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Comunicato congiunto PD Berlino – GD Versilia: Il futuro ha radici antiche

“Il futuro ha radici antiche” è stato il titolo dell’iniziativa politica su cui abbiamo basato lo scambio tra il circolo PD Berlino e Brandeburgo e la federazione dei Giovani Democratici (GD) della Versilia.
Abbiamo scelto questo tema perché crediamo che non ci sia un futuro senza la consapevolezza di ciò che è stato, nel bene e nel male, il nostro passato.
Ciò che viviamo oggi – democrazia, sviluppo, diritti, sicurezza, pace – non ci è arrivato per caso. Si tratta del risultato di un percorso storico che affonda le sue radici in un’esperienza devastante e dolorosa, che è stata la seconda guerra mondiale.
L’Unione Europea come progetto di pace è costato milioni di morti innocenti, dolore, sangue e disperazione. Non dobbiamo dimenticare cosa è accaduto nel secolo scorso. Sembra un tempo lontano per le nostre generazioni, eppure non è così. Sempre più spesso assistiamo allo stravolgimento delle verità storiche ad uso e consumo di forze politiche che vorrebbero sdoganare simboli, rituali e pensieri di ideologie nemiche della pace, come il nazi-fascismo, dietro l’alibi della libertà di pensiero.
Noi, che siamo nipoti o pronipoti di chi ha vissuto sulla propria pelle il senso profondo di quelle ideologie di morte e oppressione, vogliamo rinnovare il nostro impegno a difesa della nostra società, aperta e plurale, rispettosa della dignità dell’essere umano e che mira al mantenimento della pace tra i popoli.
Per questo, con pazienza e determinazione, abbiamo portato avanti in questi anni iniziative e scambi culturali e politici tra Berlino e la Versilia, guardando a Sant’Anna di Stazzema, con un chiaro obiettivo: tenere viva la memoria di quell’esperienza drammatica, per costruire insieme italiane ed italiani, tedesche e tedeschi, in un’ottica europea ed europeista, un percorso consapevole verso il  futuro.
Dopo la visita dei GD a Berlino nel 2018 e l’incontro con il mondo politico e istituzionale tedesco, adesso realizziamo la seconda parte del progetto, con la visita di una delegazione SPD guidata dalla Dr. Clara West (Vice-Presidente del Gruppo SPD all’Abgeordnetenhaus di Berlino) nei luoghi della memoria a Sant’Anna di Stazzema e poi a Firenze al Binario 16.
Sarà una bella occasione di incontro e confronto per rafforzare le relazioni d’amicizia italo-tedesche, di rafforzamento della cooperazione tra partiti fratelli, quali SPD e PD, e un’opportunità per le rispettivi realtà istituzionali di conoscersi e instaurare, auspichiamo, relazioni durature e reciprocamente vantaggiose.
In un tempo in cui la politica sembra essere attraversata da divisioni e personalismi, noi vogliamo testimoniare qualche cosa di diverso. C’è anche una politica che unisce e crea ponti, dialoghi ed opportunità. Sta all’impegno di ciascuna e ciascuno di noi. Con questa iniziativa proveremo a dare il nostro contributo. Per una politica dell’incontro, della crescita reciproca e per combattere le derive populiste, antieuropeiste e revisioniste che purtroppo sono emerse recentemente.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo
Aasemblea Nazionale PD
Samuele Borrini
Segretario Giovani Democratici Versilia



