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Riflessioni sull’addio al PD di Civati

Questo articolo è frutto del dispiacere che la notizia dell’abbandono di Civati mi ha procurato. Per chi mi conosce e ha seguito un po’ il mio percorso politico negli ultimi due anni, sa che sono stato sostenitore di Civati in occasione del Congresso 2013 e candidato nella sua mozione, nella circoscrizione Europa 2.

Per me è stato un riferimento politico, abbiamo affrontato una sfida importante con le primarie del PD e ben 400.000 persone gli hanno accordato la loro fiducia. A Berlino raccolse 100 voti vincendo sugli altri sfidanti.

Credo quindi sia giusto condividere il messaggio con cui Giuseppe Civati spiega le ragioni della sua scelta. Credo sia un fatto molto negativo per il Partito Democratico, come ha detto anche il Presidente Matteo Orfini, poiché se ne va una persona onesta e capace, competente e appassionata e soprattutto un esponente importante di questo Partito, che ha contribuito a fondare e di cui è stato candidato Segretario.

Questo abbandono lo interpreto come una sconfitta politica per il nostro Partito, come scritto da molti altri esponenti del PD.

La pluralità delle idee è il punto di forza di questo partito, deve essere il punto di forza. Se non siamo in grado di confrontarci con un dissenso, seppur forte, viene meno la nostra vocazione dialogante e progressista. Come dirigente locale del Partito ho una responsabilità nei confronti di chi mi ha accordato fiducia nel momento dell’elezione a Segretario e sarà mio impegno proseguire con il lavoro fino a qua svolto per garantire che il nostro Circolo sia sempre uno spazio di confronto aperto, di partecipazione vera dove tutte le idee possano trovare ascolto e risposta, anche se le idee possono non essere sempre le stesse per tutti.

Il Circolo PD di Berlino deve essere un esempio di buona politica locale, dobbiamo dimostrare che un’altra politica con il PD è possibile e che questa si basa sul ruolo centrale delle iscritte e degli iscritti e del coinvolgimento della base in ogni decisione fondamentale della vita politica del gruppo. Questo dovrebbe valere ad ogni livello.

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino




Per il 70esimo anniversario della Liberazione

25 aprile 1945 la voce di Sandro Pertini alla radio invita ad uno sciopero generale contro gli occupanti: “cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire“.

Sono passati settant’anni da quel giorno e le domande che ci poniamo sono tante: cosa è rimasto di quell’esperienza? Cosa abbiamo realmente imparato dal nostro passato? Quale significato ha e deve avere il giorno della Liberazione per noi, oggi?

L’oppressione fascista, per citare Piero Calamandreivoleva ridurre l’uomo a cosa” e l’antifascismo è stato la lotta per mantenere la propria umanità. Sì, è proprio questo che dobbiamo ricordare. Sulla base della propria appartenenza etnica, religiosa, politica o in base alle condizioni personali, sono state commesse atrocità di ogni genere e se oggi possiamo dirci liberi, lo si deve a chi non ha ceduto, a chi è rimasto umano e ha messo la sua vita a rischio per offrire a chi sarebbe venuto, un futuro migliore.

Settant’anni sono, per alcuni, un lasso di tempo tanto grande da permettersi di dire “che non li riguarda” o che “non li rappresenta” e “che la liberazione non è un valore“. Eppure settant’anni sono un granello di polvere nello scorrere del tempo. Quella storia è dietro di noi, ci sospira sulle spalle, ci minaccia costantemente e di tanto in tanto qualcuno, purtroppo, si lascia soggiogare. Quando si trovano scritte sui muri che inneggiano a Hitler o Mussolini, che insultano gli ebrei  e minacciano gli stranieri, ci troviamo di fronte all’odioso rigurgito di quell’ideologia di morte che i partigiani e le partigiane  hanno fortemente combattuto a costo delle proprie vite a volte e sicuramente subendo tante sofferenze e sacrifici. Ed è allarmante non capire il senso profondo del festeggiare questa ricorrenza: non è un vezzo, è il rinnovamento di un impegno etico, storico, politico e sociale.

