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Covid-19: Le sfide della pandemia alla politica

Fonte immagine: EFSA (http://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/styles/news_individual_node_image/public/news/coronavirus.jpg?itok=rcHd1BLN)

 

I Circoli PD Berlino e Brandeburgo e PD Scandinavia hanno cooperato nell’organizzazione di una serie di eventi dedicati al coronavirus, incluse le sue conseguenze sulla società e dunque di quali strategie abbiamo bisogno per poter pensare ad una ripartenza post-virus. Qui trovate il report stilato dai Segretari dei rispettivi circoli, Federico Quadrelli ed Elena Raffetti.




Analisi critica del DL 22

Clicca qui per leggere la riflessione e analisi critica di Tiziana Corda per il Circolo PD Berlino e Brandeburgo sul decreto legislativo 22 del Ministero dell’Istruzione.




Approfondimento: cos’è il MES, Meccanismo Europeo di Solidarietà

L’European Stability Mechanism (ESM, o MES se si usa l’acronimo italiano) è uno strumento creato nel 2012 come creditore di ultima istanza per 19 paesi dell’Eurozona. Il MES, insieme al programma di acquisti di titoli di stato della Banca Centrale Europea (BCE), rappresenta la principale eredità della crisi dei debiti sovrani del 2010-12. Esso sostituisce l’ESFS, un veicolo provvisorio creato per fornire crediti di emergenza a tassi d’interesse tollerabili per la Grecia. A differenza di quest’ultimo, che rappresentava in tutto e per tutto una soluzione improvvisata per dare ossigeno alle finanze elleniche, il MES è integrato nella più ampia architettura istituzionale europea, essendo stato aggiunto tramite emendamento al Trattato di Lisbona (pur rimanendo un’istituzione puramente intergovernamentale).

Il Meccanismo agisce in totale autonomia, beneficiando di ben 700 miliardi di euro in liquidità trasferiti dagli stati sottoscrittori (di cui attualmente 431 miliardi sono a disposizione per nuovi prestiti). Questo è particolarmente importante perché i fondi del Meccanismo non sono quindi finanziati tramite l’emissione di debito dei paesi dell’Eurozona.

Il Board of Governors del MES è composto dai ministri delle finanze dell’eurozona, ognuno con il diritto di nomina di un direttore assegnato al board of directors amministrativo. Nelle sue operazioni il MES rappresenta quindi l’espressione delle priorità dei paesi membri dell’area euro. Tuttavia, legalmente e nei fatti, il MES è anche tenuto a una stretta collaborazione istituzione con partner quali l’ECB e la Commissione Europea, le quali sono coinvolte sia nell’elaborazione che nell’implementazione di specifici pacchetti di credito. I programmi del MES possono essere elargiti sia a stati membri (come la Grecia o Cipro), sia a istituti bancari (come è avvenuto nel caso spagnolo).

Le decisioni all’interno del MES vengono prese all’unanimità. In caso di emergenza decisioni possono essere adottate con 2/3 dei voti favorevoli (con un quorum del 80%). A causa dei diversi livelli di contribuzione dei paesi firmatari, che determinano il numero di voti, Germania, Francia e Italia detengono de facto un diritto di veto.

Le linee di credito del MES sono riservate ai paesi firmatari del Fiscal Compact e sono “condizionali”, cioè devono essere accompagnate da una serie di politiche da parte del debitore che garantiscano la restituzione dei fondi richiesti. La negoziazione delle condizionalità è affidata alla Commissione Europea “in liaison con la BCE”. Di massima, la condizionalità può prevedere sia profondi aggiustamenti macroeconomici, sia il semplice rispetto delle norme che hanno permesso l’accesso ai fondi in primo luogo. La condizionalità può variare a seconda delle circostanze ed è stabilita da un Memorandum of Understanding (MoU) firmato dal paese debitore e dal MES.

