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Incontro con Gesine Schwan e Gustav Horn

Il 24.11.2015 il PD Berlino era presente all’incontro organizzato dalla deputata SPD Hilde Mattheis, della DL21 per una discussione con la Prof. Gesine Schwan e il Prof. Gustav Horn sul tema TTIP e CETA.

Una serata davvero interessante, ricca di spunti di riflessione a cui è seguito un confronto molto stimolante sul futuro dei partiti socialdemocratici e sul nostro ruolo, oggi e in Europa.

Di seguito la registrazione della conferenza:

Federico Quadrelli
Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Sergio Staino a Berlino

Lunedì 16 novembre ho avuto il piacere e l’onore di accogliere a Berlino Sergio Staino ospite presso  l’Istituto Italiano di Cultura (IIC) per la presentazione di un volume del 1981 dal titolo “Berlino amore mio”. Presso la sede dell’IIC rimarrà aperta l’esposizione “Berlino amore mio, disegnare una città” fino al 18.12.2015.

L’incontro con Sergio Staino, e sua moglie Bruna, è stato davvero emozionante e inaspettato. Abbiamo passeggiato per le strade della capitale tedesca parlando di storia, politica e futuro. Cosa avrei potuto desiderare di più se non un simile incontro!

Abbiamo visitato insieme Potsdamer Platz e discusso delle architetture di questi immensi centri moderni, nel bel mezzo di una piazza che poco meno di trent’anni fa era uno spazio vuoto, spaccato da un muro con filo spinato. Abbiamo poi percorso a piedi la strada che conduce al Bundestag e alla Porta di Brandeburgo.

Mi chiede cosa fa un Circolo PD a Berlino e gli racconto del nostro impegno giornaliero al fianco dell’SPD e della comunità italiana e della nostra volontà di contribuire al miglioramento del nostro Partito. Come? Offrendo il nostro impegno, le nostre idee e le nostre esperienze all’estero. Discutiamo della famosa lettera mandata proprio a L’Unità sul ruolo della sinistra oggi, del fecondo dibattito che ne è nato, e gli racconto della mia idea di unità e di sinistra, come per altro avevo fatto già su quelle stesse pagine. Ascolto le sue parole con entusiasmo: quasi non sembra vero essere davanti a Sergio Staino, ascoltare i suoi insegnamenti.

Davanti a me c’è una persona umile, forte che condivide la sua esperienza senza imporla. Siamo due generazioni che si incontrano e si confrontano e conosciamo bene l’importanza del passato, ma anche l’urgenza di guardare al futuro.

Chi come me ha iniziato da poco un’attività politica vera e propria si arricchisce dell’esperienza che persone come Sergio Staino possono offrire. Ci mettiamo a disposizione con forza e convinzione per un lavoro consapevole all’interno del nostro partito per costruire un’alternativa PER questo PD. Portando avanti un’idea di sinistra. Valori e obiettivi che mai come oggi sono urgenti e fondamentali davanti al riemergere di forze di destra, xenofobe e nazionaliste. Mai come oggi l’Europa vive un momento di forte crisi e sono convinto che siano le forze socialdemocratiche, di cui oggi anche il PD fa parte, a doversi far carico di questa sfida.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo

Photo Credit: Dario Jacopo Laganà.

Photo Credit: Dario Jacopo Laganà.




Incontro con il Finanzsenator Matthias Kollatz-Ahnen

Partecipare alla vita della città significa anche confrontarsi con i problemi locali. Berlino è una capitale europea con oltre 3,5 milioni di persone e ben 500.000 stranieri. Una città complessa per la sua storia e per le tensioni sociali che l’attraversano.

All’incontro organizzato da alcuni ragazzi dell’SPD ho incontrato il Finanzsenator  Dr. Matthias Kollatz-Ahnen e discusso di alcune questioni urgenti della città: il problema degli affitti, il tema dei rifugiati, il forte debito del Land Berlin (circa 60 miliardi di euro), gli appartamenti per studenti e incapienti, la riqualificazione di intere aree urbane.

Anche in questa occasione il PD Berlino era presente per costruire nuove relazioni e dare un contributo, almeno di idee, allo sviluppo della nostra città.

Federico Quadrelli
Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Solidarietà a Cécile Kyenge

A nome del Circolo di Berlino voglio esprimere la mia totale solidarietà all’On. Cécile Kyenge Kashetu per quanto accaduto oggi al Senato.

Pubblico volentieri la sua lettera di oggi a L’Unità dove spiega le ragioni della sua amarezza. E dico: della nostra amarezza!

Il Partito Democratico doveva fare una scelta diversa. Bisognava dare un segnale chiaro a chi pensa di poter usare le istituzioni a suo piacimento. A chi crede di poter insultare senza freni in virtù del suo ruolo. A chi si vanta di oscene affermazioni razziste. Non lo dovevamo permettere.

