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Comunicato sulla Giornata della Memoria 2024

Il 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau da parte dell’esercito sovietico nel 1945, si celebra il Giorno della Memoria dell’Olocausto, ovvero dell’eccidio di circa sei milioni di ebrei da parte del regime nazista perpetrato come “soluzione finale”.  È bene ricordare per nostra memoria che tale disumano atto “finale” va inquadrato in una successione di persecuzioni intermittenti verso le comunità ebree in Europa, in un considerevole arco di tempo di oltre mille anni, cui la creazione dello stato di Israele avrebbe dovuto segnare la fine. La folle furia eugenetica e razzista, che non fu purtroppo solo diffusa tra le popolazioni di lingua tedesca, finì per coinvolgere e colpire anche altre comunità, quali Sinti e Roma, così come tutti coloro che venivano visti come un pericolo da eliminare fisicamente in difesa di una immaginaria purezza della razza, e quindi della società intera, in quanto diversi per il loro orientamento politico, sessuale, la loro identità di genere, il loro grado di abilismo fisico e mentale.   

“Mai più”: sono le parole che spesso si sentono in occasione di eventi legati al ricordo dell’Olocausto, in molteplici occasioni. “Mai più” la repressione, mirata, scientificamente messa a punto, organizzata come la gestione di un affare di stato, in cui gli individui o servono gli interessi nazionali acriticamente o vengono rimossi fisicamente, senza che venga loro riconosciuta una titolarità di diritti umani. “Mai più” un’ideologia afferrata ad un pregiudizio, carica d’odio e di senso d’insicurezza, di sconfitta, dovrebbe orientare le coscienze e il vivere civile degli uni con gli altri. “Mai più un olocausto” deve essere e dovrà sempre essere. 

L’Olocausto fu il culmine di un odio antico che si riversava nei confronti di parti della popolazione, ebree e non ebree, percepite come inferiori in un ordine gerarchico che negava l’autodeterminazione dell’individuo e spingeva al dominio. Il nazismo, difatti, fu sospinto da un’idea totalitaria nella costruzione della società e nei rapporti tra i popoli. Nel ricordare l’Olocausto e nella realizzazione dell’impegno affinché esso non si ripeta in futuro dobbiamo avere la coerenza di declinare gli insegnamenti storici in tutti i contesti del nostro vivere, costruendo, soprattutto in un periodo difficile per le democrazie come quello attuale, una cultura d’integrazione e di cooperazione, rifiutando le divisioni e i venditori di paura. C’è bisogno di visione per dare un indirizzo di giustizia allo sviluppo mondiale, ponendoci la sostenibilità come obiettivo trasversale.  

L’odierna Giornata della Memoria ci impone di riconoscere le discriminazioni e le persecuzioni laddove inizino ad essere organizzate, nonché tollerate, se non addirittura socialmente accettate come panacea per un malessere diffuso e mal compreso. I paralleli storici e il valore intrinseco della memoria sono uno strumento di guardia preziosissimo ed efficace, e infatti spesso osteggiato da chi sostiene un certo tipo di sviluppo, una certa civilizzazione in ottica di scontro perenne e imprescindibile con l’altro. 

Il nostro Partito Democratico, antifascista, custode dei valori della Resistenza deve tradurre l’impellenza di uno sviluppo sociale dello spazio che abitiamo e trasmettere alle nuove generazioni l’impegno per un ordine che ha garantito pace, democrazia, benessere e progresso sotto tutti gli aspetti. L’identità dell’Europa sta in quelle parole: “Mai più”, ed è un impegno vivo e costante. 




Comunicato di condanna nei confronti del Ministro Valditara per le dichiarazioni a proposito dell’attacco fascista a Firenze del 18 febbraio 2023

Il Circolo PD Berlino e Brandeburgo, essendo venuto a conoscenza della reazione del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, in data 23 febbraio 2023 alla lettera della preside del liceo Da Vinci di Firenze Annalisa Savino sull’indifferenza come causa scatenante del fascismo in Italia, relativamente ad un’aggressione di matrice fascista avvenuta di fronte al liceo classico Michelangiolo di Firenze  in data 18 febbraio 2023, esprime la sua più sentita solidarietà alla dirigente scolastica e la più ferma condanna all’atteggiamento del ministro.

