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Verso un nuovo PD Germania

In vista di quello che sarà il congresso PD Germania 2015, il Circolo PD Berlino ha redatto un documento programmatico che è inteso come piattaforma tematica di discussione per pensare insieme un nuovo PD all’estero.

Il documento, scaricabile da questo >>> Link <<< , è il risultato di un lungo lavoro di analisi, discussione ed elaborazione di gruppi di lavoro che hanno incluso iscritte e iscritti così come simpatizzanti attivi nel nostro Circolo.

Il documento è stato inoltrato a tutti i segretari di Circolo affinché lo mettano a disposizione dei loro gruppi per poter iniziare un percorso comune di confronto.

Il documento così come è lo pubblichiamo online a disposizione di chiunque fosse interessato a visionarlo.

Un caro saluto

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




CANALE DI SICILIA UN MESE DOPO – NON DIMENTICHIAMO

Lettera di 17 circoli europei

Caro Segretario,
cari membri della Segreteria, care compagne e compagni,

È passato un mese dalla più grande tragedia mai accaduta nel Canale di Sicilia. L’enorme numero di vittime ha scosso le coscienze di molti ed allo stesso tempo alimentato le speculazioni di chi vorrebbe rendere ermetiche le frontiere.
Noi militanti del PD all’estero ci sentiamo particolarmente vicini alle sorti delle migliaia di cittadini africani e medio-orientali che tentano ad ogni costo, anche al prezzo della vita, di raggiungere le coste europee. Ci accomunano la migrazione, la speranza in un’alternativa di vita migliore, il desiderio di sviluppare le nostre potenzialità di uomini e donne. Ci rendono diversi la drammaticità delle condizioni di vita nel paese di partenza, le condizioni del viaggio e l’accoglienza nel paese di arrivo.

Come iscritti ai circoli europei del PD chiediamo al nostro partito di impegnarsi con assoluta priorità su due fronti.
Il primo è quello di impiegare ogni mezzo a disposizione per evitare che tragedie come quella avvenuta un mese fa si ripetano ancora. Ogni singola vita umana persa in mare sulla rotta dei migranti è un peso sulle coscienze di noi Europei. Noi chiediamo al nostro partito, il più grande della famiglia socialdemocratica europea, al governo nel Paese più interessato dagli sbarchi e con un proprio membro alla carica di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, di porre la questione all’ordine del giorno in ogni sede competente assegnandole la massima priorità.

In secondo luogo lanciamo un appello a tutto il partito perché si impegni in un’opera di narrazione che cancelli le mistificazioni sull’immigrazione ed educhi la società ai valori di accoglienza e integrazione. Da parte nostra abbiamo a più riprese promosso iniziative per portare la discussione ad un livello europeo sia sul piano politico che su quello civile. Intendiamo ora ricercare un maggiore coordinamento di tali iniziative, anche insieme ai circoli degli altri partiti socialdemocratici europei.

Secondo tutte le stime, i flussi migratori verso l’Europa sono destinati ad aumentare a causa del peggioramento delle condizioni di vita nei paesi di partenza. Peggioramento a cui anche governi ed imprese europei hanno contribuito con scelte politiche ed economiche, i cui effetti si ripercuotono su scala globale. Un largo numero di migranti proviene poi da paesi teatro di guerra come la Siria. In particolare a quest’ultimi è giusto fornire un’alternativa valida al ricorso ai trafficanti di uomini.

Riteniamo che l’Europa, un continente di mezzo miliardo di persone, sia ben in grado di accogliere pochi milioni di migranti e rifugiati in modo umano ed efficiente. La gestione politica del fenomeno deve dare risposte immediate sul lato umanitario e contemporaneamente proporre alla società una visione per il futuro. In tal senso siamo convinti che l’immigrazione racchiuda in sé delle potenzialità sia per il Paese di arrivo (culturali ed economiche) che per quello di partenza (sviluppo attraverso il ritorno di risparmi e conoscenze). Questa visione è condivisa da molti esperti e studiosi europei.

Il nostro partito non può sicuramente avere paura di perdere i voti di gruppi di persone grette ed egoiste, sobillate (in Italia e in Europa) da un’estrema destra razzista; ma non può nemmeno aver paura dei troppi “distinguo” che si levano da ambienti a noi più vicini.

Per chi si mette in mare per venire in Europa, l’unico distinguo è tra la vita e la morte.