Sono passati decenni, ma la lezione non è stata imparata. Si assiste impotenti a guerre e massacri, violenze spaventose e ritorsioni basate sull’orientamento sessuale, sull’appartenenza religiosa, politica o chissà per quali altre motivazioni. Anche nella vecchia Europa risorgono movimenti che s’ispirano all’ideologia fascista. C’è chi inneggia alle morti delle migliaia di migranti nel mediterraneo, di quelle persone che fuggono in cerca di una possibilità di salvezza. Dove è la loro umanità? 

L’ideologia nazi-fascista era sbagliata all’epoca e lo è oggi. Si manifesta in modi diversi, con obiettivi diversi, ma con un’identica sostanza: odio, rabbia, violenza e desiderio di ridurre l’uomo a cosa. Ed oggi, più che mai, è nostro obbligo lottare per non perdere quell’umanità, come i nostri nonni e le nostre nonne hanno fatto a suo tempo. Abbiamo una responsabilità enorme: quella di tramandare e testimoniare ciò che è successo, affinché si lavori in questo presente per costruire un futuro sempre migliore. Si va avanti, ma si va avanti con il peso di una storia che ci appartiene e che non deve mai essere messa dimenticata.

La Liberazione è stata la rinascita del nostro Paese ed è importante celebrarla come ricorrenza. La Liberazione è stata la ritrovata speranza e la luce che ci ha permesso di uscire dalla terribile oscurità che ci opprimeva. Ma questa conquista non ci è stata data una volta per sempre. Per questo ci riguarda tutti, sempre, di generazione in generazione. Dobbiamo assumerci la responsabilità che ci deriva da questa storia e impegnarci tutti insieme per far sì che la pace e la libertà siano preservate e messe a disposizione di tutti.

Buon 25 aprile a tutti, che sia un giorno di profonda commozione e d’orgoglio!

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Sull’unità e il futuro del Partito Democratico

Care amiche e cari amici,

in queste ore seguo con molta attenzione quanto sta accadendo a Roma. La discussione sulla riforma della legge elettorale ha preso un percorso inatteso, che preoccupa. Le tensioni interne al PD non possono essere ignorate.

La ragione per cui mi trovo a scrivere apertamente su questo tema è che siamo arrivati ad un momento molto delicato. Come Segretario di Circolo ascolto i disagi e le speranza di molte e molti iscritte/i e simpatizzanti, e proprio oggi ho ricevuto una email da parte di un iscritto che mi manifesta il suo forte disagio per la decisione da parte del Segretario e Premier Matteo Renzi, di sostituire 10 componenti PD nella Commissione Affari Costituzionali, poiché in disaccordo con l’impianto dell’Italicum. Mi chiede se è ancora possibile definire questo partito “democratico”. E lo dice da sostenitore di Matteo Renzi, non da appartenente alla minoranza PD. La cosa che mi rattrista maggiormente è che questo iscritto non intende rinnovare la sua tessera.

Questa vicenda mi ha fatto molto riflettere e come Segretario di Circolo ho una responsabilità diretta per le mie iscritte e i miei iscritti, per i simpatizzanti e le simpatizzanti che partecipano attivamente alla vita del nostro gruppo poiché riconoscono nel nostro modo di fare un qualche cosa di nuovo. Non a caso ci siamo dati regole precise, abbiamo approvato uno Statuto interno e abbiamo improntato la nostra azione politica all’ascolto attivo di chiunque voglia portare un contributo all’attività del gruppo. Questa era ed è la nostra concezione di politica. Per questo spero che le persone deluse da certe scelte politiche fatte a livello nazionale non perdano la fiducia in questo partito, nel nostro sforzo, seppur piccolo, e che rimangano con noi per poter portare avanti una vera battaglia di cambiamento, quello che fino ad oggi non c’è stato.

Ripensando a quanto è accaduto in questi ultimi anni sento il bisogno di dire, con molta onestà, che siamo arrivati ad un momento delicato per il Partito Democratico. Negarlo sarebbe ipocrita. Un momento delicato per la politica in generale, così affannata e incapace di essere credibile e che appare sempre più nociva agli occhi delle persone. Scandali, soprusi, opportunismi e tanta opacità hanno annebbiato lo sguardo di molti, hanno sporcato la fiducia che riponevano in questo partito e ci hanno rinchiuso in un recinto stretto. In quello spazio possiamo gridare tutta la nostra rabbia, ma se c’è un modo di cambiare le cose questo è solo nello stare insieme. Lo scrivevo mesi fa sulle vicende di Mafia Capitale ed oggi lo ripeto, seppur da un’angolazione differente.