Sminuire la portata delle aggressioni fasciste in Italia spiana la strada alla legittimazione delle stesse. Minacciare ritorsioni per una pubblica presa di posizione antifascista della preside Annalisa Savino, peraltro in linea con l’orientamento repubblicano e antifascista della Repubblica Italiana, ci sconcerta. In modo particolare l’affermazione per cui potrebbero esserci provvedimenti disciplinari. Ribadendo che è tra i principali compiti della scuola e dei suoi singoli insegnanti istruire giovani italiane e italiani sul passato del nostro paese e in particolare sulle scelleratezze fasciste ricordiamo che il ministero ha pensato che sia opportuno tacere fino ad oggi sui fatti fiorentini.

Il governo dica se questa è la visione che ha di società, di scuola e di civile convivenza.

Nell’auspicio che l’attuale fase costituente del Partito Democratico riporti energie fresche per costituire un’opposizione valida e alternativa a questo governo, chiediamo al Ministero dell’Istruzione di ritirare le affermazioni fatte e rispettare l’articolo 33 della nostra costituzione che prevede la libertà d’insegnamento nonché di pronunciarsi finalmente senza ulteriore ritardo in merito all’assalto  di fronte al liceo Michelangiolo, ricordandosi fra l’altro che l’apologia del fascismo è reato nel nostro paese come in Germania.




Comunicato stampa congiunto a favore di Assange

Comunicato Stampa Congiunto
Amsterdam, 21 giugno 2022

“Un giorno buio per la libertà di stampa” (WikiLeaks)
La ministra dell’Interno del Regno Unito, Priti Patel, ha autorizzato l’estradizione di Julian Assange negli Usa per affrontare accuse relative alla Legge sullo spionaggio. Firmando l’ordine di trasferimento, la ministra Patel fa rischiare ad Assange fino a 175 anni di carcere.
“Questa decisione pone Assange in grande pericolo e invia un messaggio agghiacciante ai giornalisti in ogni parte del mondo”, ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
Il fondatore di Wikileaks negli Stati Uniti è ricercato per la pubblicazione sul suo sito di centinaia di migliaia di documenti classificati come rapporti dell’esercito statunitense sulle guerre in Iraq e Afghanistan, telegrammi diplomatici o documenti sui prigionieri di Guantanamo, incluse rivelazioni su abusi dei diritti umani commessi dalle truppe Usa.
Dopo la decisione di Patel, WikiLeaks ha immediatamente rilasciato una dichiarazione in cui afferma che farà ricorso contro l’ordine di estradizione. Qui trovate la dichiarazione.
Le implicazioni per la libertà di stampa e, di riflesso, per la democrazia in generale, non sono purtroppo delle più rosee. Julian Assange infatti, cittadino australiano, è divenuto un simbolo mondiale della libertà di stampa per il coraggioso lavoro portato avanti insieme all’ex analista militare statunitense, Chelsea Manning.
L’estradizione di Assange manda un segnale che rischia di minare principi di libertà di espressione ed all’accesso trasparente all’informazione su cui la democrazia si fonda.
Letizia Maulà, Segretaria del Partito Democratico Amsterdam
Lista completa dei firmatari nel documento originale (clicca qui)

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Fonte immagine: Committee to Protect Journalists

British Home Secretary approves Assange extradition to the United States




Comunicato sull’aggressione russa dell’Ucraina

Il PD Berlino-Brandeburgo rappresentato dall’organo direttivo

1. condanna l’operazione militare aggressiva e ingiustificata nei confronti dell’Ucraina avviata nella scorsa settimana.
Le principali città ucraine sono sotto il fuoco dell’esercito russo: Kharkiv, Kyiv, Odessa, Dniepro, più diverse città sulla sponda est del fiume Dniepro.

2. qualifica il discorso alla nazione del presidente Putin, nella giornata precedente come fortemente nazionalista e reazionario e nota che la Russia ha fomentato il conflitto per un anno usando il pretesto di esercitazioni militari congiunte con la Bielorussia e senza mai ritirare le truppe dalle postazioni di confine.

3. riafferma l’importanza del rispetto dei confini e dell’indipendenza dell’Ucraina. La fine dell’URSS avvenne nel 1991 con la dichiarazione de-facto di indipendenza dall’URSS della Federazione Russa di Eltsin ed in seguito di tutte le altre Repubbliche, tra cui della Repubblica Socialista Ucraina.
Da allora l’Ucraina è un paese indipendente riconosciuto dalla stessa Federazione Russa, con legittima aspirazione Europee.
Il PD Berlino-Brandenburgo guarda dunque con grande preoccupazione alla lesione di accordi che mettono in dubbio il sistema di cooperazione internazionale che nei decenni passati ha evitato conflitti di scala maggiore.