Il Primo maggio a Berlino

Perché celebriamo il Lavoro con una festività? Perché ogni anno centinaia di migliaia di persone si riversano nelle strade di decine e decine di città?

Perché il lavoro è ciò che ci consente di vivere una vita qualitativamente diversa. Perché il lavoro è ciò che dà dignità alla persona: attraverso la fatica del proprio lavoro, l’uomo dà un senso al suo essere nel mondo.

Dopotutto, Il lavoro è una componente essenziale dell’identità sociale di un individuo. Il lavoro incide profondamente sulla vita delle persone: solo con un buon lavoro e con una giusta retribuzione una persona può costruirsi una vita dignitosa. Per questo è bello che nella nostra Costituzione tale principio sia addirittura esplicitato nel primo articolo:

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro

Di contro, quindi, la disoccupazione è la piaga da combattere con ogni mezzo. Poiché essa non procura solo l’impoverimento monetario degli individui, delle famiglie e dunque della collettività, bensì anche un danno all’identità sociale e al proprio sistema di valori.

Come Socialisti e Democratici abbiamo l’obbligo di lottare con forza affinché il lavoro non venga reso strumento di oppressione anziché di emancipazione. Abbiamo l’obbligo di lottare non per un lavoro qualsiasi a qualsiasi retribuzione, ma per un lavoro di qualità, che rispetti le capacità e le competenze delle persone e che sia in grado di garantire ad esse la libertà dal bisogno.

Buon primo maggio!

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino




La celebrazione a Treuenbrietzen con Antonio Ceseri

Il 26 aprile 2015 si è tenuta la celebrazione presso Treuenbrietzen alla presenza dell’Ambasciatore italiano a Berlino, i politici locali e un ospite molto speciale, Antonio Ceseri, sopravvissuto al massacro commesso dai nazisti il 23 aprile 1945 a danno dei militari italiani internati.

La scoperta di questo massacro è stata realizzata grazie agli studi di Gianfranco Ceccanei e Bodo Förster. Molti che erano senza nome sono stati riportati alle proprie famiglie.

L’incontro è stato pieno di emozioni. La storia drammatica di Ceseri ha tenuto tutti col fiato sospeso. Di seguito le foto della giornata e alcuni link ad interviste recenti e ad un video.

Il nostro obbligo è non dimenticare. Abbiamo la responsabilità di tramandare alle nuove generazioni le esperienze del passato affinché quanto accaduto non si ripeta.

Link:

Intervista ad Antonio Ceseri (2015)

Articolo in italiano e tedesco sull’evento del 26 aprile 2015

Articolo in tedesco sul conferimento della cittadinanza onoraria (2015)




Per il 70esimo anniversario della Liberazione

25 aprile 1945 la voce di Sandro Pertini alla radio invita ad uno sciopero generale contro gli occupanti: “cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire“.

Sono passati settant’anni da quel giorno e le domande che ci poniamo sono tante: cosa è rimasto di quell’esperienza? Cosa abbiamo realmente imparato dal nostro passato? Quale significato ha e deve avere il giorno della Liberazione per noi, oggi?

L’oppressione fascista, per citare Piero Calamandreivoleva ridurre l’uomo a cosa” e l’antifascismo è stato la lotta per mantenere la propria umanità. Sì, è proprio questo che dobbiamo ricordare. Sulla base della propria appartenenza etnica, religiosa, politica o in base alle condizioni personali, sono state commesse atrocità di ogni genere e se oggi possiamo dirci liberi, lo si deve a chi non ha ceduto, a chi è rimasto umano e ha messo la sua vita a rischio per offrire a chi sarebbe venuto, un futuro migliore.

Settant’anni sono, per alcuni, un lasso di tempo tanto grande da permettersi di dire “che non li riguarda” o che “non li rappresenta” e “che la liberazione non è un valore“. Eppure settant’anni sono un granello di polvere nello scorrere del tempo. Quella storia è dietro di noi, ci sospira sulle spalle, ci minaccia costantemente e di tanto in tanto qualcuno, purtroppo, si lascia soggiogare. Quando si trovano scritte sui muri che inneggiano a Hitler o Mussolini, che insultano gli ebrei  e minacciano gli stranieri, ci troviamo di fronte all’odioso rigurgito di quell’ideologia di morte che i partigiani e le partigiane  hanno fortemente combattuto a costo delle proprie vite a volte e sicuramente subendo tante sofferenze e sacrifici. Ed è allarmante non capire il senso profondo del festeggiare questa ricorrenza: non è un vezzo, è il rinnovamento di un impegno etico, storico, politico e sociale.