Nel processo di ratifica del MES, i parlamenti nazionali sono stati coinvolti in diverse maniere, influenzando il funzionamento del Meccanismo. Analisi empiriche, in particolare, rivelano che il coinvolgimento delle assemblee nazionali ha portato ad un’evidente politicizzazione dello strumento, sottraendolo in parte alla semplice logica di stabilizzazione macroeconomica e trasformandolo in un oggetto di contesa domestica. Questa politicizzazione, inoltre, è avvenuta in maniera asimmetrica: alcuni parlamenti hanno percepito il proprio ruolo in maniera molto più marcata di altri. Ciò è evidente nel dibattito italiano e greco, dove l’imposizione di intraprendere determinate riforme come da MoU è vista come un limite alle decisioni di governi democraticamente eletti, ma anche nei paesi creditori come la Germania. Qui, il trattato e il trasferimento dei fondi sono stati recepiti tramite una legge apposita (ESMfG): toccando le competenze budgetarie del parlamento, infatti, il Bundestag ha il diritto e dovere di essere coinvolto nei processi decisionali del MES, attraverso un voto della commissione budgetaria o della plenaria. Anche sui mercati finanziari, la richiesta di credito al MES è associata a un certo livello di stigma economico perché segnala fragilità dei conti e delle future prospettive del paese. Una recente proposta prevede la diminuzione di questo problema di percezione  tramite la richiesta di accesso (senza necessario prelievo) ai fondi del MES da parte di tutti i 19 paesi firmatari.

Autore: Michelangelo Freyre

 

Fonti:

Bardutzky, Samo. “Constitutional Courts, Preliminary Rulings and the ‘New Form of Law’: The Adjudication of the European Stability Mechanism.” German Law Journal 16, no. 6 (December 2015): 1771–90. https://doi.org/10.1017/S2071832200021337.

Bénassy-Quéré, Agnès, Markus K. Brunnermeier, Henrik Enderlein, Emmanuel Farhi, Marcel Fratzscher, Clemens Fuest, Pierre-Olivier Gourinchas, et al. “Euro Area Architecture: What Reforms Are Still Needed, and Why.” VoxEU.Org (blog), May 2, 2019. https://voxeu.org/article/euro-area-architecture-what-reforms-are-still-needed-and-why.

Deutscher Bundestag. “Deutscher Bundestag – Mitwirkungsrechte des Deutschen Bundestages.” Accessed April 1, 2020. https://www.bundestag.de/europa_internationales/eu/mitwirkungsrechte.

European Council. “Treaty Establishing the European Stability Mechanism (ESM),” n.d. Wikisource.

Höing, Oliver. “Asymmetric Influence: National Parliaments in the European Stability Mechanism.” Universität zu Köln, 2015.

Minenna, Marcello, and Dario Aversa. “A Revised European Stability Mechanism to Realize Risk Sharing on Public Debts at Market Conditions and Realign Economic Cycles in the Euro Area.” Economic Notes 48, no. 1 (2019): 12118. https://doi.org/10.1111/ecno.12118.

Smaghi, Lorenzo Bini. “Corona Bonds – Great Idea but Complicated in Reality.” VoxEU.Org (blog), March 28, 2020. https://voxeu.org/article/corona-bonds-great-idea-complicated-reality.

“Snapshot.” Accessed April 1, 2020. https://www.bundestag.de/europa_internationales/eu/mitwirkungsrechte.