Di sbagli ne abbiamo commessi tanti e continuiamo a farne: la minoranza attuale ne ha commessi molti quando era maggioranza, e per certi versi ha continuato a farne anche ora, nel suo ruolo di opposizione interna, spesso intransigente e allo stesso tempo poco comprensibile nei suoi improvvisi “dietrofront”; dall’altra parte la maggioranza attuale che cerca una rivalsa muscolare su questa minoranza e su ciò che ha rappresentato e tutt’ora rappresenta utilizzando anche alleanze trasversali ed esterne al partito stesso.

Quando si ha potere si ha anche responsabilità. Tanto più grande è il potere, tanto più grande sarà la responsabilità che tale persona, o gruppo, dovrà gestire. Non solo onori, ma anche tanti oneri. Nel documento che abbiamo redatto come Circolo PD Berlino sulla “forma partito” e il futuro del PD, abbiamo scritto che il ruolo della dirigenza di un gruppo politico deve essere in primis quello di “creare comunità“, ma non una massa indistinta di volti. No, una comunione di speranze, idee e valori che possano rappresentare un orizzonte comune, un qualche cosa verso cui tendere e che orienta il nostro agire politico. E per fare ciò, tra le altre cose, abbiamo scritto che deve essere in grado di “gestire il consenso non meno del dissenso“. Per non cadere nell’illusione di essere sufficienti a se stessi e di poter fare e disfare alleanze, accordi o progetti senza doverne poi rendere conto a nessuno. Abbiamo ribadito la centralità delle persone e delle loro idee, e questo pensiamo debba valere ad ogni livello.

La figura del Segretario è una figura che deve rappresentare l’unità del partito, deve essere una guida, poiché è questo il senso della leadership, ma è anche soggetta al giudizio imprescindibile dei propri seguaci. E tale leadership può essere più o meno duratura, fin tanto che è efficace e ha consenso, ma passerà come tante altre cose passano. Ciò che resta, invece, è una struttura e quella che chiamo casa. Sì, quello spazio che è stato creato per mettere insieme sensibilità diverse accomunate però da valori e obiettivi simili. Quella casa aveva il nome di Partito Democratico ed oggi viene da chiedersi se questa casa sia ancora capace di accogliere quelle sensibilità. E che tipo di futuro l’aspetta. Se ciò che c’è oggi è ciò che ci aspettavamo, se è peggio o meglio.

Molti hanno deciso di lasciare, e la mia speranza è che queste energie possano ritornare e non andare perse. Altri sono arrivati, certo, ma c’è da chiedersi se hanno davvero il diritto di starci in quella casa e soprattutto se la loro presenza è davvero una comunione nei nostri valori e nei nostri obiettivi o mero opportunismo. Penso, senza troppi giri di parole, alle giravolte in Parlamento e ai vari cambi di casacca. Altri rimangono, caparbiamente, e ogni giorno devono spiegare il perché di tale scelta, portando avanti un progetto che è lo stesso da tempo. Che lavorano silenziosamente per realizzare una Politica diversa.

Non mi sfuggono le criticità. Non mi sfugge che troppo spesso il protagonismo di pochi danneggia la fatica e il gran lavoro, silenzioso, costante, minuzioso e sincero, di tantissimi altri. No, non mi sfuggono queste cose come non sfuggono a tanti altri. Ma avverto la responsabilità di un ruolo, che mi impone non di restare in silenzio, ma di esprimermi, come la democrazia vuole. E nel momento in cui ho accettato questa responsabilità ho anche legato al mio operare la fiducia di molte altre persone. Per questo scrivo questa lettera.

Alla prova di forza, a cui cede chi si sente debole, deve essere sostituita la voglia di confrontarsi serenamente e difendere sempre, ad ogni costo, i valori che hanno fondato la casa in cui ci troviamo e che vogliamo portare avanti con impegno. Sono valori irrinunciabili che definiscono la nostra identità politica e culturale. Fino a quando possiamo esprimerci liberamente e lavorare insieme questa casa sarà ancora la nostra casa e quindi il partito sarà ancora democratico.