Sono passati decenni, ma la lezione non è stata imparata. Si assiste impotenti a guerre e massacri, violenze spaventose e ritorsioni basate sull’orientamento sessuale, sull’appartenenza religiosa, politica o chissà per quali altre motivazioni. Anche nella vecchia Europa risorgono movimenti che s’ispirano all’ideologia fascista. C’è chi inneggia alle morti delle migliaia di migranti nel mediterraneo, di quelle persone che fuggono in cerca di una possibilità di salvezza. Dove è la loro umanità? 

L’ideologia nazi-fascista era sbagliata all’epoca e lo è oggi. Si manifesta in modi diversi, con obiettivi diversi, ma con un’identica sostanza: odio, rabbia, violenza e desiderio di ridurre l’uomo a cosa. Ed oggi, più che mai, è nostro obbligo lottare per non perdere quell’umanità, come i nostri nonni e le nostre nonne hanno fatto a suo tempo. Abbiamo una responsabilità enorme: quella di tramandare e testimoniare ciò che è successo, affinché si lavori in questo presente per costruire un futuro sempre migliore. Si va avanti, ma si va avanti con il peso di una storia che ci appartiene e che non deve mai essere messa dimenticata.

La Liberazione è stata la rinascita del nostro Paese ed è importante celebrarla come ricorrenza. La Liberazione è stata la ritrovata speranza e la luce che ci ha permesso di uscire dalla terribile oscurità che ci opprimeva. Ma questa conquista non ci è stata data una volta per sempre. Per questo ci riguarda tutti, sempre, di generazione in generazione. Dobbiamo assumerci la responsabilità che ci deriva da questa storia e impegnarci tutti insieme per far sì che la pace e la libertà siano preservate e messe a disposizione di tutti.

Buon 25 aprile a tutti, che sia un giorno di profonda commozione e d’orgoglio!

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Incontro con Guido Neidhöfer: le seconde generazioni di italiani in Germania

Il 14 aprile è stato nostro ospite Guido Neidhöfer ricercatore presso la Frei Universität di Berlino nella facoltà di Economia e vincitore del concorso Neodemos.it del 2015 con l’articolo: Italiani in Germania: sulla buona strada dell‘integrazione.

Neidhöfer ci ha spiegato, sulla base di un recente studio condotto assieme al Prof. Timm Bönke che la situazione delle seconde generazioni di italiani in Germania non è così negativa come spesso viene raccontato.

L’elemento che viene individuato di “debolezza” non è l’essere o meno italiani, quanto piuttosto il livello di istruzione dei genitori. Situazioni simili, infatti, vengono riscontrate in famiglie tedesche che hanno genitori con livelli di istruzioni bassi. La migrationshintergrund sembra non essere il vero fattore discriminatorio.




Il resoconto sull’evento #generazioneuropa a Bruxelles

Care iscritte e cari iscritti,

care e cari simpatizzanti,

di seguito trovate il resoconto dell’evento #generazioneuropa tenutosi a Bruxelles il 21 e il 22 marzo 2015. Il documento riassume i temi dell’incontro e mette insieme i risultati delle discussioni nelle tavole rotonde della seconda giornata di incontri.

Per visionare il documento >>> cliccate qua <<<

Per prendere visione degli atti del convegno e del materiale >>> cliccate qua <<<

Un caro saluto

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Il Circolo PD Berlino interviene su riforma della Legge Elettorale e Forma Partito

Care amiche e cari amici,

il Circolo PD Berlino e Brandeburgo ha redatto due documenti per discutere dei due principali temi del momento:

  • la riforma della legge elettorale, in riferimento nel nostro caso alla Circorscrizione estero,
  • la forma partito

Di seguito trovate i due documenti in formato .pdf da scaricare con le nostre osservazioni. Speriamo di poter contribuire in modo positivo ad un più ampio dibattito, facendo seguito a quanto già fatto da altri Circoli PD in Europa.

Documento “Riforma Elettorale

Documento “Forma Partito

Un caro saluto,

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Lettera del Circolo PD Berlino contro la candidatura di Roma per le Olimpiadi

Caro Matteo,

abbiamo appreso dalla stampa dell’appoggio dato da te quale Presidente del Consiglio a una possibile candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024.