 

Fonte immagine: Il Sole 24 Ore, https://www.ilsole24ore.com/art/mes-cos-e-e-come-funziona-fondo-salva-stati-ACGaaC2




È uscito il primo numero di Agorà del 2020 – Tema giovani

È difficile stabilire esattamente quando sia nato, nel discorso politico e culturale, il trend di analizzare e cercare di classificare in modo sistematico le nuove generazioni. Forse l’esempio più lampante di questo fenomeno si è verificato negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, quando sono apparsi gli hippies e quando la generazione dei giovani adulti si è fatta interprete in prima linea della rivoluzione culturale. Da quel momento in poi, si è quasi fatto a gara ad individuare le caratteristiche delle generazioni che “debuttavano” nel corso dei decenni; ed è così che sono nate le definizioni di “boomers”, “generazione x “, “millenials” (altresì noti come “generazione Y”), e “generazione z”. Queste ultime due generazioni sono quelle a cui appartengono i giovani odierni, i quali si esprimono in sottoculture molte diverse tra loro, dai cinici dandy del nuovo millenio -gli hipster , ai più impegnati attivisti dei Fridays for Future, passando per gli egocentrici influencer. E’ proprio su queste ultime due generazioni che il numero attuale di Agorà ha voluto concentrarsi, cercando di andare al di là dei classici stereotipi che i media propongono. Edith Pichler, sociologa all’università di Potsdam, ci racconta dei giovani italiani che alternano partecipazione a fuga e/o alienazione; Alberto Vettese si concentra invece sul mondo, a noi meno noto, dei giovani nella Russia di Putin, ed infine Michelangelo Freyrie ci parla di Inoltre,un nuovo movimento giovanile (e non solo) nato in seno al Pd e volto a superare le correnti. Buono sguardo sul futuro!

Valentina Piacentini

Tesoriera PD Berlino e Brandeburgo




Punto della situazione sul coronavirus

Fonte immagine: EFSA (http://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/styles/news_individual_node_image/public/news/coronavirus.jpg?itok=rcHd1BLN)

 

Il circolo del PD Berlino e Brandeburgo insieme ad altri circoli del Partito Democratico all’estero dimostrano vicinanza e affetto a tutto il personale sanitario che in questi giorni si sta impegnando nell’emergenza coronavirus nelle regioni colpite, alle persone che si sono infettate, agli abitanti dei comuni sottoposti ad isolamento, ai numerosi volontari e soprattutto ai famigliari e amici di persone che sono decedute o che si trovano in condizioni critiche a causa dell’infezione. E’ recente la notizia che anche il nostro segretario Nicola Zingaretti è risultato positivo al Covid-19. Ribadiamo pertanto il nostro sostegno al segretario, ai suoi collaboratori e a tutti i dipendenti del Partito Democratico.  

In meno di tre mesi siamo passati dai pochi casi di polmonite di eziologia sconosciuta nella provincia cinese di Wuhan ad uno scenario internazionale che si prospetta di natura pandemica in una popolazione non immune. Le misure che sono state messe in atto sono uniche nella storia delle democrazie occidentali. Gli abitanti di molti comuni sono stati privati della loro libertà personale per salvaguardare la salute collettiva. La Lombardia e a seguire le altre regioni si sono dovute attrezzare velocemente nella gestione di outbreaks focolai  che sono nuovi alla nostra realtà. Altri provvedimenti volti alla salvaguardia della salute collettiva potrebbero rendersi necessari.

Le misure adottate in Italia sono atte a rallentare la velocità del contagio e a salvaguardare le fasce più a rischio. Non potranno fermare lo sviluppo di focolai in altre regioni italiane e in altri stati dell’Unione Europea, ma potrebbero aiutare a diluire i casi nel tempo. Un alto numero di contagi in un breve intervallo di tempo non permette al sistema sanitario nazionale di fare fronte al bisogno individuale legato al coronavirus ma anche ad altre patologie gravi, aumenta il rischio di contagio all’interno del personale sanitario, e conduce ad un modello di cura in cui chi ha più possibilità di sopravvivere accede a trattamenti piú avanzati.

