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Analisi della struttura PD Berlino-Brandeburgo 2019

1. Iscrizioni, cancellazioni e trasferimenti

Il 2019 è stato un anno caratterizzato da una nuova scissione politica interna al Partito Democratico. Matteo Renzi ha deciso, all’indomani della creazione del governo giallo-rosso, di fondare un nuovo movimento dal nome “Italia Viva”. Il nostro circolo è stato interessato in maniera molto contenuta perdendo, ufficialmente, 2 membri: Laura Garavini, Senatrice eletta col PD per la Circoscrizione Europa, ora passata ad Italia Viva, e un iscritto. Al 19.12.2019 la situazione delle iscritte e degli iscritti al PD Berlino e Brandeburgo, al netto delle due uscite, presenta i seguenti dati: 12 donne e 32 uomini per un totale di 44 iscritti (di cui uno online). Il numero dei simpatizzanti registrati al nostro albo è pari a 17, di cui 3 donne e 14 uomini. In totale, quindi, il nostro circolo conta 44 iscritte/i e 17 simpatizzanti, complessivamente 61 persone direttamente riconducibili al nostro circolo. Si tratta, tenendo insieme i dati di iscritte/i e simpatizzanti, del numero più alto mai registrato dal 2013 data in cui si è istituito il nuovo gruppo dirigente, prima in una fase transitoria, poi in fase ufficiale nel 2014.

Grafico 1. Andamento iscritte/i e simpatizzanti del PD Berlino-Brandeburgo, 2013-2019

grafico

Fonte: dati anagrafi, 2013-2019

[Nota: dal 2014 al 2019 dati della Presidenza Rumignani tenuti con anagrafe verificata dalla Commissione di Garanzia e dal Circolo. Per il 2013 sono dati indicativi relativi al periodo in cui ero Presidente di Circolo. All’epoca il circolo non aveva un’anagrafe ufficiale.]

Riguardando i dati del passato si osserva che la scissione che diede vita al gruppo “Liberi e Uguali” (LeU) produsse una maggiore perdita di iscritte/i, rispetto a quella attuale. Effetti, comunque, che potranno essere meglio valutati, probabilmente, con le iscrizioni del 2020. Di particolare rilevanza per il nostro circolo sono le cancellazioni dovute a “trasferimenti” o in Italia o in altre zone d’Europa. Berlino, cosa che è stata osservata più volte, è caratterizzata da una relativamente forte volatilità delle presenze. Spesso, infatti, iscritte/i restano per periodi di tempo brevi. Per cui, a fronte di un tot. di cancellazioni si assiste anche, di anno in anno, a consistenti “nuove iscrizioni”. Questa fluttuazione di entrate ed uscite è ogni anno positivamente coperta dalle nuove iscrizioni. Interessante anche il fenomeno delle cancellazioni da iscritte/i che poi confluiscono nell’albo dei simpatizzanti. Tra il 2017 e il 2019 si è assistito al maggior numero di passaggi tra le due categorie.

2. IDENTIKIT DI ISCRITTE/I 2019 AL CIRCOLO PD BERLINO E BRANDEBURGO

 

Conoscersi è una cosa positiva. Per questo, di anno in anno, presentiamo qualche informazioni sui dati socio-anagrafici di iscritte/i.

2.1. Profilo anagrafico

L’analisi del profilo anagrafico di iscritte ed iscritti al Circolo PD Berlino e Brandeburgo ci dice che l’età media tra gli uomini è di 48 anni. Il più giovane ha 21 anni il più anziano 78. Per le donne l’età media è di 44 anni. La più giovane ha 24 anni., la più anziana 74.

2.2. Profilo educativo

Dal punto di vista dei livelli d’istruzione si osserva che tra i maschi 18 sono in possesso di almeno una laurea triennale (o più). Tra le donne sono invece in 8. In totale, quindi, su 44 iscritte/i ben 28 sono in possesso di un titolo universitario. 9 sono in possesso di un diploma di scuola superiore.

2.3. Profilo professionale

Il profilo professionali ci restituisce un quadro molto articolato: studenti (6), autonomi – liberi professionisti, gastronomi, traduttori,commercianti – (10), dipendenti pubblici – insegnanti, assistenti di ricerca, ricercatori – (7), pensionati (8), dipendenti privati – camerieri, operatori call-center, quadri/dirigenti (4) – persone in cerca di lavoro (3). Altre figure non sono specificate nei moduli che son stati consegnati.

3. Doppia militanza: PD-SPD

Un ulteriore dato da presentare riguarda la doppia-militanza di iscritte/i del PD Berlino e Brandeburgo nella SPD. Il lavoro coordinato con il partito socialdemocratico di Berlino è stato, fin dall’inizio, uno dei punti centrali dell’attività politica del circolo. Quest’anno risultato iscritte/i alla SPD, oltre che al PD, in 14. Diversi con ruoli all’interno delle varie strutture SPD nei Bezirk e a livello di Land. Un segnale molto positivo di progressiva integrazione politica da parte del nostro gruppo.