Prendendo atto delle scelte aggressive della Russia e con il desiderio di mantenere un sistema internazionale che possa garantire pace e prosperità invece che guerre il PD Berlino-Brandenburgo si appella ai governi europei ed ai nostri rappresentanti PD nel governo italiano per il conseguimento dei seguenti obiettivi:

a) Il mantenimento ed inasprimento di dure sanzioni economiche per isolare la Russia dal sistema di cooperazione internazionale che ha scelto di ignorare.

b) La creazione nel medio termine di una forza di difesa europea con stazionamento a est per proteggere i paesi che hanno più da temere (Baltico, Finlandia).

c) La razionalizzazione della produzione bellica con riduzione di modelli a favore di maggiori volumi, spostamento di competenze verso la commissione con un ministro degli esteri.

d) La sincronizzazione della riduzione dell’utilizzo dell’energia fossile unitamente quella della dipendenza dalla Russia.

e) Il congelamento di conti bancari intestati a russi o società di comodo (in particolare Cipro) e di proprietà immobiliare fino all’espropriazione.

d) Il blocco all’accesso al mercato dei capitali europeo per le imprese russe.

Queste misure devo però essere accompagnata dalla massima disponibilità al dialogo. L’ obiettivo rimane un sistema di cooperazione pacifica internazionale e non un’escalazione del conflitto.
Allo stesso modo i contatti con la società civile russa vanno sostenuti con decisione.

 

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Fonte immagine: https://apnews.com/article/russia-ukraine-europe-russia-media-kyiv-bcbfb2c802a44d94b89343ac1d3afbae




Comunicato sulla bocciatura dei quesiti referendari su eutanasia e cannabis

In data 16 febbraio 2022, in maniera differita, sono state rese pubbliche le decisioni contrarie della Corte costituzionale ai quesiti referendari sull’eutanasia e sulla cannabis. Sono state proposte la depenalizzazione dell’assistenza al suicidio, da una parte, e della coltivazione e possesso di marijuana, dall’altra.

Non mettiamo in dubbio il giudizio della Corte costituzionale, ma riteniamo che l’impegno per questi temi non si debba arrestarsi al primo ostacolo. La Consulta conferma dubbi che già esistevano riguardo al problema che nascerebbe dall’abolizione della 579 malgrado l’inserimento di casi notevoli in cui un divieto permarrebbe. Pertanto: solo una legge può risolvere l’impasse.  È compito del parlamento quale organo legislativo sovrano fare uno sforzo per produrre e far passare una legge che regoli queste due questioni. La libertà personale deve essere garantita e regolata per legge.

Entrambe le campagne referendarie hanno visto una grande partecipazione popolare, agevolata anche dall’uso di strumenti digitali per la raccolta firme. È il Partito Democratico che deve farsi portavoce di entrambe le campagne.

Permettere l’eutanasia mette al centro la vita del paziente, invece di lasciarla in balia di strutture ospedaliere e di organizzazioni religiose. Il PD deve essere il punto di riferimento per chi chiede una netta separazione fra Stato e confessioni religiose.

In secondo luogo, la depenalizzazione della coltivazione e detenzione di quantità minime di marijuana permetterebbe di controllare meglio il flusso della stessa, in modo da gestirne meglio gli effetti. Svuoterebbe le carceri, sovraffollate e dove vi ci si finisce anche solo per la detenzione di quantità minime di droghe leggere. Toglierebbe un business alle mafie e permetterebbe un approccio realista, più socialmente costruttivo alla questione.

Il trend è chiaro: In Germania il suicidio assistito non è vietato e la maggioranza progressista al Bundestag si accinge a legiferare in proposito (link), mentre la depenalizzazione del consumo di marijuana è uno degli obiettivi del trattato di coalizione e verrà presto tradotto in legge.

Sull’argomento è necessario fare chiarezza, ma non è un obiettivo raggiungibile tramite l’istigazione di un dibattito basato sulla paura e demonizzazione del suicidio assistito e della marijuana. È dovere del PD fare una campagna seria sul tema e illustrare i pro e i contro delle questioni, in maniera non ideologica, ma basata su reali circostanze e possibili reali benefici di una regolamentazione, tra le quali l’allontanamento da situazioni d’illegalità.

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Fonte immagine: https://www.corriere.it/cronache/22_febbraio_15/eutanasia-referendum-corte-costituzionale-232f14e2-8e8a-11ec-a91e-e98defcaa657.shtml




Comunicato a sostegno di Mimmo Lucano e del ‘Modello Riace’

La stupefacente condanna di Mimmo Lucano da parte del tribunale di Locri che arriva a comminare quasi il massimo della pena prevista per ognuno dei numerosi capi di imputazione e, in totale, quasi il doppio della richiesta avanzata dal pubblico ministero nonché pene pecuniarie draconiane ha sorpreso quanti, come noi, hanno da sempre nutrito una grande ammirazione per la sua opera. Questa è divenuta nel tempo ancora più luminosa nel contrasto con l’indegna campagna di fango orchestrata dalla destra salviniana, essa stessa oggetto di numerose e ripetute vicende giudiziarie, che sembra oggi conseguire un suo obiettivo ambito.