Come partito politico ci troviamo di fronte ad un’Europa che nei prossimi mesi potrebbe trovarsi divisa. Gli spostamenti tra gli stati potrebbero essere limitati, numerosi voli sono già stati cancellati da e per l’Italia. Inoltre la richiesta di aiuto di alcuni stati membri in difficoltà per mancanza di presidi medici come mascherine, guanti, soluzioni disinfettanti e anche di personale sanitario potrebbe non essere accolta dagli altri stati. In caso di produzione di un vaccino o farmaci efficaci, gli stati produttori potrebbero non condividere questi medicinali. Ci auguriamo che lo spirito di solidarietà che anima l’Unione Europea si traduca in azioni concrete. Solo uniti, infatti, potremo superare lo stato di crisi sanitaria in cui ci siamo improvvisamente trovati e contrastare gli episodi di razzismo e intolleranza che, sfruttando la paura della gente, vengono disseminati.

I circoli del PD all’estero consigliano a tutti i nostri connazionali residenti in Europa di etá superiore ai 65 anni e/o affetti da altre patologie concomitanti di ridurre i loro contatti sociali e organizzare un servizio di spesa porta a porta per prevenire il contagio. Se per la popolazione piú giovane la mortalità è molto bassa, nelle fasce più anziane questa percentuale sale di 4 volte. I dati del focolaio italiano danno un 30% di ricoveri tra le persone positive al coronavirus con un 7% di soggetti in terapia intensiva. 

Seguire le direttive nazionali italiane e quelle nei paesi di residenza degli italiani all’estero in questa fase emergenziale è fondamentale per la propria salute ma anche per la salute di coloro che ci sono intorno perché ognuno di noi può diventare, inconsapevolmente, veicolo di infezione per i più vulnerabili come, ad esempio, immunocompromessi ed anziani. Invitiamo ad avere fiducia anche nella comunità scientifica che lavora senza sosta per garantire a tutti noi una corretta informazione e una gestione dell’emergenza efficace. Siamo a disposizione per cercare di rispondere alle vostre domande e affrontare le vostre esigenze.




Comunicato sull’uscita di Matteo Salvini sul diritto alla salute delle donne immigrate in Italia

Apprendiamo con stupore e sdegno dell’ennesima uscita di Matteo Salvini alla caccia di un nemico. Questa volta si tratta delle donne immigrate in Italia, che accedono – là dove garantito, chiaramente – all’interruzione di gravidanza in caso di gravidanze indesiderate o non pianificate. Al di là della semplificazione di tematiche complesse di cui puntualmente Salvini sembra conoscerne solo uno o due aspetti, quelli che fanno notizia, ribadiamo che il diritto alla salute è previsto per chiunque si trovi sul territorio della Repubblica Italiana, inclusi i visitatori. Va da sé che chi risiede in pianta stabile nel paese ha diritto all’assistenza sanitaria, ad incominciare dalle fasce più deboli e meno seguite dalla popolazione. A causa di barriere linguistiche rimane difficile per i cittadini stranieri che risiedono in Italia accedere al servizio sanitario, e questo diritto dovrebbe essere garantito anche per tutelare la salute della popolazione, pensiamo per esempio al concetto dell’immunità di gregge. Non è permesso escludere per cittadinanza o peggio per ceto sociale, lo stesso giuramento di Ippocrate e convenzioni internazionali obbligano al soccorso e all’assistenza di qualsiasi persona, indipendentemente dal suo status. Ci riallacciamo a questo concetto del rispetto della vita umana, concetto laico e non solo religioso, e sottolineiamo il nostro rifiuto a farne tema da chiacchiera da bar. Chi non sa, taccia, e Salvini stesso rifletta sulle uscite quotidiane che causano agitazione e promuovono un clima da caccia alle streghe e creano le basi per una società razzista.