A Cécile va la nostra solidarietà piena. A lei dico: andiamo avanti insieme, noi siamo con te. Noi crediamo nel tuo impegno e vogliamo poterti sostenere nel modo migliore, che per noi significa non tacere mai davanti ad ingiustizie, razzismo e odio.

Ti aspettiamo anche a Berlino, ti daremo l’abbraccio più caldo di cui siamo capaci. E per ora, avanti con il tuo importantissimo lavoro al Parlamento Europeo.

Federico Quadrelli
Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Visita a Sachsenhausen. Per non dimenticare.

Oggi abbiamo realizzato una visita al campo di concentramento di Sachsenhausen poco fuori Berlino. Non si può descrivere la sensazione che si prova a camminare per i viali di quel luogo pensato e creato per infliggere dolore e morte.

Abbiamo tutti una grande responsabilità, come cittadine e cittadini, come politiche e politici, ma soprattutto come donne e uomini: mai dimenticare! Gli orrori avvenuti 70 anni fa devono essere tenuti bene a mente, affinché ciò che ora appartiene al passato non torni ad essere un orribile presente.

Alcune considerazioni aggiuntive sono state pubblicate sullo spazio blog di Formiche.net.

Un caro saluto

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Il Partito Democratico deve ripensare se stesso

Care iscritte e cari iscritti,

care e cari simpatizzanti,

l’esito delle elezioni regionali ci ha consegnato un’Italia più “rossa”. Su sette regioni al voto ne abbiamo conquistate 5. Abbiamo faticato in Umbria e Campania, abbiamo però perso la Liguria e siamo stati ampiamente sconfitti in Veneto. Il primo momento di una riflessione obiettiva e reale è quello del parlare un linguaggio di verità. Ci è stato più volte chiesto anche dalla Dirigenza Nazionale. Ed eccola qua, la verità: abbiamo vinto-quasi-quasi e al ballottaggio nei vari comuni, tra cui Arezzo e Venezia, abbiamo perso-molto-molto.

In Versilia, per esempio, dove siamo stati impegnati in una campagna elettorale molto forte il candidato del Centro Destra, sostenuto da Silvio Berlusconi in persona, Massimo Mallegni, ha strappato Pietrasanta al Centrosinistra. A Viareggio una candidatura che forse non era stata condivisa fino in fondo, ha fatto vincere un outsider, ex-PD, appoggiato da liste civiche.

Abbiamo perso Venezia dopo 22 anni di amministrazioni di Centro sinistra e così è accaduto anche a Chieti e ad Arezzo. In questo caso è chiaro. sconfitta.

In questo ultimo anno abbiamo sofferto una Politica troppo orientata ad annunci e slogan. Ci siamo abituati alle retoriche facili, senza guardare bene cosa accadeva nei territori. Abbiamo anche sofferto guerre intestine che hanno lacerato il nostro partito e causato, come al solito, una piccola scissione a sinistra. Qualcuno ha fatto una valutazione sbagliata del peso di questa “sinistra” e alle Regionali e alle Comunali ne abbiamo pagato le conseguenze. Sono oltre 2 milioni i voti persi in questa tornata elettorale per il PD. In alcune regioni non abbiamo raggiunto nemmeno il ballottaggio e in altre ci siamo affermati solo grazie al sostegno di una marea di liste del Presidente e/o liste civiche. Che personalmente non reputo essere direttamente connesse al PD, ma essere un insieme di persone che si possono anche riconoscere nelle idee di un centro-sinistra, ma che non si sono, evidentemente sentiti abbastanza parte del progetto PD per farne parte in una lista unica.

Su questo si è espresso Vassallo e io ho replicato in un qualche modo dalle pagine di Formiche.

Il Partito Democratico non ha possibilità di vincere, e vincere davvero bene, se non è unito. Non c’è modo di essere uniti se non c’è comunanza di valori e di obiettivi ossia se manca il senso d’appartenenza. In altre parole l’identità. E dire che c’è bisogno di identità non significa negare il cambiamento, ma indirizzarlo nella direzione che ci compete e ci si addice. C’è il pericolo di veder disperso un immenso patrimonio umano e politico a causa di contrapposizioni personali e di corrente.

Il Centro Destra non è scomparso, si è semmai ricompattato dietro alla figura di un leader forte come è Matteo Salvini e ha spostato i temi della questione politica su un terreno che io considero pericoloso.

La Dirigenza deve assumersi la responsabilità politica di questa situazione e deve anche prendere in mano il Partito. Riscoprire quel legame con i Circoli, con la militanza, che in questi ultimi anni è stato via via compromesso e sminuito. Dal 2013 ad oggi abbiamo perso oltre 170.000 iscritte/i e altrettanti potrebbero essere persi, specie ora che si sta costituendo un gruppo a sinistra che raccoglie molti delusi del PD e delle sue politiche attuali.

