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Verdini incompatibile con il PD

Denis Verdini ha dichiarato che intende sostenere Beppe Sala a Milano e Roberto Giachetti a Roma, faccia pure se vuole, come libero cittadino ne ha facoltà, e così tutte e tutti coloro che vorranno dare il loro voto libero al candidato che preferiscono, ma non si aspetti niente in cambio: l’accesso al PD è sbarrato e sarà bene che i vertici del PD, compresi Sala e Giachetti, dicano chiaramente che una persona con la storia di Verdini è incompatibile con tutto ciò che il PD è e vuole rappresentare.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo




Mafia e Politica: un binomio da spezzare

Avevo scritto già a dicembre 2014 qualche cosa sulla vicenda di Mafia-Capitale ed oggi, con questa nuova ondata di arresti e di accuse, sento che quell’appello è ancora valido.

Quanto è emerso in queste ore dalle indagini romane può essere descritto solo in un modo: profondo disgusto. Sottoscrivo ogni singola parola del comunicato pubblicato oggi dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, e rilancio con ciò che da anni ormai vado dicendo: il PD metta il tema della legalità al primo posto della sua agenda politica.

Quando parlo di legalità mi riferisco alla “lotta per la legalità” che è qualche cosa di molto più ampio e complesso della lotta alla criminalità (organizzata e non). C’è bisogno di una rivoluzione culturale profonda. Certo, facile a dirsi e difficile a farsi. Tuttavia è indispensabile agire e farlo in fretta. E sta a noi, iscritte e iscritti, premere affinché la dirigenza apra gli occhi e agisca!

Il Partito Democratico deve agire con determinazione e forza, con integerrima severità contro tutte e tutti coloro che hanno sbagliato all’interno delle nostre sezioni. Un partito che vuole fare della legalità un valore deve usare, proprio con i suoi che sbagliano, il pugno duro.

C’è in questo partito del buono. La parte laboriosa, onesta e che fa politica davvero per un senso di dedizione verso la comunità, deve essere protetta. Noi dobbiamo distinguerci nettamente da tutto il resto.

Abbiamo avuto ospite a Berlino il prof. Nando dalla Chiesa per diversi incontri. Abbiamo imparato moltissimo da lui e abbiamo capito quanto sia importante lottare PER la legalità, facendo formazione e informazione. La legalità va praticata sempre, a partire dalle realtà più piccole. Per questo come Circolo abbiamo deciso di darci come obiettivo prioritario la riorganizzazione della nostra struttura, definendo un perimetro di regole chiaro e facendo della trasparenza un criterio irrinunciabile della nostra azione politica.

Verbali, documenti contabili, resoconti di controllo da parte della commissione interna di garanzia, sono tutti online. Questo perché crediamo fermamente che bisogna partire anche da queste piccole cose per poter praticare la legalità e non solo chiacchierarla. Per poter dare, nel nostro piccolo, un contributo e un esempio. Senza arroganza.

Confido che sarà fatta presto chiarezza su questa oscena vicenda e confido che la parte buona del partito saprà dimostrarsi all’altezza della sfida che l’attende.

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino




Sull’unità e il futuro del Partito Democratico

Care amiche e cari amici,

in queste ore seguo con molta attenzione quanto sta accadendo a Roma. La discussione sulla riforma della legge elettorale ha preso un percorso inatteso, che preoccupa. Le tensioni interne al PD non possono essere ignorate.

La ragione per cui mi trovo a scrivere apertamente su questo tema è che siamo arrivati ad un momento molto delicato. Come Segretario di Circolo ascolto i disagi e le speranza di molte e molti iscritte/i e simpatizzanti, e proprio oggi ho ricevuto una email da parte di un iscritto che mi manifesta il suo forte disagio per la decisione da parte del Segretario e Premier Matteo Renzi, di sostituire 10 componenti PD nella Commissione Affari Costituzionali, poiché in disaccordo con l’impianto dell’Italicum. Mi chiede se è ancora possibile definire questo partito “democratico”. E lo dice da sostenitore di Matteo Renzi, non da appartenente alla minoranza PD. La cosa che mi rattrista maggiormente è che questo iscritto non intende rinnovare la sua tessera.