Comunicazione sulla situazione politica attuale – settembre 2019

Alle iscritte e agli iscritti del Circolo PD Berlino e Brandeburgo,
alle elettrici e agli elettori del Partito Democratico che seguono le nostre attività e iniziative,
oggi il nostro ex Segretario, ed ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha formalizzato una scelta che, senza troppe ipocrisie dobbiamo dircelo, era maturata già da diverso tempo ma non aveva trovato il modo di concretizzarsi.
Sono sempre stato contrario ad ogni forma di scissione. Per chi conosce la mia storia politica nel PD, sa che ho sostenuto Bersani nel 2012 e Civati nel 2013. E malgrado questa scelta non ho condiviso la decisione di Civati all’epoca di spaccare il partito e di abbandonare la barca, come si suol dire. Così come non ho condiviso la scelta di Bersani ed altri poco tempo dopo.
Dell’importanza dell’unità nel nostro partito, un’unità di sostanza, non di mera facciata, ne ho parlato e scritto a più riprese. L’Unità pubblicò la mia lettera aperta nell’agosto del 2015 in cui scrivevo quello che segue:

“In questi giorni abbiamo assistito ad ulteriori scontri all’interno del Partito Democratico e questo non fa bene a nessuno. C’è bisogno di abbassare i toni e di tornare a fare Politica seriamente. L’unità del partito democratico è un obiettivo politico di primaria importanza.

Il potere comporta sempre responsabilità ed è indispensabile, per una dirigenza, saper gestire il dissenso non meno del consenso. E certo, ciascuno di noi deve impegnarsi affinché questo compito non sia reso impossibile. Ma nel rispetto delle reciproche convinzioni.

Tra un cinguettio e un post in Facebook si è completamente perso il significato del concetto di “confronto”. Sembra ci sia una gara a chi fa la battuta di maggior effetto. Sembra, ma forse è davvero così, che si miri più a far ruotare il contatore degli I like che non a trovare la sintesi politica necessaria tra posizioni lecitamente distanti, ma inserite in un progetto comune, che è il partito che tutti noi abitiamo. E che si spera si voglia proteggere, far crescere e migliorare.

Ci sono una maggioranza e una minoranza perché per noi che ci diciamo democratici il pluralismo di idee di vedute è un valore e non un limite. La sfida politica della dirigenza è di sapersi muovere in questo vasto spazio di idee e trovare il modo giusto per una sintesi, che non è un riassunto approssimativo, ma un prodotto terzo che integra e va oltre le posizioni iniziali.

Credo che non ci sia alcuna possibilità di vero cambiamento se da una parte e dall’altra manca la volontà di ascoltare e di confrontarsi. Se manca la volontà di mettersi anche in discussione. Il PD è un grande partito e il capitale politico che lo ha generato e tutt’ora lo sorregge merita molto di più di quanto vediamo ogni giorno.

C’è un Paese da cambiare e lo si dovrebbe fare in un clima diverso. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità: la dirigenza di questo partito si renda disponibile ad ascoltare realmente e ciascuno di noi, nel rispetto delle proprie convinzioni, si sforzi di mediare. Mettersi in modalità d’ascolto attivo non è mai un fatto negativo. Se si tiene all’unità del PD, si cambi passo, altrimenti avremmo perso un’altra occasione per lavorare bene e insieme.”