C’è un mondo di differenza tra cosa accade nel Palazzo, tra il gioco dei numeri e delle alleanze e quello che accade nel Paese reale. La gente si è stancata e ha disertato in modo grave le urne. Hanno rifiutato di esercitare un diritto e non hanno assolto a un obbligo civile. In questo scenario, non conta più chi vince e chi perde, con quali % o artifici statistici, perché è la democrazia che si è indebolita e se la democrazia si indebolisce, perché non siamo in grado di difenderla, rinnovarla, riattivarla, incorriamo in pericoli già conosciuti. La democrazia non è stata data una volta per sempre ed oggi, con le instabilità globali e i pericoli che ci minacciano, una società la cui cittadinanza è disaffezionata se non disgustata dalla Politica è il vero problema.

Dobbiamo ricostruire le relazioni dal basso. Riscoprire il senso di comunità politica e impegnarci davvero affinché il PD come progetto sia pienamente realizzato. Siamo ancora in attesa.

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo

 




CANALE DI SICILIA UN MESE DOPO – NON DIMENTICHIAMO

Lettera di 17 circoli europei

Caro Segretario,
cari membri della Segreteria, care compagne e compagni,

È passato un mese dalla più grande tragedia mai accaduta nel Canale di Sicilia. L’enorme numero di vittime ha scosso le coscienze di molti ed allo stesso tempo alimentato le speculazioni di chi vorrebbe rendere ermetiche le frontiere.
Noi militanti del PD all’estero ci sentiamo particolarmente vicini alle sorti delle migliaia di cittadini africani e medio-orientali che tentano ad ogni costo, anche al prezzo della vita, di raggiungere le coste europee. Ci accomunano la migrazione, la speranza in un’alternativa di vita migliore, il desiderio di sviluppare le nostre potenzialità di uomini e donne. Ci rendono diversi la drammaticità delle condizioni di vita nel paese di partenza, le condizioni del viaggio e l’accoglienza nel paese di arrivo.

Come iscritti ai circoli europei del PD chiediamo al nostro partito di impegnarsi con assoluta priorità su due fronti.
Il primo è quello di impiegare ogni mezzo a disposizione per evitare che tragedie come quella avvenuta un mese fa si ripetano ancora. Ogni singola vita umana persa in mare sulla rotta dei migranti è un peso sulle coscienze di noi Europei. Noi chiediamo al nostro partito, il più grande della famiglia socialdemocratica europea, al governo nel Paese più interessato dagli sbarchi e con un proprio membro alla carica di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, di porre la questione all’ordine del giorno in ogni sede competente assegnandole la massima priorità.

In secondo luogo lanciamo un appello a tutto il partito perché si impegni in un’opera di narrazione che cancelli le mistificazioni sull’immigrazione ed educhi la società ai valori di accoglienza e integrazione. Da parte nostra abbiamo a più riprese promosso iniziative per portare la discussione ad un livello europeo sia sul piano politico che su quello civile. Intendiamo ora ricercare un maggiore coordinamento di tali iniziative, anche insieme ai circoli degli altri partiti socialdemocratici europei.

Secondo tutte le stime, i flussi migratori verso l’Europa sono destinati ad aumentare a causa del peggioramento delle condizioni di vita nei paesi di partenza. Peggioramento a cui anche governi ed imprese europei hanno contribuito con scelte politiche ed economiche, i cui effetti si ripercuotono su scala globale. Un largo numero di migranti proviene poi da paesi teatro di guerra come la Siria. In particolare a quest’ultimi è giusto fornire un’alternativa valida al ricorso ai trafficanti di uomini.

Riteniamo che l’Europa, un continente di mezzo miliardo di persone, sia ben in grado di accogliere pochi milioni di migranti e rifugiati in modo umano ed efficiente. La gestione politica del fenomeno deve dare risposte immediate sul lato umanitario e contemporaneamente proporre alla società una visione per il futuro. In tal senso siamo convinti che l’immigrazione racchiuda in sé delle potenzialità sia per il Paese di arrivo (culturali ed economiche) che per quello di partenza (sviluppo attraverso il ritorno di risparmi e conoscenze). Questa visione è condivisa da molti esperti e studiosi europei.

Il nostro partito non può sicuramente avere paura di perdere i voti di gruppi di persone grette ed egoiste, sobillate (in Italia e in Europa) da un’estrema destra razzista; ma non può nemmeno aver paura dei troppi “distinguo” che si levano da ambienti a noi più vicini.

Per chi si mette in mare per venire in Europa, l’unico distinguo è tra la vita e la morte.