Alberto Vettese
Vicesegretario PD Berlino e Brandeburgo
AG Diritti e Libertà civili




Analisi della struttura PD Berlino-Brandeburgo 2019

1. Iscrizioni, cancellazioni e trasferimenti

Il 2019 è stato un anno caratterizzato da una nuova scissione politica interna al Partito Democratico. Matteo Renzi ha deciso, all’indomani della creazione del governo giallo-rosso, di fondare un nuovo movimento dal nome “Italia Viva”. Il nostro circolo è stato interessato in maniera molto contenuta perdendo, ufficialmente, 2 membri: Laura Garavini, Senatrice eletta col PD per la Circoscrizione Europa, ora passata ad Italia Viva, e un iscritto. Al 19.12.2019 la situazione delle iscritte e degli iscritti al PD Berlino e Brandeburgo, al netto delle due uscite, presenta i seguenti dati: 12 donne e 32 uomini per un totale di 44 iscritti (di cui uno online). Il numero dei simpatizzanti registrati al nostro albo è pari a 17, di cui 3 donne e 14 uomini. In totale, quindi, il nostro circolo conta 44 iscritte/i e 17 simpatizzanti, complessivamente 61 persone direttamente riconducibili al nostro circolo. Si tratta, tenendo insieme i dati di iscritte/i e simpatizzanti, del numero più alto mai registrato dal 2013 data in cui si è istituito il nuovo gruppo dirigente, prima in una fase transitoria, poi in fase ufficiale nel 2014.

Grafico 1. Andamento iscritte/i e simpatizzanti del PD Berlino-Brandeburgo, 2013-2019

grafico

Fonte: dati anagrafi, 2013-2019

[Nota: dal 2014 al 2019 dati della Presidenza Rumignani tenuti con anagrafe verificata dalla Commissione di Garanzia e dal Circolo. Per il 2013 sono dati indicativi relativi al periodo in cui ero Presidente di Circolo. All’epoca il circolo non aveva un’anagrafe ufficiale.]

Riguardando i dati del passato si osserva che la scissione che diede vita al gruppo “Liberi e Uguali” (LeU) produsse una maggiore perdita di iscritte/i, rispetto a quella attuale. Effetti, comunque, che potranno essere meglio valutati, probabilmente, con le iscrizioni del 2020. Di particolare rilevanza per il nostro circolo sono le cancellazioni dovute a “trasferimenti” o in Italia o in altre zone d’Europa. Berlino, cosa che è stata osservata più volte, è caratterizzata da una relativamente forte volatilità delle presenze. Spesso, infatti, iscritte/i restano per periodi di tempo brevi. Per cui, a fronte di un tot. di cancellazioni si assiste anche, di anno in anno, a consistenti “nuove iscrizioni”. Questa fluttuazione di entrate ed uscite è ogni anno positivamente coperta dalle nuove iscrizioni. Interessante anche il fenomeno delle cancellazioni da iscritte/i che poi confluiscono nell’albo dei simpatizzanti. Tra il 2017 e il 2019 si è assistito al maggior numero di passaggi tra le due categorie.

2. IDENTIKIT DI ISCRITTE/I 2019 AL CIRCOLO PD BERLINO E BRANDEBURGO

 

Conoscersi è una cosa positiva. Per questo, di anno in anno, presentiamo qualche informazioni sui dati socio-anagrafici di iscritte/i.

2.1. Profilo anagrafico

L’analisi del profilo anagrafico di iscritte ed iscritti al Circolo PD Berlino e Brandeburgo ci dice che l’età media tra gli uomini è di 48 anni. Il più giovane ha 21 anni il più anziano 78. Per le donne l’età media è di 44 anni. La più giovane ha 24 anni., la più anziana 74.

2.2. Profilo educativo

Dal punto di vista dei livelli d’istruzione si osserva che tra i maschi 18 sono in possesso di almeno una laurea triennale (o più). Tra le donne sono invece in 8. In totale, quindi, su 44 iscritte/i ben 28 sono in possesso di un titolo universitario. 9 sono in possesso di un diploma di scuola superiore.