Questa vicenda mi ha fatto molto riflettere e come Segretario di Circolo ho una responsabilità diretta per le mie iscritte e i miei iscritti, per i simpatizzanti e le simpatizzanti che partecipano attivamente alla vita del nostro gruppo poiché riconoscono nel nostro modo di fare un qualche cosa di nuovo. Non a caso ci siamo dati regole precise, abbiamo approvato uno Statuto interno e abbiamo improntato la nostra azione politica all’ascolto attivo di chiunque voglia portare un contributo all’attività del gruppo. Questa era ed è la nostra concezione di politica. Per questo spero che le persone deluse da certe scelte politiche fatte a livello nazionale non perdano la fiducia in questo partito, nel nostro sforzo, seppur piccolo, e che rimangano con noi per poter portare avanti una vera battaglia di cambiamento, quello che fino ad oggi non c’è stato.

Ripensando a quanto è accaduto in questi ultimi anni sento il bisogno di dire, con molta onestà, che siamo arrivati ad un momento delicato per il Partito Democratico. Negarlo sarebbe ipocrita. Un momento delicato per la politica in generale, così affannata e incapace di essere credibile e che appare sempre più nociva agli occhi delle persone. Scandali, soprusi, opportunismi e tanta opacità hanno annebbiato lo sguardo di molti, hanno sporcato la fiducia che riponevano in questo partito e ci hanno rinchiuso in un recinto stretto. In quello spazio possiamo gridare tutta la nostra rabbia, ma se c’è un modo di cambiare le cose questo è solo nello stare insieme. Lo scrivevo mesi fa sulle vicende di Mafia Capitale ed oggi lo ripeto, seppur da un’angolazione differente.

Di sbagli ne abbiamo commessi tanti e continuiamo a farne: la minoranza attuale ne ha commessi molti quando era maggioranza, e per certi versi ha continuato a farne anche ora, nel suo ruolo di opposizione interna, spesso intransigente e allo stesso tempo poco comprensibile nei suoi improvvisi “dietrofront”; dall’altra parte la maggioranza attuale che cerca una rivalsa muscolare su questa minoranza e su ciò che ha rappresentato e tutt’ora rappresenta utilizzando anche alleanze trasversali ed esterne al partito stesso.

Quando si ha potere si ha anche responsabilità. Tanto più grande è il potere, tanto più grande sarà la responsabilità che tale persona, o gruppo, dovrà gestire. Non solo onori, ma anche tanti oneri. Nel documento che abbiamo redatto come Circolo PD Berlino sulla “forma partito” e il futuro del PD, abbiamo scritto che il ruolo della dirigenza di un gruppo politico deve essere in primis quello di “creare comunità“, ma non una massa indistinta di volti. No, una comunione di speranze, idee e valori che possano rappresentare un orizzonte comune, un qualche cosa verso cui tendere e che orienta il nostro agire politico. E per fare ciò, tra le altre cose, abbiamo scritto che deve essere in grado di “gestire il consenso non meno del dissenso“. Per non cadere nell’illusione di essere sufficienti a se stessi e di poter fare e disfare alleanze, accordi o progetti senza doverne poi rendere conto a nessuno. Abbiamo ribadito la centralità delle persone e delle loro idee, e questo pensiamo debba valere ad ogni livello.

La figura del Segretario è una figura che deve rappresentare l’unità del partito, deve essere una guida, poiché è questo il senso della leadership, ma è anche soggetta al giudizio imprescindibile dei propri seguaci. E tale leadership può essere più o meno duratura, fin tanto che è efficace e ha consenso, ma passerà come tante altre cose passano. Ciò che resta, invece, è una struttura e quella che chiamo casa. Sì, quello spazio che è stato creato per mettere insieme sensibilità diverse accomunate però da valori e obiettivi simili. Quella casa aveva il nome di Partito Democratico ed oggi viene da chiedersi se questa casa sia ancora capace di accogliere quelle sensibilità. E che tipo di futuro l’aspetta. Se ciò che c’è oggi è ciò che ci aspettavamo, se è peggio o meglio.