Riflessioni sull’addio al PD di Civati

Questo articolo è frutto del dispiacere che la notizia dell’abbandono di Civati mi ha procurato. Per chi mi conosce e ha seguito un po’ il mio percorso politico negli ultimi due anni, sa che sono stato sostenitore di Civati in occasione del Congresso 2013 e candidato nella sua mozione, nella circoscrizione Europa 2.

Per me è stato un riferimento politico, abbiamo affrontato una sfida importante con le primarie del PD e ben 400.000 persone gli hanno accordato la loro fiducia. A Berlino raccolse 100 voti vincendo sugli altri sfidanti.

Credo quindi sia giusto condividere il messaggio con cui Giuseppe Civati spiega le ragioni della sua scelta. Credo sia un fatto molto negativo per il Partito Democratico, come ha detto anche il Presidente Matteo Orfini, poiché se ne va una persona onesta e capace, competente e appassionata e soprattutto un esponente importante di questo Partito, che ha contribuito a fondare e di cui è stato candidato Segretario.

Questo abbandono lo interpreto come una sconfitta politica per il nostro Partito, come scritto da molti altri esponenti del PD.

La pluralità delle idee è il punto di forza di questo partito, deve essere il punto di forza. Se non siamo in grado di confrontarci con un dissenso, seppur forte, viene meno la nostra vocazione dialogante e progressista. Come dirigente locale del Partito ho una responsabilità nei confronti di chi mi ha accordato fiducia nel momento dell’elezione a Segretario e sarà mio impegno proseguire con il lavoro fino a qua svolto per garantire che il nostro Circolo sia sempre uno spazio di confronto aperto, di partecipazione vera dove tutte le idee possano trovare ascolto e risposta, anche se le idee possono non essere sempre le stesse per tutti.

Il Circolo PD di Berlino deve essere un esempio di buona politica locale, dobbiamo dimostrare che un’altra politica con il PD è possibile e che questa si basa sul ruolo centrale delle iscritte e degli iscritti e del coinvolgimento della base in ogni decisione fondamentale della vita politica del gruppo. Questo dovrebbe valere ad ogni livello.

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino




Il Primo maggio a Berlino

Perché celebriamo il Lavoro con una festività? Perché ogni anno centinaia di migliaia di persone si riversano nelle strade di decine e decine di città?

Perché il lavoro è ciò che ci consente di vivere una vita qualitativamente diversa. Perché il lavoro è ciò che dà dignità alla persona: attraverso la fatica del proprio lavoro, l’uomo dà un senso al suo essere nel mondo.

Dopotutto, Il lavoro è una componente essenziale dell’identità sociale di un individuo. Il lavoro incide profondamente sulla vita delle persone: solo con un buon lavoro e con una giusta retribuzione una persona può costruirsi una vita dignitosa. Per questo è bello che nella nostra Costituzione tale principio sia addirittura esplicitato nel primo articolo:

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro

Di contro, quindi, la disoccupazione è la piaga da combattere con ogni mezzo. Poiché essa non procura solo l’impoverimento monetario degli individui, delle famiglie e dunque della collettività, bensì anche un danno all’identità sociale e al proprio sistema di valori.

Come Socialisti e Democratici abbiamo l’obbligo di lottare con forza affinché il lavoro non venga reso strumento di oppressione anziché di emancipazione. Abbiamo l’obbligo di lottare non per un lavoro qualsiasi a qualsiasi retribuzione, ma per un lavoro di qualità, che rispetti le capacità e le competenze delle persone e che sia in grado di garantire ad esse la libertà dal bisogno.

Buon primo maggio!

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino




Incontro con Dr. Timo Lochocki

Il 16 aprile 2015 abbiamo incontrato il Dr. Timo Lochocki, Politilogo della Humboldt Universität zu Berlin, che ci ha parlato del concetto di “Rechtsextremismus vs Rechtspopulismus“.

Due concetti che possono apparire sovrapponibili o sinonimi, ma che non lo sono. Il Circolo PD Berlino ha così approfondito con un esperto un tema molto attuale. Abbiamo discusso di NDP e AfD in Germania, di Pegida e dei movimenti populisti e di destra in altri Paesi europei, come in Italia e Francia.

Interessante è stata anche l’analisi che ha messo in evidenza come questi movimenti non si generino normalmente in periodi di crisi o di impoverimento, quanto piuttosto nei momenti di benessere e di espansione. Un paradosso e una constatazione che abbatte uno stereotipo che troppo spesso le sinistre hanno.

Un momento di formazione politica davvero interessante che entra a far parte del nostro bagaglio culturale e politico.

Per maggiori informazioni sul lavoro del Dr. Timo Lochochi si possono consultare i seguenti link:

wer wählt die Rechspopulisten und warum? (2014)

AfD im Dilemma (2015)