A ciascuno di noi spetta il compito di vigilare e di dare forma alle decisioni. Si tratta di un cambiamento di prospettiva o se vogliamo un ritorno a ciò che era inteso questo progetto politico: la partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini, delle democratiche e dei democratici alla vita politica del partito.

Spero quindi che al disappunto e alla delusione, che comprendo, possa seguire la voglia di esserci e di impegnarsi per dare un volto alle speranze e dar loro una sostanza. Abbiamo già delle mura solide, dobbiamo evitare di abbatterle dall’interno e proprio a noi spetta il compito di tenere questo spazio sempre aperto, accogliente e pulito. Un luogo in cui valga la pena essere e in cui venga voglia di entrare.

E naturalmente ognuno si assumerà la responsabilità che gli compete. Alcuni ne hanno un po’ di meno, altri un po’ di più. Noi, iscritte ed iscritti, elettrici ed elettori, faremo in modo che a tali responsabilità non sfugga nessuno. Il Partito Democratico siamo, anche o soprattutto, noi.

In fede

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo

 




Il resoconto sull’evento #generazioneuropa a Bruxelles

Care iscritte e cari iscritti,

care e cari simpatizzanti,

di seguito trovate il resoconto dell’evento #generazioneuropa tenutosi a Bruxelles il 21 e il 22 marzo 2015. Il documento riassume i temi dell’incontro e mette insieme i risultati delle discussioni nelle tavole rotonde della seconda giornata di incontri.

Per visionare il documento >>> cliccate qua <<<

Per prendere visione degli atti del convegno e del materiale >>> cliccate qua <<<

Un caro saluto

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Il Circolo PD Berlino interviene su riforma della Legge Elettorale e Forma Partito

Care amiche e cari amici,

il Circolo PD Berlino e Brandeburgo ha redatto due documenti per discutere dei due principali temi del momento:

  • la riforma della legge elettorale, in riferimento nel nostro caso alla Circorscrizione estero,
  • la forma partito

Di seguito trovate i due documenti in formato .pdf da scaricare con le nostre osservazioni. Speriamo di poter contribuire in modo positivo ad un più ampio dibattito, facendo seguito a quanto già fatto da altri Circoli PD in Europa.

Documento “Riforma Elettorale

Documento “Forma Partito

Un caro saluto,

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Comunicato del Circolo PD Berlino e Brandeburgo contro il fascismo e ogni forma di razzismo

I recenti attacchi di stampo fascista sui social media alla deputata del PD, On. Laura Garavini, ci spingono a scrivere questa dichiarazione perché essi appaiono iscrivibili in un processo generalizzato di riaffermazione del pensiero autoritario. Ovunque si guardi – Russia, Cina, Turchia, il mondo arabo, Israele stessa o anche in Europa come in Ungheria, Francia, Germania e anche nel nostro paese – si assiste in modo allarmante, non solo nei governi ma anche nella società in generale, a una deriva più o meno apertamente antidemocratica.

Guardiamo con preoccupazione il riproporsi di scenari che la storia del ventesimo secolo ha inesorabilmente analizzato e condannato, e che reputavamo ormai superati. Ci siamo forse illusi che con l’espandersi nella società di un primo benessere e l’affacciarsi alla politica delle messa popolari, sarebbe seguito anche un consolidamento della democrazia in tutti i paesi in cui essa sembrava aver messo le radici. Las toria purtroppo ha preso una strada diversa.

Ciò che crea particolare inquietudine è l’ostentazione e l’arroganza con cui posizioni antidemocratiche vengono presentate utilizzando riferimenti aperti e senza nascondimenti a principi autoritari nella convinzione di trovarsi sostenuti da una parte crescente delle persone cui ci si rivolge.

Per quanto riguarda gli italiani più da vicino, le esternazioni di Orbán, Le Pen, Erdogan e anche di Salvini devono essere viste in tale contesto che sembra dare ragione nei fatti a chi pensa che si stia assistendo a una virata generalizzata delle società verso la “destra”, per utilizzare un termine che deve essere esteso, impropriamente in termini storici, ai paesi dell’area comunista o ex-comunista.