Molti hanno deciso di lasciare, e la mia speranza è che queste energie possano ritornare e non andare perse. Altri sono arrivati, certo, ma c’è da chiedersi se hanno davvero il diritto di starci in quella casa e soprattutto se la loro presenza è davvero una comunione nei nostri valori e nei nostri obiettivi o mero opportunismo. Penso, senza troppi giri di parole, alle giravolte in Parlamento e ai vari cambi di casacca. Altri rimangono, caparbiamente, e ogni giorno devono spiegare il perché di tale scelta, portando avanti un progetto che è lo stesso da tempo. Che lavorano silenziosamente per realizzare una Politica diversa.

Non mi sfuggono le criticità. Non mi sfugge che troppo spesso il protagonismo di pochi danneggia la fatica e il gran lavoro, silenzioso, costante, minuzioso e sincero, di tantissimi altri. No, non mi sfuggono queste cose come non sfuggono a tanti altri. Ma avverto la responsabilità di un ruolo, che mi impone non di restare in silenzio, ma di esprimermi, come la democrazia vuole. E nel momento in cui ho accettato questa responsabilità ho anche legato al mio operare la fiducia di molte altre persone. Per questo scrivo questa lettera.

Alla prova di forza, a cui cede chi si sente debole, deve essere sostituita la voglia di confrontarsi serenamente e difendere sempre, ad ogni costo, i valori che hanno fondato la casa in cui ci troviamo e che vogliamo portare avanti con impegno. Sono valori irrinunciabili che definiscono la nostra identità politica e culturale. Fino a quando possiamo esprimerci liberamente e lavorare insieme questa casa sarà ancora la nostra casa e quindi il partito sarà ancora democratico.

A ciascuno di noi spetta il compito di vigilare e di dare forma alle decisioni. Si tratta di un cambiamento di prospettiva o se vogliamo un ritorno a ciò che era inteso questo progetto politico: la partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini, delle democratiche e dei democratici alla vita politica del partito.

Spero quindi che al disappunto e alla delusione, che comprendo, possa seguire la voglia di esserci e di impegnarsi per dare un volto alle speranze e dar loro una sostanza. Abbiamo già delle mura solide, dobbiamo evitare di abbatterle dall’interno e proprio a noi spetta il compito di tenere questo spazio sempre aperto, accogliente e pulito. Un luogo in cui valga la pena essere e in cui venga voglia di entrare.

E naturalmente ognuno si assumerà la responsabilità che gli compete. Alcuni ne hanno un po’ di meno, altri un po’ di più. Noi, iscritte ed iscritti, elettrici ed elettori, faremo in modo che a tali responsabilità non sfugga nessuno. Il Partito Democratico siamo, anche o soprattutto, noi.

In fede

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo

 




Lettera del Circolo PD Berlino contro la candidatura di Roma per le Olimpiadi

Caro Matteo,

abbiamo appreso dalla stampa dell’appoggio dato da te quale Presidente del Consiglio a una possibile candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024.

Insieme con la metà dei berlinesi secondo una rilevazione Forsa, siamo del parere che gli svantaggi che derivano da un’Olimpiade superino i vantaggi. Riassumiamo qui le ragioni della nostra opposizione alla candidatura berlinese che riteniamo valgano anche nel caso di Roma.

  1. Modesta utilità per l’economia

La produttività degli investimenti effettuati per un’Olimpiade è generalmente trascurabile e ben inferiore a quella di investimenti che obbediscono a usuali criteri di economicità. Forti effetti di sostituzione degli investimenti e dei consumi e moltiplicatori tendenzialmente bassi riducono già in partenza l’effetto sul PIL. Non dimentichiamo che vincoli del bilancio pubblico spingono alla compensazione della spesa per le Olimpiadi riducendo altre poste che avrebbero socialmente ed economicamente una priorità superiore.