Il „modello Riace“, con il quale si è prodigiosamente combinata la rivitalizzazione di un borgo in via di spopolamento con l’accoglimento e l‘integrazione di immigrati sulla base della creazione di nuove attività lavorative, è un simbolo che fa onore non solo a chi lo ha ideato e applicato superando infinite difficoltà, ma anche al nostro Paese. I numerosi riconoscimenti ricevuti da Mimmo in tutto il mondo, da Fortune ai premi per la pace e i diritti umani di Berna e Dresda, sono da soli una risposta esauriente al rozzo e ignorante populismo xenofobo che di proposito ha voluto fare di Mimmo un obiettivo esemplare da denigrare e abbattere.

Non abbiamo la conoscenza dettagliata che ci possa permettere un giudizio compiuto sugli incredibili capi d’accusa che stanno alla base della condanna e che vanno dall’associazione a delinquere – come se Mimmo fosse uno dei volgari mafiosi che da sempre ha contrastato – al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina fino alla truffa e al peculato – lui che, come da innumerevoli testimonianze, non ha ricchezze e non conduce una comoda vita negli agi. L’avvocato Pisapia, che ha accettato di difendere senza onorario Mimmo, parla di una sentenza „totalmente in contrasto con le evidenze processuali“.

Non vogliamo qui, per amore della correttezza cui ci sentiamo obbligati come democratici, iniziare un nostro processo di piazza contro coloro che hanno emanato la sentenza. Non abbiamo, come detto sopra, gli elementi per poterlo fare. Non è d’altra parte nostro compito esercitare in modo surrettizio funzioni che sono dei giudici. Siamo soprattutto interessati ai risvolti e i significati politici e sociali delle vicende sulla base di quanto accertato in sede di procedimento giudiziario, per quanto esso sia tenuto a motivare le proprie sentenze sulla base di un accertamento dimostrato dei fatti a tutela delle parti coinvolte.

Per rispetto dovuto alla Giustizia in quanto istituzione e sospendendo ogni giudizio vogliamo quindi attendere con grande attenzione il deposito della sentenza con le relative motivazioni che avverrà entro i prossimi 60 giorni. Solo allora potremo, fra l’altro, meglio giudicare quanto giusta sia l’osservazione di Pisapia riportata sopra.

Tuttavia vogliamo una volta di più e con forza mostrare la nostra solidarietà a Mimmo in questo momento difficilissimo per lui e rinnovare l’espressione della nostra grande ammirazione e riconoscenza per la sua opera esemplare. La battaglia non è finita con questa sentenza e noi nutriamo una speranza ben fondata che il prosieguo del procedimento giudiziario porterà alla completa riabilitazione di Mimmo non solo nelle aule dei tribunali ma nel paese intero.

Circolo PD di Berlino e Brandeburgo

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Immagine adattata da: https://livesicilia.it/wp-content/uploads/2021/09/Mimmo-lucano-648×340.jpg




(ITA/DEU) COMUNICATO DEL CIRCOLO PD DI BERLINO E BRANDEBURGO SULLA SITUAZIONE DI GRAVE CONFLITTO TRA ISRAELE E PALESTINA / ERKLÄRUNG ÜBER DIE SITUATION DES SCHWEREN KONFLIKTS ZWISCHEN ISRAEL UND PALÄSTINA

COMUNICATO DEL CIRCOLO PD DI BERLINO E BRANDEBURGO SULLA SITUAZIONE DI GRAVE CONFLITTO TRA ISRAELE E PALESTINA

 

La situazione che oggi osserviamo in Medio Oriente non è frutto di una escalation inaspettata, ma è conseguenza di molti fattori, come l’occupazione israeliana di territori che in base alla risoluzione ONU dovevano essere abbandonati, la creazione di nuove colonie, nonostante il divieto imposto a livello internazionale, e da ultimo l’atto di sfratto nei confronti di residenti arabo-palestinesi di Gerusalemme Est nel quartiere di Sheikh Jerrah – Amnesty International riporta, sulla base dello UN Office OCHA, la demolizione negli ultimi mesi di 848 strutture abitative palestinesi in Gerusalemme e la West Bank e una stima di 200 richieste di sfratto contro locatari palestinesi pendenti presso i tribunali israeliani alla fine dello scorso anno. Il circolo PD Berlino e Brandeburgo deplora queste azioni.