2.3. Profilo professionale

Il profilo professionali ci restituisce un quadro molto articolato: studenti (6), autonomi – liberi professionisti, gastronomi, traduttori,commercianti – (10), dipendenti pubblici – insegnanti, assistenti di ricerca, ricercatori – (7), pensionati (8), dipendenti privati – camerieri, operatori call-center, quadri/dirigenti (4) – persone in cerca di lavoro (3). Altre figure non sono specificate nei moduli che son stati consegnati.

3. Doppia militanza: PD-SPD

Un ulteriore dato da presentare riguarda la doppia-militanza di iscritte/i del PD Berlino e Brandeburgo nella SPD. Il lavoro coordinato con il partito socialdemocratico di Berlino è stato, fin dall’inizio, uno dei punti centrali dell’attività politica del circolo. Quest’anno risultato iscritte/i alla SPD, oltre che al PD, in 14. Diversi con ruoli all’interno delle varie strutture SPD nei Bezirk e a livello di Land. Un segnale molto positivo di progressiva integrazione politica da parte del nostro gruppo.

4. Conclusioni

Dare uno sguardo al nostro interno è sempre interessante, oltre che utile. Siamo un gruppo plurale e ricco: non siamo un gruppo monolitico, ma dinamico. Si incontrano esperienze umane e professionali di vario tipo, gruppi d’età anche distanti tra di loro, nell’obiettivo – altro punto fermo dell’azione politica di questa segreteria, dal 2014 in avanti – di creare un vero dialogo intergenerazionale e un sistema basato sulla reciprocità. Abbiamo attraversato due scissioni, non pochi scossoni interni, ma il gruppo resta solido e anzi, grazie anche al ruolo dei simpatizzanti, in forte aumento. L’esistenza di uno spazio “simpatizzanti” ha spesso accompagnato, poi, la scelta verso una iscrizione vera e propria. Scopo del lavoro politico del prossimo anno sarà di consolidare la nostra realtà di comunità e di espanderci ulteriormente. Rispetto agli obiettivi fissati nel 2018 per il 2019, possiamo ritenerci soddisfatti.

Berlino, 19.12.2019

Federico Quadrelli

Segretario PD Berlino e Brandeburgo

 

File originale qui




Sull’evoluzione delle Sardine, in Italia e all’estero

Il 14 dicembre il “fenomeno sociale” – come definito dagli iniziatori stessi – delle Sardine non si è manifestato solo in Italia, a Roma, ma anche in tante piazze qua all’estero: Londra, Parigi, Madrid, Stoccolma, Copenhagen e naturalmente a Berlino.

Queste piazze fanno emergere con chiarezza e forza un bisogno: quello della partecipazione. Davanti a un registro politico sempre più volgare e violento da parte delle forze di destra, più o meno radicali, qualcuno ha sentito il bisogno, in modo autonomo e spontaneo di dire basta. E lo ha fatto con pacatezza, tranquillità e fantasia.

Piazze festose. In contrapposizione alla retorica razzista dell’odio. E questo ha messo insieme tante persone. Un mondo plurale, probabilmente sia per fattori anagrafici (hanno manifestato giovani, adulti, meno giovani) sia per fattori politici (ci saranno elettrici ed elettori, o anche militanti di qualche partito come semplici cittadini che hanno risposto ad una chiamata, a un bisogno).

È stato redatto un documento. Sono stati indicati dei punti: dalla promozione di un linguaggio pulito e rispettoso all’abrogazione dei decreti sicurezza.

Queste piazze meritano rispetto. Questo impegno merita rispetto. Chi fa politica in modo attivo, a livello di militanza, quindi di volontariato, o a livello professionale deve mettersi a disposizione: ascoltare, riflettere e capire quali sono i consigli, i messaggi ed i significati, che tutto questo porta con sé.

Per questo, come Circolo PD Berlino, ci mettiamo a disposizione. Anzi, invitiamo le animatrici e gli animatori delle Sardine di Berlino a un incontro e a un momento di confronto sulle loro idee, sui punti del loro documento.

Tutto questo ha un valore maggiore, qua a Berlino, poiché proprio qua pochi mesi fa la Lega ha dato inizio alla costituzione della propria rete all’estero.