Con profondo rammarico devo constatare che dagli errori del passato un’ampia fetta del nostro gruppo dirigente sembra non aver appreso assolutamente nulla. Viviamo un momento politico di grande complessità. Fuori dalle istituzioni si agitano movimenti nazionalpopulisti, ispirati da un’ideologia di destra becera. Agitano odio, rabbia e violenza verbale e talvolta anche fisica. A Pontida abbiamo assistito alla vera natura di quel mondo che sta raccogliendo ampio consenso nella popolazione. Sconcertante.
Non c’è dubbio che la storia non si ripeta uguale a se stessa, ma ci sono elementi preoccupanti di continuità rispetto ad esperienze che speravamo fossero davvero morte e sepolte sotto le macerie della storia.
Invece, ci ritroviamo vittime di guerre di potere tra fazioni, correnti o bande, al nostro interno e all’interno del campo dei progressisti e democratici. Che terribile errore! Ancora. Non c’è una sola ragione politica genuina che giustifichi questa scelta, se non mero tatticismo e interesse personale. Un interesse che guarda al breve periodo e non al bene del Paese.
Abbiamo, con enorme fatica, dato vita a un governo su cui nessuno avrebbe mai puntato. Sembrava surreale e impossibile. Invece, ora è realtà. Non solo con una maggioranza politica solida nei numeri al Parlamento, ma anche con un progetto politico radicalmente in discontinuità con l’esperienza giallo-verde. Si presenta, ora, la possibilità concreta di cambiare in meglio le cose. Non certo senza sacrificio da parte nostra. E non senza dubbi, più che legittimi. Che io stesso nutro come tante altre e tanti altri nel PD e nel centro-sinistra in generale.
Credo che il PD, ora, debba dare prova di forza e stabilità. Sembra strano, immagino, affermarlo alla luce di una terza scissione. Eppure, è proprio questo che ci richiede il momento storico: responsabilità, consapevolezza, coraggio, determinazione, generosità, idee e vera voglia di cambiamento.
Non basta dirsi queste cose, ma bisogna realizzarle. Non pretendo di avere soluzioni facili da offrire, ma qualche idea la ho.
1.Serve una vera e propria riforma radicale, strutturale e programmatica del PD.
Abbiamo bisogno di una rivoluzione reale sulle modalità di funzionamento del partito, dalle sue strutture territoriali a quelle nazionali. Servono vere e proprie procedure di selezione della classe dirigente (Assemblea Nazionale, Direzione Nazionale e candidature ai vari livelli elettorali: dalle comunali al parlamento) basate su modalità trasparenti e partecipative che valorizzino l’impegno delle e dei militanti sui territori: premiare impegno, attivismo, reale contributo dato al partito in termini di idee e passione e non limitarsi a questioni di possibilità economiche. Eliminato il finanziamento pubblico si è creato un vulnus democratico nella rappresentanza: rischiamo che si candidi chi può, mentre un’ampia fetta di potenziali dirigenti è esclusa, non per le idee, ma per le possibilità di partenza.
Le candidature, per esempio, non devono avvenire come abbiamo assistito, purtroppo, anche di recente, sulla base del grado più o meno grande di disponibilità all’obbedienza e alla fedeltà per un leader.
Serve una struttura forte,radicata e autonoma da ogni rischio di scomposizione delle maggioranze politiche che determinano le leadership. Per questo ho in mente il modello tedesco, che è messo nero su bianco nella Parteiengesetz, in vigore dal 1967 e che ha dato una cornice di standard democratici minimi uguale per tutti i partiti che vogliono partecipare alla competizione democratica. Regole che valgono per la SPD, per la CDU fino all’AfD.
In questo processo di rivoluzione e ricomposizione del partito giocheranno un ruolo le commissioni per la riforma dello statuto e della forma partito Nazionali e PD Estero, che, spero, cooperino insieme. Come Presidente di questa commissione nel PD Estero, spero si possa arrivare a una qualche soluzione in tempi rapidi. Ma lavorando bene e seriamente.
2.Capire il tempo in cui viviamo e avere una visione per il futuro.
La Politica per me è tante cose. In primis, è la capacità di incanalare il dissenso che esiste, nel bene e nel male, sempre, nella società. Farlo in modo costruttivo, propositivo e intelligente. All’interno di una cornice di regole democratiche, che guardi alla pluralità come un valore. Inoltre, la Politica è lo spazio del possibile: dove le alternative, quando non ci sono, si costruiscono. Insieme. E, infine, è l’insieme delle modalità con cui le istanze legittime delle persone vengono tradotte in proposte concrete, non visionarie nel senso di irrealizzabili, ma concrete e ben pensate, affinché l’orizzonte d’azione non sia il brevissimo periodo, ma quello medio-lungo. Per questo servono coraggio e determinazione.
Questo deve avvenire con una propensione alla curiosità, alla voglia di mettersi in discussione, con lo smantellare i sistemi di potere incancrenito che conosciamo, il correntismo fine a se stesso, e non basato sul confronto di idee,
3.Valorizzare il contributo continuativo di iscritte ed iscritti, di simpatizzanti, di interessate/i per ricostruire quello che un partito in prima battuta dovrebbe essere: una comunità.
Abbiamo sfilacciato il tessuto connettivo di una comunità in questi anni. Ogni scissione ha rappresentato un trauma. Un danno terribile alla tenuta emotiva di una comunità, la nostra.
Ora, malgrado tutto, lo abbiamo visto anche alle ultime primarie, c’è un popolo che esiste e resiste. Malgrado una classe dirigente pessima, fatte le dovute eccezioni ovviamente. Non buttiamo alle ortiche questo patrimonio immenso: che la partecipazione attiva delle e dei militanti sia la base nuova per ripartire. Che sia la linfa vitale affinché il PD si rigeneri e abbia la forza sufficiente ad affrontare le innumerevoli sfide che ora ha davanti, con tanti fronti di battaglia aperti: all’esterno e all’interno, anche se sembra non sia più così.
I circoli, nei territori, devono essere rivalorizzati. E bisogna capire come farlo anche con le nuove tecnologie.
Che la costituente delle idee che avevamo programmato si faccia, che sia non un momento conclusivo, ma l’inizio di una consultazione permanente, che metta insieme, ogni volta, chi vuole partecipare, con strutture di raccolta di idee e proposte. Gruppi di lavoro permanenti che aggiornino il profilo programmatico del PD in modo continuativo.
Non so se siano cose realizzabili nell’immediato, forse no. Ma credo che se non ripartiamo da questi obiettivi e ci mettiamo tutto il nostro impegno, rischiamo molto.
Ho fiducia nella nostra capacità di resistere e ripartire, con nuove idee e speranze per il Paese. Noi siamo l’alternativa necessaria e urgente. Oggi, più di prima, con convinzione sostengo il progetto del PD, assieme al Segretario Nazionale Nicola Zingaretti e alla squadra scelta per guidare questo percorso di rilancio del partito.
Invito tutte e tutti, con la disponibilità di tempo ed energie di ciascuno, a non far venire meno il proprio contributo in termini di idee, presenza, voglia di fare. Non è facile, lo so, ma noi siamo questa comunità. E noi dobbiamo ricostruirla, rilanciarla e rinnovarla. Insieme.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo
Membro dell’Assemblea Nazionale