Inoltre, non possiamo non tenere conto di quanto riportato da Amnesty International circa le condizioni in cui sono costretti a vivere quasi 2 milioni di palestinesi a Gaza.

Le violente aggressioni che si registrano da parte di esponenti dell’estrema destra israeliana nei confronti di cittadini arabo-palestinesi ci parlano del fallimento di un governo che non ha saputo gestire la convivenza fra i due popoli.

Allo stesso modo, condanniamo la risposta violenta di Hamas, con il lancio di missili su vasta scala, così come le numerose gravi aggressioni fisiche contro cittadini non arabi a cui si è assistito negli ultimi giorni.

Il Circolo PD Berlino e Brandeburgo rifiuta l’idea che la risposta alla violenza sia con altra cieca violenza. Quello che serve e che auspichiamo è la ripresa del dialogo tra l’autorità Palestinese e il governo di Israele.

Hamas è una organizzazione terroristica che cinicamente espone i propri connazionali a soprusi e violenze, che prospera sul malcontento e la disperazione di milioni di persone, costrette a vivere dietro a un muro, privati di diritti e di libertà.  Questa situazione deve finire il prima possibile. Per questo ribadiamo con fermezza il diritto all’esistenza di Israele così come quello di uno stato palestinese con pieni diritti. Condanniamo inoltre nel modo più fermo le manifestazioni di antisemitismo alla cui recrudescenza assistiamo in questi giorni.

Purtroppo, osserviamo ancora una volta il cinismo di Hamas da un lato e quello della destra nazionalista israeliana – quindi del premier uscente Netanyahu – dall’altro, che negli ultimi anni hanno alimentato discriminazioni e disagio nella popolazione palestinese.

L’unica soluzione auspicabile è il dialogo fra i due popoli che ci auguriamo possano tornare al più presto alla normalità, senza essere costretti a doversi preoccupare dei razzi che in questo momento fischiano sulla testa degli uni e degli altri. Dopotutto, tentativi di convivenza pacifica tra i due popoli esistono già, come dimostrano le esperienze delle scuole bilingue Neve Shalom/Wahat as-Salam e Hand in Hand che rappresentano una speranza.

Riteniamo infine che il dialogo non possa che essere iniziato da chi è nella situazione di forza, in questo caso lo Stato di Israele, con proposte che rappresentino un abbandono dell’approccio basato sull’assoluta predominanza militare rispetto all’avversario. La calma che si ottiene attraverso l’esercizio della forza non è pace e si rivela solo transitoria, radicalizzando sempre più le parti in causa e non fornendo quella garanzia di futura esistenza del proprio stato che Israele dovrebbe ragionevolmente perseguire.

I fatti di questi giorni dimostrano ancora una volta come sia stata e sia illusoria l’attesa, coltivata da politici israeliani, di un assopimento nel tempo dell’animosità della controparte – soprattutto qualora tale attesa venga accompagnata da una politica attiva di continuo e provocatorio svilimento dell’altro.

CIRCOLO PD DI BERLINO E BRANDEBURGO

 

ERKLÄRUNG ÜBER DIE SITUATION DES SCHWEREN KONFLIKTS ZWISCHEN ISRAEL UND PALÄSTINA

 

Die Situation, die wir heute im Nahen Osten beobachten, ist nicht das Ergebnis einer unerwarteten Eskalation, sondern das Zusammenspiel verschiedener Faktoren wie der israelischen Besetzung palästinensischer Gebiete, die einer Resolution der UNO entsprechend zurückgegeben werden sollten, des Ausbaus neuer israelischen Siedlungen trotz internationalen Verbots und, zuletzt, der Drohung von Zwangsräumungen gegen arabische Einwohner Ost-Jerusalems in dem Sheikh-Jerrah Viertel. Amnesty International berichtet auf der Basis von Angaben des UN-Office OCHA über den Abriss in den letzten Monaten von 848 Palästinensischen Gebäuden in Jerusalem und in der West-Bank sowie über einen geschätzten Bestand per Ende letzten Jahres von ca. 200 Räumungsklagen vor den israelischen Gerichten. Der Circolo PD di Berlino e Brandeburgo bedauert zutiefst diese Entwicklungen.

Man kann außerdem die Berichte von Amnesty International über die harschen Lebensbedingungen, die fast zwei Millionen Palästinenser im Gaza Streifen erdulden müssen, Außer Acht lassen.

Die gewaltsamen Angriffe dieser Tage gegen arabische Palästinenser durch Israelische Recht-Extremisten belegen das Scheitern einer Regierung, die das Zusammenleben zweier Völker nicht gestalten konnte.