Resta per me incomprensibile il supporto da parte di emigrati italiani all’estero o dei “mobili”, coloro che usufruiscono a pieno dei vantaggi del progetto europeo e dell’assenza di frontiere, a una forza politica che si definisce nazionalista, antieuropea e che in patria mette il massimo impegno nel demonizzare l’altro.

Per questo sentiamo il bisogno di aprirci e confrontarci. La battaglia per un mondo più giusto, equo, rispettoso e solidale non è certo conclusa.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo

 

Fonte foto: https://cosenza.gazzettadelsud.it/articoli/politica/2019/11/27/le-sardine-arrivano-in-calabria-sabato-manifestazione-a-cosenza-bc744b9c-b5ad-4637-97f7-ad9cebbd6c8a/




Uk – Il popolo è sovrano

Il popolo sovrano ha deciso: la Gran Bretagna avrà un governo conservatore per i prossimi cinque anni. Fin qui i fatti ma quali conseguenze avrà questo voto? Possiamo già prevedere qualcosa.
Il partito laburista ha perso malamente. Ciò che deve far riflettere, tuttavia, non è tanto come abbia perso ma dove. La destra trionfa infatti nelle regioni povere, in aree storicamente di sinistra. Caso emblematico è la città di Wrexham, nel nord Galles, laburista dal 1935 ed oggi passata ai conservatori. Come membro del partito laburista mi sono attivata in campagna elettorale ed ho avuto il piacere e la fortuna di parlare con molte persone nello stato nel quale vivo, il Galles, in cui dal 1998 governa una assemblea a trazione Labour. Ebbene, i conservatori avanzano. In Galles, regione di ex-minatori, così come nel nord-est dell’Inghilterra. Stiamo parlando di aree che vivono prevalentemente di pubblico, dove le politiche della Tatcher hanno portato alla chiusura di miniere e fabbriche, logorando intere comunità. Perché i conservatori guadagnano consenso? Sarebbe facile, ma riduttivo, dare la colpa agli elettori. Sul tema Brexit Boris Johnson ha una posizione discutibile ma chiara: “Get the Brexit done” (facciamo la Brexit), ha un accordo con l’Unione Europea e promette di portare il paese fuori dall’Unione il 31 gennaio 2020. Sarà quel che sarà, dal primo febbraio potremo riorganizzarci e parlare di politica interna. Cosa propone di contro Jeremy Corbyn, il leader del partito laburista? Fino ad un mese fa andava minimizzando il problema con una frase che suonava così: “Non importa che tu abbia votato per rimanere o uscire dall’Unione Europea, ascoltaci” e proponeva, in caso di vittoria, un’ennesima negoziazione per un ulteriore accordo, alternativo a quello ottenuto da Johnson. Avrei suggerito a Corbyn di non minimizzare mai le posizioni dell’elettorato ma vado oltre. Diverse sono state le reazioni: “Perché l’Unione dovrebbe spendere altro tempo per i negoziati quando un accordo è già sul tavolo?”. E ancora: “Basta parlare di Brexit, usciamo! Così i politici non avranno come scusa la Brexit per non parlare dei nostri problemi interni”. Io provo ora a mettermi nei panni delle persone che vivono in tempi di austerity e che cercano certezze. Possiamo essere d’accordo o meno ma gli elettori sono andati verso chi aveva una posizione certa. L’Europa è vista come qualcosa di lontano dalla vita comune e la sinistra britannica non si è mai impegnata a promuovere l’Unione fino in fondo. Anzi, sotto la guida di Corbyn, è stata ulteriormente declassata perché alla domanda su come farà un paese importatore come la Gran Bretagna a potersi permettere beni di prima necessità come verdure e farmaci, la risposta del leader è sempre stata la stessa: nazionalizziamo. Come? Tassando i ricchi avidi, senza pensare, a mio giudizio, che non siamo