Il Circolo PD Berlino e Brandeburgo intende esprimere con forza la sua totale opposizione verso ogni forma di fascismo e razzismo e richiamare alla necessità di combattere apertamente le loro manifestazioni in tutti i settori della vita pubblica in cui essi si manifestano, inclusa l’area dei social media.

Persone sempre più giovani, sfruttando Facebook o Twitter, costituiscono pagine e spazi di discussione virtuali in cui si inneggia a figure ripugnanti del nazi-fascismo, quale quella di Benito Mussolini. Ci sono veri e propri tentativi di revisionismo storico in cui si vorrebbe far passare per buono un sistema che fu dittatoriale e spregiudicato. Alcune pagine fomentano l’odio contro omosessuali, ebrei, migranti in generale e, in alcuni casi promuovono la ribellione contro lo Stato di diritto e definiscono tutti quelli che non si riconoscono in quel sistema di non-valori, delle “zecche comuniste” meritevoli di “essere messi al muro”.

Questo è quanto accaduto di recente alla deputata PD Laura Garavini, rappresentante degli italiani all’estero. Di fronte al silenzio di Facebook alle richieste di oscurare le pagine inneggianti il al fascismo, quali “Giovani fascisti italiani” con oltre 130.000 iscritti, l’On. Garavini scrive un articolo di denuncia sull’Huffington Post Italia e da quel momento riceve insulti e minacce esplicite.

Abbiamo espresso la nostra solidarietà e vicinanza all’On. Garavini attraverso un messaggio a lei inviato ma crediamo che sia importante fare ancora di più. Noi del Circolo PD Berlino e Brandeburgo siamo fieri di definirci antifascisti e democratici. Chiediamo che Facebook in Italia rispetti, nell’esercizio della propria attività, le nostre leggi. Ricordiamo infatti, che in Italia, in base alla legge 20 giugno 1952, n.645 l’apologia del fascismo è un reato per cui è prevista la reclusione da 6 mesi a 2 anni con multa da 206 a 516 euro. E definirsi “giovani fascisti” e istituire online un gruppo con oltre 130.000 iscritti è senza dubbi propaganda dell’ideologia fascista e rappresenta il tentativo di costituire un gruppo reale ispirato a quei non-valori.

Siamo dell’avviso che i social media debbano rimanere un’area di espressione più libera possibile, ma siamo anche del parere che tale libertà debba tenere conto di quanto la legge prescrive nell’interesse dei social media stessi per evitare che l’eccesso divori la libertà e, con essa, la loro esistenza. È un tema (e un problema) di enorme importanza per la democrazia moderna che deve essere affrontato con la massima priorità. Anche in Italia – nel caso concreto con l’applicazione della legge sull’apologia del fascismo anche in Internet.

Il fascismo è una degenerazione politica contro cui lotteremo sempre. La memoria storica deve essere conservata ed è imperativo per chi fa politica rinnovare questo messaggio. Il ventennio fascista è stato un momento di oppressione e di violenza. L’esperienza della seconda guerra mondiale con il dilagare del nazi-fascismo ha segnato la vita e la storia di questo continente e del mondo. In tanti hanno lottato sacrificando le proprie vite affinché la società in cui vivevano fosse più libera, più giusta e più sana. Il benessere di oggi, il nostro poter esprimere idee e opinioni in libertà, senza il timore di essere perseguitati, minacciati, incarcerati o uccisi – solo per averle espresse – è il patrimonio grandioso che ci deriva dalla resistenza e dalla voglia di riscatto di una comunità.

Da parte nostra denunceremo ogni caso di tentativo di glorificare una pagina della nostra storia che deve essere invece considerata come oscura. Ci opporremo con forza ad ogni tentativo di mistificazione della realtà e della storia. Lotteremo senza se e senza ma contro ogni forma, reale o virtuale, di fascismo. E contro ogni sua manifestazione senza lasciarci intimorire.

Uniti per difendere la libertà e la democrazia!