Gleichzeitig verurteilen wir die gewaltsame Reaktion von Hamas mit einem groß angelegten Abschuss von Raketen so wie die zahlreichen und schweren Angriffe gegen nicht arabische Bürger, die man in diesen Tagen erleben musste.

Der Circolo PD di Berlino e Brandeburgo lehnt die Vorstellung ab, dass Gewalt mit erneuter blinder Gewalt zu erwidern ist. Was hier zu unternehmen ist und was wir erhoffen, ist die Wiederaufnahme des Dialogs zwischen der palästinensischen Behörde und der israelischen Regierung.

Hamas ist eine terroristische Organisation, welche die eigenen Bürger dem Missbrauch und der Gewalt aussetzt, welche Kapital aus der Unzufriedenheit und der Hoffnungslosigkeit vieler Menschen schlägt, die dazu gezwungen sind, der Rechten und Freiheit beraubt hinter einer Mauer zu leben. Dieser Situation muss so schnell wie möglich ein Ende gesetzt werden. Aus diesem Grunde sind wir für das Recht auf Existenz Israels sowie eines mit allen Rechten ausgestatteten palästinensischen Staates. Wir verurteilen außerdem aufs schwerste die Zunahme antisemitischer Äußerungen dieser Tage.

Wir beobachten leider gleichzeitig den Zynismus Hamas und den der israelischen rechten Nationalisten – und daher auch vom scheidenden Präsident Netanjahu. Das hat der palästinensischen Bevölkerung in den letzten Jahren zunehmende Diskriminierung und Verzweiflung gebracht.

Die einzige wünschenswerte Lösung ist die Einführung eines echten Dialogs zwischen den zwei Völkern, damit eine Normalität in ihren Beziehungen hergestellt werden kann – ohne die Sorge über ihren Köpfen fliegender Raketen. Beispiele fruchtbarer Koexistenz sind möglich und bereits vorhanden, wie das Dorf Neve Shalom / Wahat as-Salam oder das Netzwerk zweisprachiger Schulen Hand-in-Hand.

Wir sind schliesslich der Meinung, dass der Dialog vom Stärkeren, in diesem Fall von Israel, mit Vorschlägen eingeleitet werden soll, welche eine Abkehr vom Ansatz der militärischen Übermacht gegenüber dem Gegner darstellen. Die Ruhe, die man durch die Ausübung der Gewalt erreichen kann, bedeutet keinen Frieden und ist von kurzer Dauer. Das führt zu einer zunehmenden Radikalisierung der Beteiligten und bietet dem Staat Israel keine Garantie seiner künftigen Existenz, die vernünftigerweise sein wichtigstes Anliegen darstellen sollte.

Die Ereignisse dieser Tage zeigen noch einmal, wie illusorisch die Erwartung mancher israelischen Politiker war und ist, dass die Feindseligkeit des Gegners mit der Zeit abnimmt. Dies umso mehr, wenn eine solche Erwartung durch eine aktive Politik der unablässigen und herausfordernden Herabwürdigung des anderen unterstützt wird.

PD, KREIS BERLIN UND BRANDENBURG

 

 

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Fonte immagine: https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-05/gerusalemme-scontri-spianata-moschee.html




NICOLA ZINGARETTI RITIRI LE DIMISSIONI: SERVE RIPENSARE IL PARTITO, NON BASTA CAMBIARE UN SEGRETARIO

La notizia che circola da ieri circa le dimissioni da Segretario Nazionale del PD, Nicola Zingaretti, ci ha spiazzati. Nel 2018, dopo elezioni disastrose che ci hanno consegnato ai minimi storici e con tutti a scommettere sulla scomparsa del PD, abbiamo vissuto una rinnovata spinta alla partecipazione con primarie aperte che hanno sorpreso tutte e tutti noi. Zingaretti ha ottenuto un risultato straordinario, non solo in termini %, ma anche per la forte partecipazione da parte di elettrici ed elettori, in Italia come all’estero.

 

Abbiamo condiviso la sua leadership, fatta di pazienza, impegno e voglia di ricostruire il tessuto lacerato della nostra comunità democratica, che sembrava destinata a dissolversi. Invece, ci siamo messi in gioco, di nuovo, ciascuno nei propri ambiti di responsabilità e impegno per rilanciare il PD come progetto comunitario, fatto di persone, storie e valori.

 

Abbiamo condiviso l’obiettivo di riformare il partito, il cambio nello stile politico, la capacità di tenere insieme, nonostante le enormi difficoltà – che oggi emergono in modo prepotente – visioni a volte molto diverse fra loro.