nella Russia del 1917 e che non possiamo sperare di diventare un paese socialista confiscando i beni ai ricchi. Eh si, perché le imprese si spostano e i soldi migrano insieme agli imprenditori. È risaputo anche che il socialismo in un solo paese non funziona, soprattutto per le fasce più deboli. Cuba docet. Corbyn, però, ha continuato imperterrito a rivendere le future possibili nazionalizzazioni attraverso la lotta ai ricchi, con il risultato che oggi, 13 dicembre 2019, è davanti gli occhi di tutti. La linea politica del partito sulla Brexit ha anche alienato la classe media che, mi ripeto, su questo tema voleva una risposta certa: Brexit si, Brexit no, quando e come. Dobbiamo riconoscere che su questo tema Bojo, come viene affettuosamente chiamato il primo ministro dai suoi detrattori, è stato chiaro, deciso e pragmatico. Ecco ciò che secondo me manca alla socialdemocrazia oggi: chiarezza e pragmatismo. Si cerca di accontentare tutti e si finisce, invece, ad ottenere l’effetto contrario con proposte pompose ma vuote. Discutiamo dei massimi sistemi senza tradurre le idee in azioni concrete. La radicalizzazione del partito laburista ha poi confermato che gli estremismi di sinistra, soprattutto in paesi fortemente capitalisti come la Gran Bretagna, non funzionano. Io sogno una sinistra al passo con i tempi, che sappia promuovere le aziende virtuose e distribuire le ricchezze pubbliche. Un modello Olivetti o Ferrero, per fare due esempi a noi familiari. Io sogno una sinistra che spieghi perché è importante aprirsi, conoscere, che dimostri quanto la libera circolazione delle persone sia un bene per l’umanità. Non ho sentito nulla di tutto ciò nelle parole di Corbyn post elezioni. Non voglio riproporre il modello Blair, auspico invece qualcosa di nuovo.
Corbyn dice che la Brexit ha oscurato le altre proposte Labour ed individua in questo le ragioni della disfatta. Non sono d’accordo. I piani di nazionalizzazione e le troppe proposte di interventi statali hanno creato paura in coloro che non vogliono assistere alla crescita del debito pubblico. Molti cittadini con amici, partner o commerci con Europei hanno sofferto il silenzio sulla sorte dei propri cari o dei propri commerci nel Regno Unito. L’incertezza e le risposte non date non hanno convinto l’elettorato.
Posso dire con certezza che Boris Johnson non investirà nel pubblico e che le aree povere ora sotto guida Tory soffriranno dei tagli alla spesa pubblica. È lì che la sinistra dovrà vigilare e riuscire a parlare nuovamente agli elettori. Dobbiamo riorganizzarci. Ora.
Rimangono poi due nodi da sciogliere: che fine farà il confine tra la Repubblica di Irlanda ed Irlanda del Nord e come si evolverà la situazione in Scozia, dove lo Scottish National Party, il partito pro indipendenza, ha fatto incetta di voti. La leader del partito e primo ministro, Nicola Sturgeon, ha sempre premuto per la scissione dal Regno Unito, anche in virtù del fatto che la Scozia votò per rimanere nella Unione Europea. Insomma, si prospetta un futuro complicato per il Regno Unito. Che Dio salvi tutti, non solo la Regina!

 

Valentina Flamini

Segretaria PD Uk

 

 

 

Photo credit: Stefan Rousseau / IPA / Fotogramma




Le proposte PD Berlino e Brandeburgo su ricerca e formazione

In occasione di un nostro precedente incontro organizzato in vista delle Elezioni Europee 2019 sono state avanzate delle proposte riguardo alla Ricerca e Formazione in Italia che ci sentiamo di riproporre per la Costituente delle Idee 2019. Trovate le proposte al seguente link:

PROPOSTE_RICERCA_FORMAZIONE_PD Berlino e Brandeburgo