Insieme con la metà dei berlinesi secondo una rilevazione Forsa, siamo del parere che gli svantaggi che derivano da un’Olimpiade superino i vantaggi. Riassumiamo qui le ragioni della nostra opposizione alla candidatura berlinese che riteniamo valgano anche nel caso di Roma.

  1. Modesta utilità per l’economia

La produttività degli investimenti effettuati per un’Olimpiade è generalmente trascurabile e ben inferiore a quella di investimenti che obbediscono a usuali criteri di economicità. Forti effetti di sostituzione degli investimenti e dei consumi e moltiplicatori tendenzialmente bassi riducono già in partenza l’effetto sul PIL. Non dimentichiamo che vincoli del bilancio pubblico spingono alla compensazione della spesa per le Olimpiadi riducendo altre poste che avrebbero socialmente ed economicamente una priorità superiore.

  1. Costo estremamente elevato

Il costo dei giochi londinesi ha superato, sulla base dei dati più aggiornati, i € 13 miliardi di cui più di € 10 miliardi a carico del contribuente, mentre l’IOC ha introitato nello stesso anno ben € 3,3 miliardi di cui solo € 560 milioni dati come contributo all’ente gestore delle Olimpiadi, Locog. L’esperienza passata mostra significativi eccessi di spesa rispetto ai budget iniziali (Londra: +133% secondo la Oxford University). Il processo di licitazione dei giochi favorisce la lievitazione dei costi, a beneficio di paesi che perseguono fini di prestigio (stime: Sochi US$ 50 miliardi, Beijing $ 30 miliardi).

  1. Effetti negativi per il turismo

Come anche a Londra nel 2012, si assiste a una riduzione dell’affluenza dei turisti durante l’Olimpiade a causa della defezione dei visitatori abituali per l’effetto chiamato “crowding-out” che è massimo nel caso di città turisticamente affermate come Berlino e Roma.

  1. Benefici squilibrati per lo sport e molti aspetti negativi per quello di massa

Gli investimenti privilegiano le grandi strutture, sovente sovradimensionate per il loro successivo utilizzo, a scapito di quelle richieste dallo sport di massa.  In tale senso lo sport competitivo è nemico dello sport di massa perché toglie a questo risorse. Ricordiamo che una buona parte degli investimenti viene effettuata in strutture destinate successivamente alla completa distruzione o almeno a un ridimensionamento. Secondo i piani attuali di Berlino ben circa la metà del budget per gli impianti sportivi di € 2 miliardi verrebbe così spesa.

  1. Aspetti negativi dal punto di vista ecologico e sociale

Terreni devono essere sigillati e cementati, sovente in aree critiche. Aumenti di prezzi generalizzati, anche per le abitazioni, sono da segnalare. Viene inoltre limitata la libera concorrenza a favore di sponsor in prossimità dei luoghi dei giochi e viene proibito, ad esempio a negozianti, l’utilizzo qualsivoglia di simboli in qualche modo legati alle Olimpiadi.

  1. Aspetti problematici relativi alla sicurezza

Nel quadro di interventi invasivi furono impiegate a Londra quarantamila forze dell’ordine con un costo totale di circa € 1,5 miliardi, importo pari a tutti gli introiti commerciali del Locog. Si regista infine nel periodo delle Olimpiadi una  parziale limitazione di diritti civili quali quello della libera espressione e riunione, a Londra sulla base di una legge del 2006.

  1. Contrattualistica problematica

La città aggiudicataria dei giochi è obbligata a firmare lo Host-City Contract, fortemente criticato, che regola minuziosamente i suoi pesanti obblighi tra cui l’emissione di una garanzia illimitata di accollo di tutti i costi aggiuntivi rispetto alla previsione. Tale contratto è alla radice del ritiro delle candidature per le Olimpiadi del 2022 di Oslo e, a seguito di un referendum popolare, di Monaco.

Nel nostro giudizio negativo non siamo soli. Le città di Monaco e Oslo sono gli ultimi episodi di un rifiuto crescente delle Olimpiadi nella loro faraonica veste attuale che ha come conseguenza una selezione progressivamente indirizzata verso candidati di paesi autoritari.

A fronte di tali sviluppi l’IOC stesso cerca di rimediare con l’approvazione recente di un programma di rinnovamento “Agenda Olimpica 2020”. Le relative proposte contengono però pochi obiettivi definiti, quale ad esempio la limitazione del numero degli atleti e delle competizioni, limitandosi principalmente all’enunciazione di intenzioni spesso generiche. Forti perplessità nascono inoltre dalla volontà dichiarata di rafforzare l’attività di lobbying e di investire in un proprio canale televisivo con costi che si prevedono elevati. Gli sforzi dell’IOC sono quindi ancora da considerare inadeguati.