 

Le dimissioni del Segretario Nazionale, specie in un momento così grave per il Paese, non possono essere d’aiuto né al PD, né al governo. C’è bisogno di una guida saggia e dotata di autorevolezza. Nicola Zingaretti ne discuta con delegate e delegati all’Assemblea Nazionale e sia pronto a ritirare le sue dimissioni.

 

Quello che occorre è un partito rinnovato, e per fare ciò non basta cambiarne il Segretario. Si aprirebbe un’ennesima lotta interna per il potere, mentre i temi veri, quelli che occorre con urgenza discutere, scivoleranno nuovamente al fondo delle priorità.

 

Passiamo dai tatticismi interni alla creazione di una strategia politica di lungo periodo: dobbiamo dare nuovo slancio alla partecipazione delle donne, dei giovani, delle minoranze; tornare a parlare a fasce di popolazione che, oggi più che mai, dopo la crisi sanitaria ed economico, sono ai margini ed hanno visto peggiorare la qualità della propria vita. Il Partito Democratico metta in discussione se stesso, in toto: a seguito alla revisione di processi e strutture serve un passaggio successivo di azione, ideale e programmatico, per costituirci come un vero e proprio partito socialdemocratico, ecologista e progressista, che abbia come bussola i valori della solidarietà, dell’equità e della giustizia sociale, in ogni loro declinazione.

 

Il lavoro fatto fino ad oggi non basta, occorre fare di più, ma la strada era quella giusta. L’abbiamo condivisa e vogliamo che questo sforzo continui. Si mettano da parte egoismi, ambizioni ed opportunismi di breve respiro: il PD è un riferimento imprescindibile per ogni alternativa alle destre. Ed oggi è ancora più importante di ieri, che le identità non si annacquino in un’esperienza di governo emersa da uno stato di profonda crisi ed emergenza, a causa di scelte irresponsabili e autolesioniste.

 

Per questo, da iscritte ed iscritti, da militanti o dirigenti locali, e soprattutto da cittadine e cittadini, chiediamo che il Segretario Nazionale Nicola Zingaretti pissa proseguire il suo lavoro di riforme, come da mandato dato dalle primarie fino alla naturale conclusione di questa esperienza. E sollecitiamo con forza tutte le componenti del partito ad esercitare un senso di lealtà e responsabilità che guardi lontano.

 

Confidiamo che l’Assemblea Nazionale sia l’occasione per aprire un percorso, con la guida di Zingaretti, che abbia come obiettivo una vera e profonda analisi, discussione e riforma del partito, ad ogni livello. Le domande che ci dobbiamo porre sono semplici: chi siamo? cosa vogliamo? con chi e con quale metodo vogliamo lavorare?

 

Federico Quadrelli (Ass. Nazionale/Germania), Marisa Barbato (Ass.Nazionale/Brasile), Massimiliano Picciani (Ass. Nazionale/Francia), Michele Schiavone (Ass.Nazionale/Svizzera), Isabella Weiss (Ass.Nazionale/Svizzera) , Gabriel Puricelli (Ass.Nazionale/Sud America) , Nicoletta Leo (Ass.Nazionale/Nord Europa) , Giorgio Laguzzi (Ass.Nazionale/Germania), Lara Galli (Ass.Nazionale/Germania) , Chiara Dellapasqua (Ass. Nazionale/Belgio), Alessandra Buffa (Ass. Nazionale/Belgio), Grazia Tredanari (Ass.Nazionale/Nord America), Orazio Puccio (Ass. Nazionale/Spagna), Roberto Stasi (Ass. Nazionale/UK), Marco Onorato (Ass. Nazionale/Lussemburgo), Pasquale Matafora (Ass.Nazionale/Sud America) , Andrea Lanzi (Ass. Nazionale/Brasile), Salvatore Riggio (Ass.Nazionale/Oceania) , Emilia La Pegna (Ass.Nazionale/Oceania) , Salvino Testa (Ass.Nazionale/Svizzera) , Valeria Zimotti (Ass.Nazionale/Svizzera), Angela Maria Pirrozzi (Ass.Nazionale/Nord America) , Santo Vena (Ass.Nazionale/Svizzera) , Angela Vescio (Ass.Nazionale/Svizzera) , Vincenzo Varresi (Ass.Nazionale/Svizzera) , Annamaria Falcone (Ass.Nazionale/Svizzera) , Antonio Di Bitonti (Ass.Nazionale/Svizzera)  Federico Mori (Ass. Nazionale/Belgio), Elena Raffetti (Scandinavia), Jolanda Pupillo (UK), Francesco Marella (Austria), Santi Donato (UK), Carlo Taglietti (Germania), Flavio Venturelli (Germania), Luca Miggiano (Olanda), Ottavio Perchia (Svizzera), Elio Vergna (Olanda), Piero Rumignani (Germania), Antonio Giannetti (Canada), Michele Testoni (Spagna), Letizia Maulà (Olanda), Marcello Battistig (Olanda)