È uscito il nuovo numero di Agorà sui populismi

Il secondo numero del nostro giornale online per il 2019 ha come oggetto il tema del populismo. Tema dibattuto, ma quanto mai attuale. All’indomani del fallimento della coalizione gialloverde in Italia, con la Brexit in dirittura d’arrivo e con un presidente degli Stati Uniti sempre più sgraziato nelle sue iniziative, a cominciare dalla ritrattazione delle sanzioni alla Cina per arrivare allo sgarbo istituzionale nei confronti del Regno di Danimarca, tutto sembra indicare che il populismo è vivo, è vegeto e soprattutto che non raccoglie i cocci. Come interpretare il presente? In questo numero verranno presentati i contributi di Federico Quadrelli, Segretario del Circolo PD Berlino e Brandeburgo, Anna Mastromarino, Professoressa associata di diritto pubblico comparato all’Università di Torino e Isabella Weiss di Valbranca, Responsabile Comunicazione PD USA. Una spiegazione generale del fenomeno e del perché dovremmo fare attenzione alle sirene del populismo, che altro non fa che tematizzare uguaglianze esistenti e squilibri creati in nome di un mercato “libero”. Ma anche un’analisi sulla figura del Presidente degli Stati Uniti e su come la guida di un paese non sia uno spazio di libera espressione, ma un ruolo con margini di manovra ridotti ed enormi responsabilità. Buona lettura!
Alberto Vettese
Responsabile Comunicazione Circolo PD Berlino e Brandeburgo