  1. Costo estremamente elevato

Il costo dei giochi londinesi ha superato, sulla base dei dati più aggiornati, i € 13 miliardi di cui più di € 10 miliardi a carico del contribuente, mentre l’IOC ha introitato nello stesso anno ben € 3,3 miliardi di cui solo € 560 milioni dati come contributo all’ente gestore delle Olimpiadi, Locog. L’esperienza passata mostra significativi eccessi di spesa rispetto ai budget iniziali (Londra: +133% secondo la Oxford University). Il processo di licitazione dei giochi favorisce la lievitazione dei costi, a beneficio di paesi che perseguono fini di prestigio (stime: Sochi US$ 50 miliardi, Beijing $ 30 miliardi).

  1. Effetti negativi per il turismo

Come anche a Londra nel 2012, si assiste a una riduzione dell’affluenza dei turisti durante l’Olimpiade a causa della defezione dei visitatori abituali per l’effetto chiamato “crowding-out” che è massimo nel caso di città turisticamente affermate come Berlino e Roma.

  1. Benefici squilibrati per lo sport e molti aspetti negativi per quello di massa

Gli investimenti privilegiano le grandi strutture, sovente sovradimensionate per il loro successivo utilizzo, a scapito di quelle richieste dallo sport di massa.  In tale senso lo sport competitivo è nemico dello sport di massa perché toglie a questo risorse. Ricordiamo che una buona parte degli investimenti viene effettuata in strutture destinate successivamente alla completa distruzione o almeno a un ridimensionamento. Secondo i piani attuali di Berlino ben circa la metà del budget per gli impianti sportivi di € 2 miliardi verrebbe così spesa.

  1. Aspetti negativi dal punto di vista ecologico e sociale

Terreni devono essere sigillati e cementati, sovente in aree critiche. Aumenti di prezzi generalizzati, anche per le abitazioni, sono da segnalare. Viene inoltre limitata la libera concorrenza a favore di sponsor in prossimità dei luoghi dei giochi e viene proibito, ad esempio a negozianti, l’utilizzo qualsivoglia di simboli in qualche modo legati alle Olimpiadi.

  1. Aspetti problematici relativi alla sicurezza

Nel quadro di interventi invasivi furono impiegate a Londra quarantamila forze dell’ordine con un costo totale di circa € 1,5 miliardi, importo pari a tutti gli introiti commerciali del Locog. Si regista infine nel periodo delle Olimpiadi una  parziale limitazione di diritti civili quali quello della libera espressione e riunione, a Londra sulla base di una legge del 2006.

  1. Contrattualistica problematica

La città aggiudicataria dei giochi è obbligata a firmare lo Host-City Contract, fortemente criticato, che regola minuziosamente i suoi pesanti obblighi tra cui l’emissione di una garanzia illimitata di accollo di tutti i costi aggiuntivi rispetto alla previsione. Tale contratto è alla radice del ritiro delle candidature per le Olimpiadi del 2022 di Oslo e, a seguito di un referendum popolare, di Monaco.

Nel nostro giudizio negativo non siamo soli. Le città di Monaco e Oslo sono gli ultimi episodi di un rifiuto crescente delle Olimpiadi nella loro faraonica veste attuale che ha come conseguenza una selezione progressivamente indirizzata verso candidati di paesi autoritari.

A fronte di tali sviluppi l’IOC stesso cerca di rimediare con l’approvazione recente di un programma di rinnovamento “Agenda Olimpica 2020”. Le relative proposte contengono però pochi obiettivi definiti, quale ad esempio la limitazione del numero degli atleti e delle competizioni, limitandosi principalmente all’enunciazione di intenzioni spesso generiche. Forti perplessità nascono inoltre dalla volontà dichiarata di rafforzare l’attività di lobbying e di investire in un proprio canale televisivo con costi che si prevedono elevati. Gli sforzi dell’IOC sono quindi ancora da considerare inadeguati.

Noi riteniamo che l’Italia non debba farsi attrarre, magari per considerazioni di prestigio, da progetti costosi e inopportuni – anche e non solo per la situazione difficile delle nostre finanze – e seguire l’esempio di altre città, tra cui probabilmente anche Parigi,  che rifiutano questo tipo di Olimpiadi.