 

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Fonte immagine: Matteo Nardone/Pacific Press/Ansa




1° dicembre 2020, Giornata Mondiale contro l’AIDS e cinquantesimo anniversario della legge sul divorzio in Italia

Oggi in data 1° dicembre 2020 si celebra la Giornata Mondiale contro l’AIDS nonché il cinquantesimo anniversario dell’approvazione della legge sul divorzio. Le due ricorrenze coincidono annualmente, anche se sono figlie di due situazioni diverse. La legge italiana sul diritto di aborto, la Fortuna-Baslini, è il frutto di campagne femministe e del movimento del Sessantotto. L’istituzione di una giornata per ricordare le vittime mietute dall’AIDS nel 1988 è il frutto di una cooperazione fra governi impegnati a fronteggiare un’emergenza sanitaria, con caratteristiche diverse, ma similmente emergenziali rispetto all’attuale situazione.

In particolar modo, la piaga dell’AIDS ha colpito sproporzionalmente società e contesti già emarginati al momento della diffusione capillare del virus. Di fatto, l’HIV si diffonde maggiormente in paesi in via di sviluppo dove l’accesso a misure di contraccezione è più difficoltoso e/o manca l’informazione a riguardo. Un simile discorso andrebbe fatto per le gravidanze indesiderate, anch’esse il risultato prevedibile di mancate campagne d’informazione ed emancipazione femminile.

In tale data, è importante ricordare come il diritto alla salute in entrambi i casi può essere garantito offrendo alle persone la possibilità di proteggersi sessualmente, senza che incidano differenze economiche. Si può fare di più: nello specifico, offrire strumenti fisici o chimici (‘pillola’, PrEP, ecc.) per arginare il problema, dal punto di vista della tutela dell’individuo e della sua salute.

Il Partito Democratico si impegna a favorire politiche di scolarizzazione sessuale e affettiva, anche sui sopraccitati temi. Un problema emerso a più riprese è la propaganda politica portata avanti da soggetti che non hanno a cuore la vita e il destino delle persone che dichiarano di voler proteggere. In tal senso, il PD riconosce il diritto dell’individuo all’autodeterminazione e alla salute, come riconosciuto dagli articoli 3 e 32 e della nostra Costituzione, e a rimuovere eventuali ostacoli alla realizzazione della persona.

Alberto Vettese

Vicesegretario e Resp. Comunicazione

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Comunicato sull’uscita di Matteo Salvini sul diritto alla salute delle donne immigrate in Italia

Apprendiamo con stupore e sdegno dell’ennesima uscita di Matteo Salvini alla caccia di un nemico. Questa volta si tratta delle donne immigrate in Italia, che accedono – là dove garantito, chiaramente – all’interruzione di gravidanza in caso di gravidanze indesiderate o non pianificate. Al di là della semplificazione di tematiche complesse di cui puntualmente Salvini sembra conoscerne solo uno o due aspetti, quelli che fanno notizia, ribadiamo che il diritto alla salute è previsto per chiunque si trovi sul territorio della Repubblica Italiana, inclusi i visitatori. Va da sé che chi risiede in pianta stabile nel paese ha diritto all’assistenza sanitaria, ad incominciare dalle fasce più deboli e meno seguite dalla popolazione. A causa di barriere linguistiche rimane difficile per i cittadini stranieri che risiedono in Italia accedere al servizio sanitario, e questo diritto dovrebbe essere garantito anche per tutelare la salute della popolazione, pensiamo per esempio al concetto dell’immunità di gregge. Non è permesso escludere per cittadinanza o peggio per ceto sociale, lo stesso giuramento di Ippocrate e convenzioni internazionali obbligano al soccorso e all’assistenza di qualsiasi persona, indipendentemente dal suo status. Ci riallacciamo a questo concetto del rispetto della vita umana, concetto laico e non solo religioso, e sottolineiamo il nostro rifiuto a farne tema da chiacchiera da bar. Chi non sa, taccia, e Salvini stesso rifletta sulle uscite quotidiane che causano agitazione e promuovono un clima da caccia alle streghe e creano le basi per una società razzista.

Alberto Vettese
Vicesegretario PD Berlino e Brandeburgo
AG Diritti e Libertà civili