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo

Piero Rumignani

Presidente Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Sergio Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica

Il 31 gennaio 2015 è stato eletto, al quarto scrutinio con una maggioranza molto grande (665 voti), come nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ci uniamo agli auguri di buon lavoro e alle congratulazioni per questa rapida e condivisa elezione.

Dopo i fatti 2013, è stato bello vedere un Parlamento ordinato e rispettoso che in modo chiaro e concordato ha eletto una figura di garanzia come quella di Sergio Mattarella alla più alta carica dello Stato. Con la sua storia personale e la sua attività politica del passato, siamo certi che Mattarella sarà in grado di riportare temi quali la legalità, la lotta alla Mafia, il rispetto delle regole e delle leggi, al primo posto nella sua attività di “arbitro”. Estraneo ad ogni schieramento politico attuale, ci auguriamo che possa essere anche un rigoroso garante della Costituzione e che ne difenda i valori e gli scopi.

Ci auguriamo anche che, come con Giorgio Napolitano, proceda nella difesa dell’Europa e nel rafforzamento del processo di integrazione che è ancora lungi dall’essere completato.

Un augurio di buon lavoro, Presidente Mattarella.

Federico Quadrelli

Segretario del Circolo PD Berlino&Brandeburgo




Noi del PD Berlino e i recenti fatti del PD Liguria

Care iscritte, cari iscritti

care e cari simpatizzanti,

I recenti fatti del PD ligure scaldano ulteriormente gli animi del nostro partito. Occorre canalizzare le spinte verso la riflessione su ciò che deve essere cambiato, evitando che si giochi solo al massacro. Non vi è dubbio che il PD possa asserire con un certo orgoglio di essere l’unica formazione politica in Italia ad applicare il sistema delle primarie. Ma è anche vero che le regole delle primarie PD mostrano chiaramente forti punti di debolezza e che questi minacciano di compromettere irreparabilmente in prospettiva la sua natura di strumento di democrazia. Tutti coloro che pensano che il sistema delle primarie sia un progresso rispetto al sistema delle nomine fatte nell’ambiente chiuso degli adepti e iniziati di un partito devono quindi sentirsi chiamati a uno sforzo per trovare proposte utili al miglioramento della situazione attuale, al di là della discussione sulle persone, le loro intenzioni e le loro azioni.

Desideriamo quindi esporre agli iscritti e ai simpatizzanti del nostro Circolo la nostra posizione chiedendo la loro partecipazione a un dibattito da proiettare anche all’esterno:

  1. Il sistema delle primarie va difeso e migliorato là dove esso è particolarmente debole.
  2. Tale sistema, come congegnato attualmente, rende i processi elettivi permeabili all’intervento  di forze esterne al PD che cercano di influenzarne le decisioni in modo indebito.
  3. Consideriamo che alla radice del problema sia in particolare la possibilità per chiunque di comparire anche solo il giorno delle primarie e di richiedere l’iscrizione contestuale alla lista degli elettori e quindi l’ammissione al voto.
  4. Come misura a prevenzione dell’infiltrazione indebita di elementi non affini al PD, richiediamo che le liste degli elettori vengano chiuse in anticipo e per tempo, ad esempio un mese dalla votazione delle primarie, permettendo così l’esercizio di un controllo, in particolare da parte della Commissione di garanzia competente, su possibili movimenti anomali nelle liste.
  5. Quale ulteriore misura proponiamo che sia la registrazione all’Anagrafe degli iscritti sia quella dei simpatizzanti all’Albo degli elettori avvengano mediante la presentazione del richiedente da parte di due persone già iscritte al PD in modo da evitare situazioni strumentali di anonimato.
  6. Chiediamo quindi che gli Statuti vigenti del PD, nazionale ed estero, vengano emendati corrispondentemente permettendo anche alle sedi periferiche di adottare nel proprio ambito tali misure che sono al momento impedite dalla regolamentazione attuale del partito.

Siamo coscienti del fatto che non sia possibile il raggiungimento della situazione ideale in cui registrazioni indebite all’Anagrafe e all’Albo possano essere escluse in modo assoluto nella pratica. Tuttavia pensiamo che sia necessario adoperarsi con la massima urgenza data la gravità delle manchevolezze attuali del sistema elettivo del partito al fine di introdurre norme che aiutino in modo rapido ed efficace alla riduzione drastica del fenomeno delle “male iscrizioni”, i particolare in vista di appuntamenti elettorali. Siamo coscienti che il nostro è solo un contributo ma siamo decisi a farcene portatori in una discussione più ampia che porti all’adozione di misure concrete nel breve.