4. Conclusioni

Dare uno sguardo al nostro interno è sempre interessante, oltre che utile. Siamo un gruppo plurale e ricco: non siamo un gruppo monolitico, ma dinamico. Si incontrano esperienze umane e professionali di vario tipo, gruppi d’età anche distanti tra di loro, nell’obiettivo – altro punto fermo dell’azione politica di questa segreteria, dal 2014 in avanti – di creare un vero dialogo intergenerazionale e un sistema basato sulla reciprocità. Abbiamo attraversato due scissioni, non pochi scossoni interni, ma il gruppo resta solido e anzi, grazie anche al ruolo dei simpatizzanti, in forte aumento. L’esistenza di uno spazio “simpatizzanti” ha spesso accompagnato, poi, la scelta verso una iscrizione vera e propria. Scopo del lavoro politico del prossimo anno sarà di consolidare la nostra realtà di comunità e di espanderci ulteriormente. Rispetto agli obiettivi fissati nel 2018 per il 2019, possiamo ritenerci soddisfatti.

Berlino, 19.12.2019

Federico Quadrelli

Segretario PD Berlino e Brandeburgo

 

File originale qui




Sull’evoluzione delle Sardine, in Italia e all’estero

Il 14 dicembre il “fenomeno sociale” – come definito dagli iniziatori stessi – delle Sardine non si è manifestato solo in Italia, a Roma, ma anche in tante piazze qua all’estero: Londra, Parigi, Madrid, Stoccolma, Copenhagen e naturalmente a Berlino.

Queste piazze fanno emergere con chiarezza e forza un bisogno: quello della partecipazione. Davanti a un registro politico sempre più volgare e violento da parte delle forze di destra, più o meno radicali, qualcuno ha sentito il bisogno, in modo autonomo e spontaneo di dire basta. E lo ha fatto con pacatezza, tranquillità e fantasia.

Piazze festose. In contrapposizione alla retorica razzista dell’odio. E questo ha messo insieme tante persone. Un mondo plurale, probabilmente sia per fattori anagrafici (hanno manifestato giovani, adulti, meno giovani) sia per fattori politici (ci saranno elettrici ed elettori, o anche militanti di qualche partito come semplici cittadini che hanno risposto ad una chiamata, a un bisogno).

È stato redatto un documento. Sono stati indicati dei punti: dalla promozione di un linguaggio pulito e rispettoso all’abrogazione dei decreti sicurezza.

Queste piazze meritano rispetto. Questo impegno merita rispetto. Chi fa politica in modo attivo, a livello di militanza, quindi di volontariato, o a livello professionale deve mettersi a disposizione: ascoltare, riflettere e capire quali sono i consigli, i messaggi ed i significati, che tutto questo porta con sé.

Per questo, come Circolo PD Berlino, ci mettiamo a disposizione. Anzi, invitiamo le animatrici e gli animatori delle Sardine di Berlino a un incontro e a un momento di confronto sulle loro idee, sui punti del loro documento.

Tutto questo ha un valore maggiore, qua a Berlino, poiché proprio qua pochi mesi fa la Lega ha dato inizio alla costituzione della propria rete all’estero.

Resta per me incomprensibile il supporto da parte di emigrati italiani all’estero o dei “mobili”, coloro che usufruiscono a pieno dei vantaggi del progetto europeo e dell’assenza di frontiere, a una forza politica che si definisce nazionalista, antieuropea e che in patria mette il massimo impegno nel demonizzare l’altro.

Per questo sentiamo il bisogno di aprirci e confrontarci. La battaglia per un mondo più giusto, equo, rispettoso e solidale non è certo conclusa.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo

 

Fonte foto: https://cosenza.gazzettadelsud.it/articoli/politica/2019/11/27/le-sardine-arrivano-in-calabria-sabato-manifestazione-a-cosenza-bc744b9c-b5ad-4637-97f7-ad9cebbd6c8a/