Noi riteniamo che l’Italia non debba farsi attrarre, magari per considerazioni di prestigio, da progetti costosi e inopportuni – anche e non solo per la situazione difficile delle nostre finanze – e seguire l’esempio di altre città, tra cui probabilmente anche Parigi,  che rifiutano questo tipo di Olimpiadi.

Siamo delusi dall’appoggio dato da numerosi partiti a iniziative di candidatura alle Olimpiadi senza valutare appieno gli argomenti che consiglierebbero una posizione differente. Come insegnano i recenti casi tedeschi e norvegesi tali decisioni vengono sovente prese dai vertici di partito senza tenere in conto i giudizi della propria base. Questa si rivela, soprattutto nei partiti della sinistra europea, per lo meno diffidente se non contraria a candidature. Ci auguriamo che il nostro partito faccia proprie le nostre considerazioni cogliendo anche l’occasione per ridurre l’evidente rottura nel mondo politico tra vertici e base oggi così evidente.

Siamo pronti a discutere in modo aperto in tutte le sedi opportune il tema che ci ha spinto a scrivere questa lettera. Chiediamo inoltre che per Roma si faccia come a Berlino, ove vi è un impegno a consultare la popolazione per la decisione finale sull’opportunità della candidatura.

Ti ringraziamo per la tua attenzione.

il Circolo PD Berlino 




Incontro con il PSOE a Berlino al Landesparteitag della SPD

Il 17 maggio 2017 si è tenuto il Landesparteitag della SPD di Berlino e ho partecipato come attivista del PES e come Presidente del Circolo PD di Berlino.

Ospite d’onore dell’incontro Felipe Gonzalez Marquez amico di Willy Brandt e padre della socialdemocrazia spagnola, nel periodo successivo alla morte del Dittatore Franco. Un incontro importante, un intervento forte e carismatico: ecco un leader autorevole e credibile, è una rarità che viene dal passato. Un pregio averlo ancora qua e un onore per me aver ascoltato le sue parole.

L’incontro con il PSOE è andato avanti nel tardo pomeriggio con l’evento elettorale organizzato da José Manuel Fuertes, Segretario Generale del PSOE Berlin, per la presentazione della candidata al Parlamento Europeo, Angela Sabater. All’incontro era presente anche Miriam Herrero, Segretaria Generale del PSOE Europa.

Un incontro per me molto importante. Ho ascoltato con attenzione gli interventi degli ospiti. C’era passione, voglia di cambiare realmente le cose e tantissima competenza. Persone che hanno l’amore per la politica, che lo dimostrano e non se ne vergognano. Mi sono sentito a casa, confortato dal fatto di essere con persone che condividono con me idee, ideali e aspettative da questa Europa che si sta per delineare.

Angela Sabater parla di un’Europa Luminosa da costruire, dell’importanza dei giovani e della necessità di essere, come socialdemocratici, altro dai conservatori. In questi anni la distinzione sembra non esserci stata. Un’autocritica forte, unita alla consapevolezza che il solo cambiamento positivo ci potrà essere se tutte le forze socialdemocratiche d’Europa agiranno assieme e se i cittadini voteranno. Il voto, altro nodo critico che Miriam Herrero spiega bene, dipende dalla crisi della politica tradizionale, dal venir meno della fiducia che i cittadini hanno riposto in passato in chi ci ha preceduti.

Ma non siamo tutti uguali, non siamo tutti ladri né corrotti. La maggior parte di noi fa politica perché ci crede, gratuitamente e con un solo grande scopo: cambiare il mondo in meglio, per noi e per le generazioni future, poggiandoci sugli insegnamenti dei nostri padri e nonni, che in circostanze diverse, in Spagna come in Italia, in Francia come in Germania, hanno dovuto lottare per i diritti che oggi a noi sembrano dovuti e ovvi.

I populismi non hanno un programma da offrire, non gli occorre. Vivono sui nostri insuccessi e sulle nostre titubanze. Dobbiamo dimostrare ai cittadini e alle cittadine d’Europa che siamo affidabili e che il voto, il 25 maggio, a Martin Schulz, ai partiti della famiglia socialista  non sarà un voto perso. Noi cambieremo davvero l’Europa, per il bene di tutti.

Federico Quadrelli

Presidente del Circolo PD Berlino