Nel sentirci confortati dai recenti avvenimenti nella nostra scelta di dare alta priorità agli aspetti delle regole di funzionamento interno del nostro Circolo chiediamo l’appoggio dei suoi membri e simpatizzanti. Siamo dell’avviso che il “contenitore”, ovvero le regole, abbiano influenza sul contenuto e che quindi la nostra azione, per quanto apparentemente dedicata in questo specifico momento a temi secondari rispetto alle questioni politiche più grandi e vaste, sia condizione necessaria per la futura evoluzione e il successo del PD.

Non crediamo quindi che si possa semplicemente concludere la vicenda ligure osservando, come riferito da testate giornalistiche, che la “Discussione (è) chiusa” e che “adesso si deve dare una mano a chi ha vinto”. E chi è stato dichiarato vincitore non può procedere oltre senza altra riflessione solo perché la sua vittoria è “legittimata e (lei è) proiettata alle elezioni regionali”.  Né vogliamo entrare in discussioni a livello personale che richiedono, fra l’altro, una conoscenza assai maggiore dei fatti di quella che noi abbiamo. Con molta umiltà dobbiamo tutti riconoscere che le cose non sono andate affatto bene in Liguria, che le storture evidenziate da tali vicende, che non sono ahimè le prime in ordine temporale, gettano ombre lunghe sul partito intero e soprattutto su chi è uscito eletto e che dobbiamo tutti correre ai ripari senza indugi. Questo è quello che cerchiamo qui di fare senza considerazioni di appartenenza a schieramenti.

A voi tutti i nostri saluti cordiali

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino

Piero Rumignani

Presidente Circolo PD Berlino




Incontro con il Senatore Claudio Micheloni

Il 16 gennaio 2015 abbiamo incontrato il Senatore Claudio Micheloni presso la sede della SPD di Berlino ed è stato un evento importante.

Erano presenti, oltre agli iscritti del Circolo, anche i rappresentanti delle due liste Comites che ad Aprile si confronteranno nella sfida elettorale e la Presidentessa in carica del Comites di Berlino, Simonetta Donà.

Il senatore ci ha parlato in modo chiaro e onesto della condizione attuale dei Comites. Purtroppo la partecipazione al momento è molto bassa. Solo il 3,5% degli aventi diritto si sono iscritti e manca poco ormai. Sarà importante che gli iscritti AIRE si pre-iscrivano per poter esercitare il loro diritto di voto. Il Senatore Claudio Micheloni ci ha spiegato di aver fatto ricorso affinché laddove c’è una sola lista, la seconda possa avere il tempo di raccogliere le firme necessarie per potersi presentare. Un elemento irrinunciabile di democrazia. Un punto che il Senatore ha sottolineato con grande chiarezza. Una battaglia che porterà avanti, anche se riconosce le grandi difficoltà.

Con il Senatore Micheloni abbiamo discusso anche della situazione attuale della politica italiana. Le riforme in campo sono importanti e meritano una profonda riflessione. La riforma Costituzionale, per esempio, tocca gli assetti stessi del nostro Paese, del sistema politico italiano. A breve si discuterà anche della legge elettorale e sarà imperativa una discussione approfondita. Qui c’è in gioco il senso stesso della democrazia, ricordiamolo.

Ringrazio, a nome del Circolo, il Senatore Claudio Micheloni per essere stato nostro ospite e per averci aiutato a fare chiarezza sulla questione della rappresentanza estera e dei rinnovi dei Comites.

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino 




Comunicato Circolo PD Berlino e Brandeburgo sulle vicende di Parigi

Quanto è accaduto nei giorni passati a Parigi è stato terribile. Due terroristi hanno fatto irruzione nella sede del giornale satirico parigino Charlie Hebdo uccidendo dodici persone, tra cui molti membri della redazione, poi un terzo terrorista in accordo con i primi due ha ucciso altre persone in un supermercato, significativamente le vittime erano ebrei francesi.