Uk – Il popolo è sovrano

Il popolo sovrano ha deciso: la Gran Bretagna avrà un governo conservatore per i prossimi cinque anni. Fin qui i fatti ma quali conseguenze avrà questo voto? Possiamo già prevedere qualcosa.
Il partito laburista ha perso malamente. Ciò che deve far riflettere, tuttavia, non è tanto come abbia perso ma dove. La destra trionfa infatti nelle regioni povere, in aree storicamente di sinistra. Caso emblematico è la città di Wrexham, nel nord Galles, laburista dal 1935 ed oggi passata ai conservatori. Come membro del partito laburista mi sono attivata in campagna elettorale ed ho avuto il piacere e la fortuna di parlare con molte persone nello stato nel quale vivo, il Galles, in cui dal 1998 governa una assemblea a trazione Labour. Ebbene, i conservatori avanzano. In Galles, regione di ex-minatori, così come nel nord-est dell’Inghilterra. Stiamo parlando di aree che vivono prevalentemente di pubblico, dove le politiche della Tatcher hanno portato alla chiusura di miniere e fabbriche, logorando intere comunità. Perché i conservatori guadagnano consenso? Sarebbe facile, ma riduttivo, dare la colpa agli elettori. Sul tema Brexit Boris Johnson ha una posizione discutibile ma chiara: “Get the Brexit done” (facciamo la Brexit), ha un accordo con l’Unione Europea e promette di portare il paese fuori dall’Unione il 31 gennaio 2020. Sarà quel che sarà, dal primo febbraio potremo riorganizzarci e parlare di politica interna. Cosa propone di contro Jeremy Corbyn, il leader del partito laburista? Fino ad un mese fa andava minimizzando il problema con una frase che suonava così: “Non importa che tu abbia votato per rimanere o uscire dall’Unione Europea, ascoltaci” e proponeva, in caso di vittoria, un’ennesima negoziazione per un ulteriore accordo, alternativo a quello ottenuto da Johnson. Avrei suggerito a Corbyn di non minimizzare mai le posizioni dell’elettorato ma vado oltre. Diverse sono state le reazioni: “Perché l’Unione dovrebbe spendere altro tempo per i negoziati quando un accordo è già sul tavolo?”. E ancora: “Basta parlare di Brexit, usciamo! Così i politici non avranno come scusa la Brexit per non parlare dei nostri problemi interni”. Io provo ora a mettermi nei panni delle persone che vivono in tempi di austerity e che cercano certezze. Possiamo essere d’accordo o meno ma gli elettori sono andati verso chi aveva una posizione certa. L’Europa è vista come qualcosa di lontano dalla vita comune e la sinistra britannica non si è mai impegnata a promuovere l’Unione fino in fondo. Anzi, sotto la guida di Corbyn, è stata ulteriormente declassata perché alla domanda su come farà un paese importatore come la Gran Bretagna a potersi permettere beni di prima necessità come verdure e farmaci, la risposta del leader è sempre stata la stessa: nazionalizziamo. Come? Tassando i ricchi avidi, senza pensare, a mio giudizio, che non siamo nella Russia del 1917 e che non possiamo sperare di diventare un paese socialista confiscando i beni ai ricchi. Eh si, perché le imprese si spostano e i soldi migrano insieme agli imprenditori. È risaputo anche che il socialismo in un solo paese non funziona, soprattutto per le fasce più deboli. Cuba docet. Corbyn, però, ha continuato imperterrito a rivendere le future possibili nazionalizzazioni attraverso la lotta ai ricchi, con il risultato che oggi, 13 dicembre 2019, è davanti gli occhi di tutti. La linea politica del partito sulla Brexit ha anche alienato la classe media che, mi ripeto, su questo tema voleva una risposta certa: Brexit si, Brexit no, quando e come. Dobbiamo riconoscere che su questo tema Bojo, come viene affettuosamente chiamato il primo ministro dai suoi detrattori, è stato chiaro, deciso e pragmatico. Ecco ciò che secondo me manca alla socialdemocrazia oggi: chiarezza e pragmatismo. Si cerca di accontentare tutti e si finisce, invece, ad ottenere l’effetto contrario con proposte pompose ma vuote. Discutiamo dei massimi sistemi senza tradurre le idee in azioni concrete. La radicalizzazione del partito laburista ha poi confermato che gli estremismi di sinistra, soprattutto in paesi fortemente capitalisti come la Gran Bretagna, non funzionano. Io sogno una sinistra al passo con i tempi, che sappia promuovere le aziende virtuose e distribuire le ricchezze pubbliche. Un modello Olivetti o Ferrero, per fare due esempi a noi familiari. Io sogno una sinistra che spieghi perché è importante aprirsi, conoscere, che dimostri quanto la libera circolazione delle persone sia un bene per l’umanità. Non ho sentito nulla di tutto ciò nelle parole di Corbyn post elezioni. Non voglio riproporre il modello Blair, auspico invece qualcosa di nuovo.
Corbyn dice che la Brexit ha oscurato le altre proposte Labour ed individua in questo le ragioni della disfatta. Non sono d’accordo. I piani di nazionalizzazione e le troppe proposte di interventi statali hanno creato paura in coloro che non vogliono assistere alla crescita del debito pubblico. Molti cittadini con amici, partner o commerci con Europei hanno sofferto il silenzio sulla sorte dei propri cari o dei propri commerci nel Regno Unito. L’incertezza e le risposte non date non hanno convinto l’elettorato.
Posso dire con certezza che Boris Johnson non investirà nel pubblico e che le aree povere ora sotto guida Tory soffriranno dei tagli alla spesa pubblica. È lì che la sinistra dovrà vigilare e riuscire a parlare nuovamente agli elettori. Dobbiamo riorganizzarci. Ora.
Rimangono poi due nodi da sciogliere: che fine farà il confine tra la Repubblica di Irlanda ed Irlanda del Nord e come si evolverà la situazione in Scozia, dove lo Scottish National Party, il partito pro indipendenza, ha fatto incetta di voti. La leader del partito e primo ministro, Nicola Sturgeon, ha sempre premuto per la scissione dal Regno Unito, anche in virtù del fatto che la Scozia votò per rimanere nella Unione Europea. Insomma, si prospetta un futuro complicato per il Regno Unito. Che Dio salvi tutti, non solo la Regina!

 

Valentina Flamini

Segretaria PD Uk

 

 

 

Photo credit: Stefan Rousseau / IPA / Fotogramma