: https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-05/gerusalemme-scontri-spianata-moschee.html




Buon 25 aprile dal Circolo PD Berlino e Brandeburgo