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Il Circolo del PD di Berlino e Brandeburgo esprime la propria solidarietà alle famiglie delle vittime e si unisce alle dichiarazioni di tutti coloro che condannano fermamente quanto accaduto. Fatte le dovute premesse riteniamo però sia fondamentale tenere distinti due livelli: quello del fondamentalismo di matrice islamica, con tutte le azioni di terrorismo e violenza che ne scaturiscono; e l’Islam in quanto religione.

Le vicende di Parigi hanno generato un moto d’indignazione in tutti coloro che si definiscono democratici, pacifici e tolleranti. Le varie manifestazioni organizzate nelle varie città d’Europa, da Londra a Berlino, passando da Parigi, hanno dimostrato che è possibile anche stare uniti, nelle nostre diversità. Un obiettivo che è anche il motto dell’Unione Europea, appunto: uniti nella diversità.

Purtroppo, però, abbiamo anche assistito all’emergere di nuove forze xenofobe e razziste che non hanno aspettato a lungo per poter lucrare su queste vicende con fini meramente propagandistici, in una specie di perversa alleanza nei fatti con i fondamentalisti ai fini di una radicalizzazione della situazione. Ci riferiamo a tutti quegli esponenti politici e movimenti che hanno gridato al pericolo islamico in Europa, ai “milioni di musulmani pronti a sgozzare” e alle richieste sempre più pressanti di annullare Schengen e di “chiudere le frontiere”. Siamo impressionati dalla violenza verbale scaturita a danno non dei colpevoli in quanto tali, cioè assassini, a prescindere dall’origine etnica e il credo religioso, ma verso tutti i musulmani d’Europa.

Le comunità musulmane si sono dissociate apertamente. Perfino guide spirituali di Paesi non proprio democratici come l’Iran, o al centro di una guerra civile tra musulmani come la Siria, si sono dissociate citando i versi del Corano stesso in cui si può leggere: “chi uccide un uomo, uccide l’umanità”.

Centinaia di moschee sono state attaccate da gruppi di xenofobi in Europa e manifestazioni di odio razziale sono state organizzate in Francia, Italia e Germania. Ecco, come comunità di stranieri che vivono a Berlino sentiamo il dovere di condannare fortemente ogni tentativo di riaffermare la guerra tra “etnie” e “culture”.

La volontà di generalizzare, di additare l’altro e di colpevolizzare chiunque perché appartenente ad un credo o una cultura differente, è già accaduto in tempi non molto lontani causando ferite profonde che tutt’oggi sanguinano. Italia e Germania, tedeschi e italiani, hanno il dovere assoluto di ricordare gli orrori del nazi-fascismo, di riflettere e ammonire che a nessuno di loro viene alla mente di vedere in tali fenomeni storici un’espressione innata e caratteristica della cultura occidentale mentre troppo spesso la stessa persona si lasci attrarre incoerentemente da questa posizione nei confronti del mondo islamico. Insieme, abbiamo il dovere di dire no ad ogni tentativo pretestuoso di usare le orribili vicende di Parigi come giustificazione per limitare le libertà di cittadini e cittadine musulmane che convivono pacificamente nelle nostra società.

Il Circolo PD di Berlino e Brandeburgo auspica che la democrazia e il buon senso vincano sopra ogni forma, lieve o forte, di razzismo. È compito di ciascuno di noi lottare per garantire che le nostre leggi, i nostri valori e i nostri principi restino sempre alti, vincano sempre. Non permettiamo che ci siano deroghe a questi valori che ci sono costati milioni di vite umane, speranze e tante sofferenze.

Alla violenza di un gruppo di fanatici assassini, che hanno usato una religione per giustificare la loro follia omicida, noi rispondiamo con le parole esemplari di Jens Stoltenberg, ex premier Norvegese, all’indomani della strage consumata da un fanatico che intendeva “difendere la cristianità” in Europa e per far questo decideva di stroncare la vita di decine di giovani europei e stranieri socialdemocratici uniti nell’ideale di una società multietnica, tollerante e democratica: “Puniremo il colpevole. La sua punizione consisterà in questo, che noi diventeremo ancora più tolleranti, più democratici e più generosi”.