Siamo delusi dall’appoggio dato da numerosi partiti a iniziative di candidatura alle Olimpiadi senza valutare appieno gli argomenti che consiglierebbero una posizione differente. Come insegnano i recenti casi tedeschi e norvegesi tali decisioni vengono sovente prese dai vertici di partito senza tenere in conto i giudizi della propria base. Questa si rivela, soprattutto nei partiti della sinistra europea, per lo meno diffidente se non contraria a candidature. Ci auguriamo che il nostro partito faccia proprie le nostre considerazioni cogliendo anche l’occasione per ridurre l’evidente rottura nel mondo politico tra vertici e base oggi così evidente.

Siamo pronti a discutere in modo aperto in tutte le sedi opportune il tema che ci ha spinto a scrivere questa lettera. Chiediamo inoltre che per Roma si faccia come a Berlino, ove vi è un impegno a consultare la popolazione per la decisione finale sull’opportunità della candidatura.

Ti ringraziamo per la tua attenzione.

il Circolo PD Berlino 




Lettera del Segretario Federico Quadrelli sulla vicenda romana

Care amiche e cari amici,

in questi giorni apprendiamo di un altro caso di malaffare intrecciato con la politica. Roma è oggetto dell’attenzione della magistratura e della stampa per un impressionate caso di corruzione che coinvolge personaggi del mondo dello spettacolo e della politica, da destra a sinistra. E che, purtroppo, riguarda anche un importante pezzo del PD romano, ora commissariato dal Presidente del PD Matteo Orfini su decisione del Segretario PD Matteo Renzi.

La situazione è davvero sconcertante. Ritengo che sia fondamentale, da parte del Partito Democratico, agire con rapidità per fare chiarezza. Esprimo una forte rabbia e una profonda preoccupazione perché vicende come queste, così come i casi di Expo e di Venezia, tra gli altri, minano ancora di più la fiducia che le gente ha nei confronti della Politica, dei politici e nello specifico del nostro Partito. La fiducia è una superficie fragile che una volta incrinata non si recupera facilmente. In un clima generale di alta sfiducia e disaffezione tutto questo è ancora più grave e ci deve far riflettere.

Le persone disoneste purtroppo esistono e non hanno colore politico. Ciò che è importante è individuarle e fare in modo che non possano danneggiare chi, invece, con dedizione, passione e onestà dedica la propria vita alla collettività.

La magistratura farà il suo lavoro, come sempre. E come sempre attendiamo gli esiti delle indagini per poterci esprimere in merito alla colpevolezza di questo o quel personaggio. Spero che le posizioni delle persone del nostro partito vengano al più presto chiarite e che venga fugato ogni minimo dubbio di una qualche co-responsabilità in questa vicenda. Me lo auguro anche per tutti gli altri coinvolti a prescindere dall’appartenenza di partito.

La buona Politica deve essere fatta da persone che seppur divise da idee e ricette sui vari problemi siano, invece, unite dalla stessa dose di onestà, impegno e passione.

A coloro che leggendo queste notizie o ascoltandole in tv e in radio, o sul web, pensano di poter dire: “ecco, le solite cose, sono tutti uguali” voglio dire che sbagliano. Se queste vicende che coinvolgono pochi individui vengono generalizzate, si compie una grave ingiustizia nei confronti di coloro che si impegnano onestamente e che credendoci sacrificano molto della propria vita, del proprio tempo, delle proprie energie. Si compie una forte ingiustizia nei confronti di chi lavora, in silenzio e lontano dai riflettori, davvero per il bene di tutti.

Per questa ragione sento il bisogno di parlare a tutti coloro che negli anni hanno deciso di “farsi da parte”. Che hanno deciso di non partecipare più alla vita politica, da attivisti, simpatizzanti o elettori ed elettrici: non lasciate che queste notizie facciano venire meno la vostra voglia di partecipare e di fare. Anzi, pensate che proprio perché ci sono questi casi, la vostra presenza, il vostro controllo, la vostra voglia di giustizia e onestà, serve ora più che mai!

Siate presenti e partecipate con noi per poter cambiare in meglio questo partito e il sistema nel suo insieme.Non lasciate che a partecipare siano poi solo coloro che hanno interessi particolari da difendere, per se stessi. Partecipate in ogni modo che vi è possibile, per non lasciare in mano a chi non lo merita il vostro stesso destino.

Con preoccupazione, ma fiducia

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino